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Menti Resilienti. Quando la violenza di genere è invisibile: vincerla con l’intelligenza emotiva

La violenza sulle donne lascia ferite aperte e cicatrici che possono durare per sempre. Compromette la salute mentale e fisica, procurando un disagio generalizzato e livelli maggiori di stress, isolamento e disturbi del sonno. Il Consiglio Nazionale delle Ricerche riporta che la violenza psicologica o fisica riguarda almeno il 50,9% delle donne italiane. Eppure, solo il 5% decide di denunciare. I motivi del silenzio sono vari, secondo il CNR: vergogna, paura e, soprattutto, credere che il reato non sia perseguibile per legge. Risulta fondamentale, quindi, ricordare che ogni violenza è una violazione della legge.

Cos’è la violenza? Secondo l’OMS, è l’utilizzo intenzionale, minacciato o effettivo, della forza fisica o del potere, che comporta rischio di lesioni, morte, danno o privazione. Nei casi più estremi, la violenza di genere sfocia in minacce, aggressioni fisiche, abuso sessuale e femminicidio. Tuttavia, questi sono solo la punta dell’iceberg e gli ultimi frutti amari di un albero con radici profonde, anche culturali. Esiste una violenza subdola, che sta alle base dei reati palesi e che comprende comportamenti più invisibili, come:

  1. controllo oppure indifferenza sistematica
  2. denigrazione e body shaming
  3. manipolazione
  4. colpevolizzazione
  5. ricatto emotivo
  6. linguaggio e umorismo sessista
  7. discriminazione al lavoro
  8. oggettivazione sessuale nei media
  9. educazione a ruoli di genere stereotipati
  10. minimizzazione della violenza contro le donne

Riconoscere e comprendere anche queste forme sotterranee di abuso è fondamentale, perché il primo passo per prevenire la violenza di genere resta l’educazione. Questa deve coinvolgere uomini e donne, a partire dall’infanzia e adolescenza. A scuola e in famiglia, è necessario promuovere la parità di genere e lo sviluppo delle competenze emotive, che regolano la salute delle relazioni interpersonali. Uno studio dell’Universidad Miguel Hernández dimostra che l’intelligenza emotiva è inversamente proporzionale al teen dating violence, ossia la violenza nelle relazioni intime tra adolescenti. Ulteriori studi scientifici confermano che è associata a una minore aggressività, sottolineandone l’importanza nella prevenzione della violenza.

Come fare per sviluppare l’intelligenza emotiva? La Fondazione Patrizio Paoletti mette a disposizione un edukit gratuito, che puoi scaricare a questa pagina. Inoltre, possiamo seguire alcuni semplici esercizi quotidiani, imparando a:

  1. Riconoscere le nostre emozioni e dare loro un nome: per capire lo stato emotivo altrui, dobbiamo essere consapevoli del nostro.
  2. Ascoltare attivamente, per connetterci agli altri con empatia e dimostrare un reale interessamento.
  3. Riflettere sulle nostre interazioni e prenderne nota. Bastano pochi appunti: rileggendoli, potremo divenire consapevoli di schemi di pensieri, reazioni e comportamenti.
  4. Mettere in discussione le nostre opinioni, per imparare a guardare le cose da altri punti di vista.
  5. Aspettare a reagire: prendere una boccata d’aria o bere un bicchiere d’acqua rinfresca le idee e favorisce la regolazione emotiva.
  6. Capire che è sempre una nostra scelta: come reagiamo dipende da noi.
  7. Chiedere e offrire aiuto, per coltivare gratificazione, gratitudine e felicità.
  8. Celebrare il bello: che sia un grande traguardo o una piccola felicità, imparare a gioire del positivo aumenta la nostra resilienza.
  9. Continuare a imparare, per coltivare i nostri interessi, curiosità e motivazione.
  10. Fare movimento consapevole, che ci aiuta a uscire dai cortocircuiti mentali e regolare le nostre emozioni. Un’ottima soluzione è la meditazione in movimento, per esempio nel training motorio del Quadrato Motor Training.

L’intelligenza emotiva previene la violenza di genere e ci aiuta a diventare persone migliori. La sua coltivazione è preziosa a tutte le età: uno strumento per la cultura, l’evoluzione e la salute pubblica.

    Non temere mai di chiedere aiuto!

    Tutti i contenuti di divulgazione scientifica di Fondazione Patrizio Paoletti sono elaborati dalla nostra équipe interdisciplinare e non sostituiscono in alcun modo un intervento medico specialistico. Se pensi che tu o qualcuno a te vicino abbia bisogno dell'aiuto di un professionista della salute mentale, non esitare a rivolgerti ai centri territoriali e agli specialisti.

Bibliografia
  • El iceberg de la violencia de género. Direzione della Gestione Comunitaria e dell’Eradicazione della Violenza della CIGU e delle Persone di Orientamento Comunitario (POC).
  • Estevez-Casellas, C., Gómez-Medina, M. D., & Sitges, E. (2021). Relationship between emotional intelligence and violence exerted, received, and perceived in teen dating relationships. International journal of environmental research and public health18(5), 2284.
  • García-Sancho, E., Salguero, J. M., & Fernández-Berrocal, P. (2014). Relationship between emotional intelligence and aggression: A systematic review. Aggression and violent behavior19(5), 584-591.
  • Lewis, C. (2023). An International Collection of Multidisciplinary Approaches to Violence and Aggression.
  • Molinaro, S. (2023). I dati sulla violenza di genere in Italia. Consiglio Nazionale delle Ricerche.
  • Porche, D. J. (2016). Emotional intelligence: a violence strategy. American journal of men’s health10(4), 261-261.
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