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Intelligenza emotiva

Paura

La paura, un’emozione primaria fondamentale nell’adattamento all’ambiente, può essere rivelata attraverso micro-modificazioni facciali che riflettono la percezione di minaccia e il tentativo di protezione dell’organismo. Nell’ambito delle neuroscienze emotive, l’osservazione delle espressioni facciali fornisce un importante indicatore dell’esperienza della paura.

Le micro-espressioni facciali associate alla paura spesso coinvolgono regioni del volto come gli occhi, le sopracciglia e la bocca. Gli occhi possono allargarsi e fissare intensamente l’oggetto percepito come minaccioso, mentre le sopracciglia possono sollevarsi e contrarsi verticalmente, indicando apprensione e preoccupazione. La bocca può chiudersi in una linea sottile, con le labbra tese, segnalando tensione e ansietà.

Le micro-espressioni facciali associate alla paura – immagine illustrativa generata con l’IA

La comprensione delle micro-espressioni facciali legate alla paura fornisce preziose informazioni sulla natura dell’esperienza emotiva e sulle strategie comportamentali adottate per affrontare la minaccia. Gli studi continuano a esplorare le correlazioni tra queste espressioni e l’attivazione neurale associata alla paura, contribuendo così alla nostra comprensione della risposta emotiva umana e alle sue implicazioni per la salute mentale e il benessere individuale.

 

Aspetti neuroscientifici

La paura è un’emozione basilare e universale che emerge in risposta a situazioni percepite come minacciose o pericolose, attivando una serie di risposte fisiche e comportamentali per proteggere l’organismo da danni potenziali. Dal punto di vista neuroscientifico, la paura è studiata attraverso l’analisi dei circuiti cerebrali e dei processi neurali coinvolti nella sua generazione e nel suo espressione.

L’amigdala, una struttura cerebrale coinvolta nella elaborazione delle emozioni e nella memoria emotiva, è centrale nella risposta alla paura. Agendo come centro di elaborazione delle informazioni avverse, l’amigdala rileva segnali di pericolo provenienti dall’ambiente e avvia una cascata di reazioni fisiologiche e comportamentali per fronteggiare la minaccia.

L’attivazione dell’amigdala innalza i livelli di neurotrasmettitori come l’adrenalina e il cortisolo, preparando il corpo alla reazione di lotta o fuga. Contestualmente, altre regioni cerebrali, come la corteccia prefrontale e l’insula, partecipano alla valutazione della minaccia e alla regolazione della risposta emotiva, contribuendo a modulare l’esperienza soggettiva della paura.

Le espressioni facciali associate alla paura, come gli occhi spalancati e le sopracciglia alzate, possono essere riflesso dell’attivazione dell’amigdala e della sua connessione con il sistema nervoso autonomo. Queste espressioni, insieme a cambiamenti nella frequenza cardiaca, nella respirazione e nella sudorazione, costituiscono una risposta integrata alla paura che ha lo scopo di massimizzare le possibilità di sopravvivenza.

La ricerca sulle basi neurali della paura contribuisce non solo a comprendere la natura dell’emozione stessa, ma anche a sviluppare strategie terapeutiche per affrontare disturbi legati alla paura e all’ansia, migliorando così la qualità della vita per coloro che ne sono affetti.

 

Bibliografia
  • Dong, Z., Wang, G., Lu, S., Li, J., Yan, W., & Wang, S. J. (2022). Spontaneous facial expressions and micro-expressions coding: From brain to face. Frontiers in Psychology12, 784834.
  • Ekman P.. (1993). Facial expression and emotionAm. Psychol48:384. 10.1037/0003-066X.48.4.384
  • Adolphs, R. (2013). The biology of fear. Current biology23(2), R79-R93.

 

 


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