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Benessere e pace

Felicità

Il termine ‘felicità’ deriva dal latino felix, icis che indica: abbondanza, prosperità. La felicità e la sua ricerca sono temi concettualizzati costantemente in tutta la storia umana, nell’ambito di tradizioni filosofiche religiose e, più di recente, neuroscientifiche, psicologiche ed economiche.

La ricerca della felicità nella storia

Diverse scuole di pensiero filosofiche dell’Antichità hanno tematizzato la ricerca della felicità come capacità di fare a meno del non necessario, ponendo diversamente l’accento sulla correlata ricerca del piacere. La scuola fondata da Epicuro (341-270 a.C.) proponeva la ricerca del piacere e l’eliminazione del dolore come mezzi per raggiungere la felicità. La scuola stoica proponeva l’ideale dell’atarassia, come liberazione dell’anima dalle passioni che porta al raggiungimento della pace interiore e quindi della felicità. Tradizioni religiose come quelle abramitiche, hanno connesso il raggiungimento della felicità con il bisogno di trascendenza dell’essere umano.

Gli stili di ricerca della felicità

Nell’intento di classificare i diversi approcci alla felicità, studi scientifici recenti distinguono tre categorie:

  • edonistica: intesa come perseguimento della felicità attraverso il piacere;
  • eudaimonica: intesa come perseguimento della felicità attraverso il miglioramento di sé;
  • chaironica: dal termine greco ‘chairo‘, per intendere il perseguimento della felicità attraverso esperienze spirituali, di unità con Dio o la natura.

Gli stessi studi riconoscono come i tre approcci siano interrelati e possano combinarsi tra loro.

Gli studi neuroscientifici

La ricerca neuroscientifica ha rilevato un’universale associazione tra sensazioni piacevoli e l’area frontale dell’emisfero sinistro, e sensazioni sgradevoli e l’area frontale dell’emisfero destro. Tali correlazioni appaiono indipendenti da età, sesso o retroterra culturale ed è stato testato che è possibile sollecitare sensazioni spiacevoli sottoponendo l’emisfero sinistro a stimoli elettromagnetici, che ne inibiscono la funzionalità.

Sebbene siano stati individuati correlati specifici delle sensazioni piacevoli e spiacevoli, questo fornisce un riscontro oggettivo degli stati percepiti, ma non indica in maniera diretta se e come sia possibili incrementarli attraverso mezzi esteriori.

Gli studi psicologici e il benessere

Le concettualizzazioni più recenti della felicità tendono ad associarla strettamente al benessere, come è anche il caso della Giornata Internazionale della Felicità istituita nel 2012 dalle Nazioni Unite con ricorrenza il 20 marzo.

Numerose ricerche psicologiche hanno dimostrato che il fattore maggiormente determinante per il benessere soggettivo percepito, ma anche per la stessa salute fisica, è la qualità delle relazioni interpersonali. Comparata con status sociale, genetica e quoziente intellettivo, la qualità delle relazioni si è dimostrata notevolmente più influente per determinare il benessere, che raggiunge le massime manifestazioni nella capacità di un equilibrato altruismo.

 

Bibliografia
  • Lomas, T., Case, B., Cratty, F. J., & VanderWheele, T. (2021). A global history of happiness. International Journal of Wellbeing11(4).
  • Davidson, R. J., Jackson, D. C., & Kalin, N. H. (2000). Emotion, plasticity, context, and regulation: perspectives from affective neuroscience. Psychological bulletin126(6), 890.
  • Layard, P. R. G., & Didero, D. (2005). Felicità: la nuova scienza del benessere comune. Rizzoli.
  • Paoletti, P. (2019). L’intelligenza del cuore. Comprendere le emozioni per realizzare i nostri sogni. BUR.

 

Sitografia

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