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Prefigurare il Futuro: il benessere nasce a scuola, con Fondazione Patrizio Paoletti

Intervista alla Dirigente Scolastica Simona De Santis sui benefici del progetto psicoeducativo che rafforza le risorse interiori

“Volevo che la scuola, la famiglia e gli educatori potessero formare un triangolo solido, un ambiente equilibrato dove i ragazzi si potessero sentire supportati. Prefigurare il Futuro è un vero e proprio percorso di vita. Così ha esordito la professoressa Simona De Santis, Dirigente scolastica dell’Istituto Paritario San Paolo di Bergamo e dell’Euroscuola di Brescia, all’inizio dell’intervista. Il suo era un tono di voce che rivelava un sincero entusiasmo. “Un viaggio che conduce i nostri ragazzi alla scoperta del proprio potenziale, che li aiuta a costruire relazioni positive e a realizzare i propri sogni. È un percorso che li accompagna nella crescita personale, fornendo loro gli strumenti per affrontare le sfide della vita con resilienza e determinazione”.

Perché avete deciso, come Istituto, di prendere parte all’iniziativa e di rinnovarla anche quest’anno?

In qualità di Dirigente scolastica, mi trovo quotidianamente a interagire con un vasto numero di adolescenti che, soprattutto oggi, si trovano ad affrontare sfide enormi nonostante la loro giovane età: situazioni familiari complesse, violenze, dipendenze. Fardelli pesanti per chiunque. La solitudine, l’assenza di una guida che li incoraggi e li faccia sentire capaci, può essere devastante per i ragazzi. Possono perdere la speranza, la fiducia in sé stessi e la capacità di affrontare le difficoltà, sentendosi sopraffatti dalle sfide della vita. Ma con una guida al loro fianco, i ragazzi possono riscoprirsi, costruire il loro futuro. Rafforzarsi emotivamente e affrontare le sfide con la consapevolezza della propria forza.

L’esperienza mi ha insegnato che per risolvere i problemi, bisogna considerare non solo l’esito negativo, ma anche il quadro generale che lo ha causato. Io e mia sorella, Barbara De Santis, Direttrice, CEO Manager scolastica che, come me, gestisce le scuole con mansioni diverse – senza di lei questo “meraviglioso e impegnativo viaggio” non sarebbe lo stesso – abbiamo sentito l’esigenza di trovare un progetto che andasse ad abbracciare tutti: adolescenti, insegnanti e genitori. Volevamo che la scuola, la famiglia e gli educatori potessero formare un triangolo solido, un ambiente equilibrato dove i ragazzi si potessero sentire supportati.Quote De Santis

“Prefigurare il Futuro” è un vero e proprio percorso di vita, un viaggio incredibile che ti riempie il cuore di gioia. Ti capita di rivedere ragazzi che prima erano convinti di non avere futuro, che volevano solo finire la scuola e andare a lavorare, e che invece, grazie al lavoro sull’emotività, sull’empatia e sulle competenze dell’intelligenza emotiva, hanno trasformato le loro fragilità in forza e determinazione per il futuro e sono pronti per l’università o in partenza per gli Stati Uniti.

Tutto questo non è un caso. Grazie alla collaborazione con Fondazione Patrizio Paoletti, che dura da vent’anni, noi abbiamo potuto constatare l’efficacia straordinaria degli strumenti che utilizziamo. Vedere questi ragazzi trasformarsi, ritrovare la fiducia in sé stessi e realizzare i propri sogni, è la prova più tangibile dell’applicazione dei metodi e delle tecniche di “Prefigurare il Futuro” per potenziare speranza e progettualità. Questa pedagogia, basata sull’equilibrio, l’armonia e il miglioramento continuo, mi ha illuminato e mi spinge a rinnovare ogni anno questo percorso.

Quali sono, tra i tanti temi trattati nel corso, quelli che ritenete più utili per studenti, educatori e genitori?

È fondamentale sottolineare che il protocollo educativo delle 10 Chiavi della Resilienza di “Prefigurare il futuro” riveste un’importanza cruciale per l’intera comunità educante. Non si tratta di un semplice insieme di regole, ma di un vero e proprio meccanismo che, una volta avviato, innesca una serie di reazioni a catena positive.

Immaginate un ingranaggio che, una volta messo in moto, si collega ad altri ingranaggi, creando un sistema armonico e funzionale. Ecco, le 10 chiavi di “Prefigurare il futuro” agiscono proprio in questo modo. Esse forniscono gli strumenti necessari per migliorare la comunicazione con sé stessi e con gli altri, creando un ambiente generativo in cui la crescita personale e collettiva è costantemente alimentata.

Se devo sceglierne una per i ragazzi, scelgo la chiave 1: “Ripartire da ciò che puoi controllare e prendere piccole decisioni”. È sicuramente molto efficace ed è un punto di partenza essenziale. Aiuta gli studenti a gestire ansia e procrastinazione, tipiche della loro età. Imparano a concentrarsi su ciò che possono controllare, rendendo i loro obiettivi più raggiungibili e aumentando l’autostima. “Prefigurare il futuro” insegna che si può sempre ripartire, ricostruire e migliorare. Non c’è fretta, c’è tempo per crescere e per trovare la propria strada.

Per i genitori direi la chiave 6, “L’importanza della gratitudine”. Essere grati per ogni passo compiuto, sia nel presente che nel passato, è un esercizio potente di accettazione e crescita. Spesso, i genitori si trovano intrappolati in un vortice di frustrazioni e sensi di colpa, rimpiangendo le scelte passate o temendo il futuro. Altri, invece, si rifugiano nella negazione, costruendo una barriera per proteggersi dal dolore e dalla vulnerabilità.

Queste strategie difensive non fanno altro che alimentare un ciclo di negatività e impediscono la possibilità di vivere una vita piena e appagante. La gratitudine, al contrario, offre una via d’uscita da questo labirinto emotivo e permette di riconoscere e apprezzare il proprio percorso, con tutte le sue sfide e i suoi successi. La gratitudine ha un impatto positivo non solo sulla vita dei genitori, ma anche su quella dei figli. Un genitore grato è un modello di resilienza e positività, che insegna ai propri figli a trovare la bellezza nelle piccole cose, a superare le avversità con fiducia e speranza, costruendo un futuro migliore, passo dopo passo.

Per gli educatori, la chiave 8, “Coltiva la tua curiosità”. Penso che questo rappresenti un pilastro fondamentale per la creazione di un ambiente educativo che non solo supporti, ma che promuova attivamente la crescita personale e professionale. Questa chiave invita gli educatori a non dare mai nulla per scontato, a interrogarsi costantemente sul mondo che li circonda e, soprattutto, sulle dinamiche che si instaurano all’interno della classe.

Coltivare la curiosità significa, per un educatore, essere sempre aperto all’apprendimento, sia da fonti esterne che dai propri studenti. Significa osservare attentamente i comportamenti, le reazioni e le interazioni dei ragazzi, cercando di comprendere le motivazioni che li guidano. Significa, in altre parole, sviluppare una profonda empatia e una capacità di ascolto attivo, che permettano di creare un legame autentico con gli studenti.

In un ambiente educativo in cui la curiosità è valorizzata, gli studenti si sentono incoraggiati a porre domande, a esplorare nuove idee e a sviluppare il proprio pensiero critico. Gli educatori, a loro volta, diventano facilitatori dell’apprendimento, guidando i ragazzi alla scoperta del mondo e aiutandoli a costruire il proprio percorso di crescita.

La chiave 8, quindi, non è solo un invito alla curiosità intellettuale, ma anche un invito alla curiosità umana. È un invito a conoscere sé stessi e gli altri, a creare relazioni significative e a costruire una comunità educativa in cui tutti si sentano valorizzati e supportati.

Ci sono testimonianze, aneddoti legati alla buona riuscita del progetto?

Il percorso di “Prefigurare il futuro” si rivela un potente catalizzatore di trasformazione per i nostri ragazzi. Abbiamo assistito a cambiamenti profondi e significativi, che testimoniano l’efficacia di questo approccio educativo.

Prendiamo ad esempio una ragazza, giunta da noi con un bagaglio di sofferenza emotiva e attacchi di panico debilitanti. La sua vita era segnata da un costante senso di inadeguatezza e dalla paura di non farcela. Grazie al lavoro svolto con le 10 chiavi, ha gradualmente riacquistato fiducia in sé stessa, imparando a gestire le proprie emozioni e a superare le difficoltà. Ha affrontato l’esame di maturità con serenità e determinazione, dimostrando una resilienza che mai avrebbe immaginato di possedere.

Un’altra ragazza è riuscita, nel tempo, attraverso la resilienza, a esaurire i propri comportamenti di autolesionismo. Da quando ha iniziato ad avere fiducia in se stessa e a spostare l’attenzione sull’importanza di accogliere le proprie paure e insicurezze, ha mostrato un cambio straordinariamente veloce, sia nella cura della sua persona che nella relazione con gli altri e conseguentemente ha brillato nel rendimento scolastico. Il sentirsi capace di migliorare l’ha fortificata fino al punto di progettare per il suo futuro nel quale non credeva più.

C’è poi uno studente che ha trasformato la rabbia in compassione e determinazione. Inizialmente il suo bagaglio di sofferenze lo portava a scaricare, anche nell’ambiente scuola,  comportamenti di forte rabbia. Noi lo abbiamo contenuto, accolto, ascoltato, orientato con l’assenza di giudizio. Tutti strumenti che abbiamo appreso negli anni da Patrizio Paoletti, dalla ricerca della sua Fondazione e da Prefigurare il Futuro. Il ragazzo, non solo ha superato e imparato a contenere da solo la sua rabbia, ma ha anche affrontato gli esami di maturità con buoni risultati attraverso un’attitudine meravigliosamente serena.

Un altro esempio illuminante è quello di un ragazzo, inizialmente chiuso e insicuro, che faticava a esprimere i propri pensieri e le proprie emozioni. Attraverso il dialogo e la riflessione, ha iniziato a esplorare il proprio mondo interiore, scoprendo una ricchezza di valori e risorse nascoste. In particolare, ha espresso una definizione di umiltà che ha lasciato tutti noi senza parole, rivelando una profondità di pensiero e una maturità straordinarie. Questo ragazzo ha dimostrato che la crescita personale non ha limiti e che ognuno di noi possiede un potenziale immenso, pronto a essere svelato.

Questi sono solo alcuni esempi di come “Prefigurare il futuro” riesce concretamente a fare la differenza nella vita dei nostri ragazzi. Il percorso offre loro gli strumenti per affrontare le sfide, per costruire relazioni positive e per realizzare i propri sogni. Li aiuta a scoprire la propria forza interiore, a sviluppare la consapevolezza emotiva e a diventare artefici del proprio destino.

Un risultato di straordinaria importanza, che testimonia l’efficacia trasformativa del percorso “Prefigurare il futuro”, è la totale eradicazione degli episodi di bullismo all’interno del nostro istituto. Questa è una conquista profonda, frutto di un cambiamento culturale che ha investito l’intera comunità scolastica.

Grazie alle 10 chiavi di “Prefigurare il futuro”, i ragazzi hanno imparato a riconoscere e a gestire le proprie emozioni, a comunicare in modo efficace e a risolvere i conflitti in modo pacifico. Hanno sviluppato una maggiore empatia e un profondo senso di responsabilità verso gli altri, creando un ambiente di rispetto e collaborazione reciproca.

Non ci sono più episodi di prepotenza o di emarginazione. Al contrario, i ragazzi si aiutano e collaborano attivamente, creando una rete di supporto che abbraccia tutti. I più grandi si prendono cura dei più piccoli, i più forti sostengono i più fragili, creando un clima di solidarietà e inclusione.

Questo cambiamento non è avvenuto per caso. È il risultato di un lavoro costante e sinergico, che ha coinvolto studenti, insegnanti e genitori. Abbiamo creato uno spazio sicuro in cui i ragazzi si sentono liberi di esprimersi, di condividere le proprie difficoltà e di chiedere aiuto. Abbiamo insegnato loro a riconoscere i segnali del bullismo e a intervenire in modo costruttivo.

L’assenza di bullismo è un traguardo fondamentale, perché permette ai ragazzi di vivere la scuola come un luogo sereno e accogliente, dove possono concentrarsi sull’apprendimento e sulla crescita personale. Siamo a riusciti a creare un ambiente in cui la diversità è valorizzata, le differenze sono rispettate e ognuno si sente parte di una comunità unita e solidale.

Siamo orgogliosi di questo risultato, che dimostra come un approccio educativo basato sui valori dell’empatia, della collaborazione e del rispetto possa fare la differenza nella vita dei nostri ragazzi.

 


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E in Lei, è cambiato qualcosa?

Grazie a “Prefigurare il futuro”, ho imparato a creare una spirale generativa tra insegnanti, ragazzi e genitori. Ho sviluppato una maggiore pazienza, soprattutto con gli adulti, comprendendo che ognuno ha il proprio percorso e i propri tempi. Questo mi ha permesso di comunicare in modo più efficace e di educare me stessa per educare gli altri.

Attraverso la relazione d’aiuto e l’ascolto empatico, ho imparato a sostenere i ragazzi nel superare il disagio e nel realizzare il loro potenziale. Oggi mi considero un punto di riferimento per la scuola. Questo comporta molte responsabilità, ma mi impegno a essere un modello positivo per gli studenti che mi vedono come una figura di supporto e ascolto. Mi dicono che, quando parlo con loro, sentono di essere accettati e compresi. Un ragazzo, in particolare, ha detto che la mia presenza cambia l’atmosfera e che parlo “da un luogo cardiaco”. È una bella soddisfazione, gliene sono grata.

Questo percorso mi ha anche insegnato a essere più tollerante verso me stessa e verso gli altri, comprendendo che l’errore è parte del processo di crescita. Invece di arrabbiarmi quando i genitori non partecipano ai colloqui, cerco di capire le loro esigenze e di trovare soluzioni alternative.

Il mio obiettivo è creare una comunità educante, dove tutti si sentano coinvolti e supportati.

Grazie al corso, quali miglioramenti prevedete all’interno dell’Istituto?

Grazie al progetto “Prefigurare il futuro”, ispirato ai principi della Pedagogia del Terzo Millennio (PTM) di Patrizio Paoletti, prevediamo una trasformazione profonda e duratura della vita all’interno del nostro istituto e oltre. Stiamo creando un ambiente scolastico ancora più sicuro e inclusivo, fondato sull’assenza di giudizio e sulla promozione dell’accoglienza, dove ogni membro della comunità educativa si senta libero di esprimersi e di realizzare il proprio potenziale. Questo cambiamento culturale porterà a un significativo aumento dell’autostima, della fiducia e della collaborazione tra studenti, insegnanti e genitori, creando un circolo virtuoso di crescita e benessere.

Fattivamente abbiamo molti progetti in corso. Con i “viaggi di istruzione educativi”, abbiamo abbandonato il modello tradizionale dei viaggi turistici, abbiamo scelto di offrire ai nostri studenti esperienze formative che nutrano la loro anima e il loro intelletto. In Grecia, ad esempio, i ragazzi hanno avuto l’opportunità di immergersi nella cultura antica attraverso laboratori artistici e culturali, mentre nel viaggio che faremo Malta, gli studenti seguiranno un percorso di certificazione linguistica, coniugando l’apprendimento delle lingue con la scoperta delle bellezze del territorio.

Consapevoli dell’importanza della prevenzione, abbiamo invece organizzato incontri con gli “Alcolisti Anonimi”, offrendo ai ragazzi testimonianze dirette e spunti di riflessione. Stiamo inoltre preparando un percorso di educazione tra pari, in cui gli studenti più grandi si faranno portavoce di messaggi di consapevolezza e responsabilità verso i più giovani. Affronteremo anche il delicato tema della dipendenza affettiva, fornendo ai ragazzi gli strumenti per costruire relazioni sane ed equilibrate.

Crediamo anche che l’arte e la cultura siano nutrimento essenziale per la mente e per lo spirito. Per questo, organizziamo visite a teatri e musei di prestigio, come il Teatro Donizetti di Bergamo e il Museo del Novecento di Milano, offrendo ai ragazzi l’opportunità di entrare in contatto con capolavori che hanno segnato la storia dell’umanità.

Riconosciamo inoltre il ruolo fondamentale dei genitori nel percorso educativo dei loro figli. Per questo, stiamo progettando laboratori artistici che offrano loro l’opportunità di esprimere la propria creatività e di condividere momenti di crescita con i propri figli e con gli altri membri della comunità scolastica.

Ultimo, ma non per importanza, un altro progetto che ci sta particolarmente a cuore è quello dei matinée teatrali. In collaborazione con una compagnia teatrale, portiamo in scena temi culturali e sociali di grande rilevanza, offrendo ai ragazzi spunti di riflessione e approfondimento. Questo progetto, frutto della nostra volontà di condivisione e di vivere esperienze insieme, si lega perfettamente alla filosofia di Fondazione Patrizio Paoletti. Dopo ogni matinée, organizziamo un momento di confronto con gli attori, dando voce ai ragazzi e creando un dialogo costruttivo. Il prossimo appuntamento è previsto per aprile, e non vediamo l’ora di condividere questa esperienza con i nostri studenti.

Qual è il vostro obiettivo?

Creare una comunità educante inclusiva e solidale, dove ogni membro, studente, insegnante o genitore, si senta parte di un tutto più grande. Una vera e propria comunità, un rifugio sicuro dove ogni ragazzo si senta accolto e valorizzato. Un luogo dove le differenze non siano mai motivo di esclusione, ma ricchezze da condividere.

Vogliamo che i nostri studenti imparino a gestire lo stress, a superare le difficoltà e a esprimere le proprie emozioni in modo sano e costruttivo. Che diventino consapevoli del proprio potenziale, che imparino a credere in sé stessi e a costruire il proprio futuro con fiducia e determinazione.

Vogliamo che la scuola non sia solo un luogo di crescita personale, ma un trampolino di lancio verso il mondo. Che i nostri ragazzi imparino ad apprezzare l’arte, la musica, la letteratura, la scienza, la storia. Vogliamo che diventino cittadini consapevoli e curiosi, capaci di guardare il mondo con occhi nuovi e di contribuire al suo miglioramento.

E infine, vogliamo che i nostri studenti imparino a prendersi cura di sé stessi e degli altri. Desideriamo diventino consapevoli dei rischi legati alle dipendenze, che imparino a fare scelte responsabili e a costruire stili di vita sani ed equilibrati. Vogliamo che diventino resilienti, capaci di affrontare le sfide della vita con coraggio e determinazione.

Consiglieresti il progetto “Prefigurare il Futuro” e, se sì, perché?

Certamente sì. Grazie a “Prefigurare il Futuro” si riesce a creare un ambiente generativo che si manifesta attraverso una maggiore empatia, una comunicazione più efficace e una collaborazione più intensa tra studenti, insegnanti e genitori. Si crea un circolo virtuoso in cui la fiducia, il rispetto e la comprensione reciproca diventano i pilastri di una comunità educante solida e coesa. Le 10 chiavi di “Prefigurare il futuro” non sono solo un insieme di principi teorici, ma un vero e proprio manuale pratico per la vita, fornendo strumenti concreti per affrontare le sfide quotidiane, per gestire le emozioni e per costruire relazioni positive.

In definitiva, questo percorso rappresenta un investimento nel futuro dei nostri ragazzi, un investimento che porterà benefici duraturi non solo a livello individuale, ma anche a livello sociale.


Contrastare la crisi di salute mentale negli adolescenti con Fondazione Patrizio Paoletti

La crisi di salute mentale che il mondo contemporaneo sta attraversando impatta particolarmente sulle nuove generazioni, con disagio psicosociale grave che può sfociare anche nel suicidio o in episodi di violenza e bullismo. Un’indagine del 2024 testimonia che 6 adolescenti su 10 sono vittime di violenza, il 60% delle ragazze e il 68% dei ragazzi ha subito bullismo e il 21% delle ragazze e il 16% dei ragazzi ha subito cyberbullismo.

Cresce fra i ragazzi anche il senso di isolamento, che può tradursi in un vero e proprio ritiro sociale, nel fenomeno Hikikomori, mentre aumenta la percezione di non essere capiti dagli adulti, misurata dall’indagine “Adolescenti in Italia: che cosa pensano gli under 18 e cosa dicono gli adulti”, che testimonia che il 58% degli adolescenti tra i 14 e i 17 anni sente di non essere compreso dal mondo adulto e il 56% è preoccupato per il futuro, con particolare timore della solitudine (36%).

Fondazione Patrizio Paoletti ha presentato alla Camera dei Deputati il suo Report Focus Adolescenza, che indaga sul benessere psicosociale degli adolescenti nel post-pandemia, fra rischio di isolamento, paura, depressione, vulnerabilità e sconforto. Fondazione Patrizio Paoletti è impegnata in prima linea per sostenere la salute mentale degli adolescenti, attraverso progetti psicoeducativi nelle scuole, come Prefigurare il Futuro, e interventi mirati nei territori dove il tessuto sociale è più fragile e il rischio di disagio maggiore, come Oltre le Periferie nelle città di Roma e Napoli. Con la campagna Prima che sia troppo tardi è possibile sostenere la salute mentale degli adolescenti, contribuendo a garantire loro il diritto al benessere emotivo e psicosociale, attraverso il potenziamento delle risorse interiori, per far fronte alle crescenti sfide del panorama geopolitico e sociale e favorire la migliore realizzazione e felicità.

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fondazionepatriziopaoletti.org/prefigurare-il-futuro-scuola-info/

 


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