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AIS riparte con la gratitudine

Nel 1917, Sigmund Freud, padre della psicanalisi scrisse in una lettera a Maria Montessori: “Se i bambini fossero allevati in tutto il mondo secondo i suoi principi, la maggior parte degli psicoanalisti non avrebbe più niente da fare”. Può forse darsi che Freud avesse in mente il rientro a scuola dei bambini dopo le vacanze estive, un momento che mette spesso alla prova genitori, insegnanti e studenti. Il rientro a scuola, infatti, è un momento speciale per bambini e insegnanti, ma può essere anche un periodo destabilizzante: si interrompe il ritmo estivo, le vacanze finiscono, cambia il clima, ricominciano tutti gli impegni, la vita ritorna frenetica con meno tempo libero e meno svaghi.

In questo processo, i più piccoli sperimentano in una certa misura quei processi di rapido cambiamento che sempre più caratterizzano le società contemporanee. Proprio il fatto che il momento di passaggio avviene in un contesto orientato e contentivo come quello scolastico permette di utilizzare questa occasione per l’apprendimento delle soft skills. L’Équipe pedagogica di AIS – Assisi International School ha deciso di porre un focus didattico particolare sulla gratitudine, considerata nella ricerca psicopedagogica più recente come efficace predittore di resilienza e base per uno sviluppo ottimale del Sé.

Apprendere le competenze della gratitudine per modellare il cervello

AIS riparte con la gratitudine, ma cercando anche tutti gli aspetti positivi del rientro a scuola connessi alle diverse parti della struttura cerebrale, istintivo-motoria, emotiva e razionale: si ritrovano amici ed insegnanti, si ricominciano attività stimolanti, si constata di essere cresciuti e di avere nuove capacità.

In accordo con Pedagogia per il Terzo Millennio, il metodo ideato da Patrizio Paoletti e la sua équipe secondo cui sono progettate le attività di AIS, il primo passo dell’apprendimento è sempre l’acquisizione di consapevolezza. Per questo motivo, i bambini compilano ogni giorno un “Diario della gratitudine” per evidenziare tutte le cose nella vita di ognuno che ci possono rendere grati. Così anche preparano biglietti di ringraziamento per genitori, amici, parenti. Si tratta di attività volte a sviluppare le 4 competenze della gratitudine individuate dal progetto “Raising Grateful Children” della University of North Carolina, Chapel Hill:

  1. Riconoscere le cose per cui si è grati
  2. Esaminare il motivo per cui si sono ricevute quelle cose
  3. Sentire le emozioni provate in relazione alle cose che ci sono state date
  4. Agire la gratitudine, esprimendola con gesti concreti

Quando i bambini sono incoraggiati non solo a compiere le buone prassi della cortesia, ma anche ad approfondirle prendendo consapevolezza di sé stessi, concreti cambiamenti avvengono nel cervello. È per questo che la gratitudine ha un ruolo tanto significativo nello sviluppo del Sé. Secondo le ricerche di Fox e colleghi, per esempio, vi sono legami neurali tra gratitudine e regioni cerebrali coinvolte nella morale e nell’empatia. Lo scambio di doni migliora le performance cognitive ed aumenta l’emoglobina ossigenata nella corteccia prefrontale dorsolaterale, area associata alla cognizione morale, al giudizio di valore e alla teoria della mente.

Possiamo essere SEMPRE grati?

Una domanda ricorrente tra i bambini che approcciano questo tema. Qualcuno ci dice che si può. Attraverso la lettura di testi e poesie di Madre Teresa di Calcutta, Einstein, Emmons, Gibran, i bambini si stanno confrontando con l’idea che si può essere sempre grati e che la gratitudine ci rende felici, non è la felicità che ci rende grati. I piccoli scoprono in questo modo un concetto di gratitudine più articolato e profondo, diverso dalla superficialità di un approccio formale. E si impegnano nell’elaborazione attraverso la scrittura: a piccoli gruppi hanno scritto brevi testi poetici o argomentativi, canzoni o acrostici per riassumere tutto ciò che stanno imparando e condividerlo con i loro amici e le loro famiglie.

Hanno guardato in classe il frammento del film Kung Fu Panda in cui il Maestro dice all’allievo: “Ti preoccupi troppo per ciò che era e per ciò che sarà. C’è un detto: ieri è storia, domani è un mistero, ma oggi è un dono, per questo si chiama presente”. Insieme hanno riflettuto sulle parole, scoprendo che ci sono cose che non possono essere comprate come, ad esempio, la gratuità degli attimi che viviamo. Ogni momento è speciale perché possiamo imparare sempre da ogni cosa. La gratitudine è uno stato interiore, perché possiamo essere grati anche per qualcosa che non ha una contropartita.

Essere grati dei doni materiali ed immateriali ci fa capire quanto è importante essere partecipi attivamente nella vita, con tutti, per poter lasciare un esempio. Stanno lavorando sulla gratitudine partendo dal significato della parola stessa, identificando la gratitudine come un sentimento che coinvolge cuore e mente. Insieme stanno creando le foglie con le loro riflessioni da mettere sull’“Albero della Gratitudine” per un lavoro continuativo nel corso dell’anno scolastico.

Gratitudine ed Intelligenza Ecologica

In continuità con il lavoro intrapreso negli anni precedenti per lo sviluppo dell’Intelligenza Ecologica, tutte le classi sono andate nell’orto della scuola. Qui hanno annotato i cambiamenti avvenuti nei mesi estivi, raccolto i frutti del lavoro primaverile, ringraziato la Terra per i suoi doni, celebrato il lavoro fatto negli ultimi mesi del precedente anno scolastico.

I bambini più piccoli hanno letto alcuni libri sulla natura e ringraziato la Nostra Terra per i frutti ed i fiori che ci offre in ogni stagione, hanno realizzato insieme un barattolo di carta con fiori colorati.

L’interdipendenza positiva

Gli alunni più grandi della scuola primaria hanno preparato un’accoglienza speciale per i bambini di prima, che si affacciano al mondo della scuola e, attraverso il progetto tutor, si predispongono ad accompagnarli tutto l’anno nel loro viaggio di apprendimento e crescita. Il primo giorno di scuola ogni tutor della classe quinta ha preparato e donato ad un bambino di prima un diario di bordo, dove annoterà le principali esperienze che farà durante il primo anno di scuola. È questo un modo per i bambini più grandi di celebrare e ringraziare per l’esperienza fatta nei precedenti anni scolastici, è un rivedere da dove sono partiti per riconoscere le loro nuove competenze in tutti gli ambiti.

Gli alunni più grandi si stanno confrontando sul significato della parola gratitudine e quanto sia una parola carica di emozione profonda a differenza, ad esempio, della parola riconoscenza che è più legata ad un favore fatto, ad una cortesia ricevuta. Essere grati è una disposizione di animo, è un sentimento. Si stanno interrogando attivamente sul rapporto che c’è tra gentilezza e gratitudine, apprendendo ad attuare questi principi nell’interazione sociale. Un modo concreto di esplorare l’interdipendenza positiva tra tutti gli individui.

Bibliografia
  • Boggiss, A. L., Consedine, N. S., Brenton-Peters, J. M., Hofman, P. L., & Serlachius, A. S. (2020). A systematic review of gratitude interventions: Effects on physical health and health behaviors. Journal of Psychosomatic Research, 135, 110165.
  • Card, N. A. (2019). Meta-analyses of the reliabilities of four measures of gratitude. The Journal of Positive Psychology, 14(5), 576-586.
  • MacLean P.D. (1984) Evoluzione del cervello e comportamento umano, Einaudi, Milano.
  • Montessori, M. (1918). Il metodo della pedagogia scientifica applicato all’educazione infantile nelle case dei bambini. Maglio ne & Strini.
  • Paoletti, P. (2008). Crescere nell’eccellenza. Armando Editore.
  • Paoletti, P., & Selvaggio, A. (2010). Osservazione. Quaderni di Pedagogia per il terzo Millennio. Perugia: Edizioni 3P

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