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Il giusto ambiente per la concentrazione

Ecologia della mente, spazi, emozioni e funzioni cognitive

Concentrarsi sembra sempre più complesso, in un’epoca satura di informazioni, notifiche, suoni e luci. Ogni stimolo può divenire una distrazione, che ci allontana da compiti e obiettivi. L’ambiente gioca un ruolo fondamentale nella concentrazione: imparare a modularlo permette una migliore gestione delle energie, performance e soddisfazione.

Che cos’è la concentrazione

La concentrazione è una funzione cognitiva fondamentale, che ci permette di orientarci e focalizzare l’attenzione su ciò che stiamo facendo, escludendo distrazioni esterne e interne. Coinvolge la corteccia prefrontale del cervello, essenziale per il controllo esecutivo e la gestione delle risorse cognitive. La capacità di concentrazione influenza l’efficacia dell’apprendimento, la memoria e la produttività lavorativa e creativa. La concentrazione è modulata da diversi fattori, tra cui la motivazione, lo stato emotivo o l’interesse per l’attività. Fisiologiche difficoltà di concentrazione possono essere sperimentate in presenza di un carico di lavoro elevato o in momenti di stanchezza o stress. Viceversa, la concentrazione può raggiungere picchi considerevoli, in presenza di compiti impegnativi ma gratificanti o dopo un riposo rigenerante.

Ambiente e concentrazione

L’ambiente, comprese le condizioni di vita e la situazione economica, gioca un ruolo cruciale nel favorire o meno la concentrazione. Secondo i dati Eurostat, il 14,9% della popolazione europea soffre di moderate o gravi difficoltà di concentrazione e memoria, ma la percentuale arriva al 19,9%, in presenza di rischio di povertà. Addirittura, in alcuni Paesi, la precarietà economica aumenta del 20% le difficoltà di concentrazione. Questi risultati testimoniano come concentrazione e memoria risentano profondamente delle condizioni, anche economiche, dell’ambiente.

L’ambiente umano come ecosistema: l’ecologia della mente

Per comprendere il ruolo dell’ambiente nella nostra esistenza e funzioni cognitive, possiamo fare riferimento all’ecologia della mente. Questa teoria riconosce una profonda interdipendenza tra gli organismi e tra l’organismo e l’ambiente, in termini di continuità e integrazione. L’approccio ecologico, etimologicamente dello “studio dell’ambiente”, viene qui applicato anche alla società e alle relazioni umani. La comunità, i gruppi e la famiglia vengono letti e interpretati come ecosistemi naturali, dove equilibrio e istanze evolutive dettano il ritmo di funzioni, scambi e reciprocità. L’ecologia della mente studia soggetti e contesto in maniera unitaria, olistica, senza separazioni o isolamenti. Portando attenzione alle interconnessioni e dinamiche, permette un approccio sistemico anche allo studio delle scienze umane. Uno sguardo d’insieme e integrato consente lo sviluppo di nuove soluzioni efficaci e innovative a situazione complesse, ottimizzando il circolo di azioni, emozioni e pensieri dei vari microcosmi, anche umani.

 


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L’ambiente esterno e interno per la concentrazione

L’ambiente è fondamentale per la concentrazione e l’apprendimento. Un ambiente scolastico progettato con cura può favorire la regolazione e il benessere emotivo, influenzando positivamente anche le prestazioni accademiche. L’approccio ecologico è essenziale anche nei luoghi di lavoro, dove il benessere di dipendenti e aziende è correlato al design dell’ambiente e delle relazioni. In famiglia, infine, l’ambiente partecipa alla costruzione della sensazione e idea di casa, dove ordine, pulizia e accoglienza esterne si riflettono in emozioni e sensazioni intime.

L’ecologia della mente ci insegna che ambiente esterno e interno sono connessi profondamente. Possiamo applicare efficaci strategie per migliorare l’ambiente esterno, quando è possibile, dedicandoci parallelamente a pratiche per ottimizzare l’ambiente interno. Possiamo, per esempio cercare di:

  • Creare un ambiente favorevole personalizzato: ognuno di noi ha delle preferenze e caratteristiche uniche, anche in merito alla concentrazione. È fondamentale conoscerle per organizzare l’ambiente ottimale per il nostro funzionamento cognitivo. Possiamo modulare luci, colori e oggetti attorno a noi, per quanto possibile. Importante è anche l’aspetto sonoro: qualcuno si concentra meglio con una specifica musica di sottofondo, per altri è meglio il silenzio.
  • Prendersi cura dell’ambiente olfattivo. Rachel Herz, neuroscienziata della Brown University, che studia la scienza psicologica dell’olfatto, ricorda come gli odori siano in grado di richiamare emozioni piacevoli e, con esse, influire profondamente sul benessere e salute. Studi scientifici testimoniano che i profumi che richiamano ricordi autobiografici positivi sono in grado di promuovere una respirazione più lenta e profonda e ridurre i marcatori dell’infiammazione. Questi stimoli olfattivi contribuiscono a contenere lo stress, migliorando le nostre capacità cognitive e di concentrazione.
  • Praticare il silenzio intenzionale e proteggerci dall’infodemia e dall’iperconnessione. Il fiume di notifiche e la quantità eccessiva di informazioni rischiano di creare un “rumore” di distrazioni, a volte di qualità discutibile, come le fake news. Scegliere una pulizia di ricezione delle informazioni favorisce l’ordine mentale e la concentrazione, preservando anche un tempo essenziale di silenzio riflessivo. Al silenzio è dedicata la conferenza I.C.O.N.S. dell’Istituto RINED della Fondazione Patrizio Paoletti, dove ricercatori e neuroscienziati condividono gli effetti del silenzio e delle pratiche contemplative sul nostro benessere e funzioni cognitive.
  • Seguire sani stili di vita, compreso un buon sonno di qualità e un regolare esercizio fisico. La Harvard Medical School consiglia 150 minuti di esercizio aerobico alla settimana, come una camminata veloce, per migliorare la concentrazione.
  • Praticare meditazione e silenzio intenzionale: sessioni contemplative possono favorire la capacità di concentrarsi, anche nell’adolescenza. In particolare, la mindfulness ci insegna a portare maggiore attenzione al momento presente, migliorando la consapevolezza.
  • Imparare la respirazione quadrata, che favorisce la concentrazione e il benessere emotivo.
  • Programmare delle pause rigeneranti, che non richiedano attenzione e concentrazione eccessiva. Provare a rilassarsi controllando le notifiche sul cellulare potrebbe essere controproducente: meglio una passeggiata all’aria aperta, possibilmente in natura o in un luogo tranquillo.
  • Moderare il multitasking: quando ci occupiamo di più compiti contemporaneamente, la nostra attenzione passa da uno all’altro. Questo ha un costo a livello di energia e tempo quindi, soprattutto in presenza di compiti complessi, è preferibile dedicarsi a una sola attività per volta.
  • Cercare lo “stato di flusso”, l’esperienza ottimale in cui siamo completamente immersi nell’attività che stiamo facendo, tanto da scollegarci dalle distrazioni. Lo stato di flusso si sperimenta coltivando interesse e motivazione intrinseca, lasciandoci coinvolgere completamente dal processo e dall’obiettivo.

Infine, quando, la concentrazione, nonostante tutto, viene meno, possiamo ispirarci ai bambini, maestri della risoluzione creativa dei problemi, anche in carenza di concentrazione. Secondo uno studio del Max Planck Institute for Human Development, i bambini compenserebbero la bassa attenzione e concentrazione, tipiche del loro sviluppo cognitivo, con la creatività e uno sguardo d’insieme. In particolare, i bambini sarebbero in grado di usare un’attenzione meno focalizzata ma più estesa, considerando informazioni apparentemente irrilevanti. Di fronte a un problema, metterebbero così in atto cambiamenti spontanei di strategia, puntando su creatività e flessibilità.

Concentrazione ed emozioni

Centrale per la concentrazione restano le emozioni, da accogliere e canalizzare per le nostre migliori intenzioni. In questo senso, non ci aiutano solo le emozioni positive e piacevoli, ma persino la rabbia: secondo uno studio pubblicato nel 2023 sul Journal of Personality and Social Psychology, anche la rabbia può aiutarci a raggiungere i nostri obiettivi, se ben trasformata e canalizzata. Tutte le emozioni hanno un senso e un’utilità evolutiva: il nostro compito è imparare a riconoscerle e utilizzarle per il nostro miglioramento e salute globale, che comprende la soddisfazione e la felicità. Fondazione Patrizio Paoletti mette a disposizione l’Edukit gratuito sull’Intelligenza Emotiva, con lo scopo di fare delle emozioni le nostre alleate per decodificare e vivere la vita pienamente.

 


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Bibliografia
  • Lench, H. C., Reed, N. T., George, T., Kaiser, K. A., & North, S. G. (2023). Anger has benefits for attaining goals. Journal of Personality and Social Psychology.
  • Masaoka, Y., Sugiyama, H., Katayama, A., Kashiwagi, M., & Homma, I. (2012). Slow breathing and emotions associated with odor-induced autobiographical memories. Chemical senses37(4), 379-388.
  • Matsunaga, M., Bai, Y., Yamakawa, K., Toyama, A., Kashiwagi, M., Fukuda, K., … & Ohira, H. (2013). Brain–immune interaction accompanying odor-evoked autobiographic memory. PLoS One8(8), e72523.
Sitografia
  • https://ec.europa.eu/eurostat/web/products-eurostat-news/w/ddn-20240129-1
  • https://www.bps.org.uk/psychologist/many-us-are-not-optimally-using-our-concentration-span
  • https://www.health.harvard.edu/mind-and-mood/tips-to-improve-concentration
  • https://magazine.hms.harvard.edu/articles/connections-between-smell-memory-and-health
  • https://www.medicalnewstoday.com/articles/unable-to-concentrate
  • https://www.mpg.de/18964200/0715-bild-pm-2022-july-149835-x
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