Neurodegenerazione

Cosa s’intende per neurodegenarazione?

Il termine ‘neurodegenerazione’ è composto da due parole: ‘neuro’, che si riferisce alle cellule nervose, e ‘degenerazione’, che significa danno progressivo. Quando usiamo il termine ‘neurodegenerazione’, stiamo parlando di diverse situazioni in cui le cellule nervose nei nostri corpi vengono gradualmente danneggiate. Questi danni peggiorano nel tempo e influiscono sulla nostra capacità di pensare e prendere decisioni. Questo processo costituisce una parte importante di molte malattie, che rientrano nella categoria delle “malattie neurodegenerative”. Tra i molti disturbi diversi in questa categoria, solo alcuni hanno ricevuto molta attenzione. I più noti sono la malattia di Parkinson, la malattia di Huntington e la malattia di Alzheimer. Purtroppo, molte altre malattie in questo gruppo non hanno ricevuto altrettanta attenzione. Tutte queste condizioni causano progressivi danni al cervello nel corso del tempo e sono correlate alla neurodegenerazione. Anche se queste malattie mostrano segni diversi nelle persone, i processi che danneggiano le cellule cerebrali sembrano simili su una scala più piccola. Ad esempio, la malattia di Parkinson colpisce una parte del cervello chiamata ‘gangli della base’ e riduce la quantità di una sostanza chimica chiamata dopamina. Questo causa problemi come rigidità muscolare, irrigidimento e tremori, che sono sintomi comuni della malattia. Nella malattia di Alzheimer, si formano grumi proteici minuscoli nel cervello che danneggiano aree diverse, causando una progressiva perdita di memoria. La malattia di Huntington è un disturbo genetico che peggiora gradualmente e colpisce i muscoli principali del corpo, causando gravi problemi di movimento e, alla fine, la morte.

Le cause della naurodegenerazione

Solo una piccolissima frazione, meno del 5%, delle malattie neurodegenerative può essere attribuita a mutazioni genetiche. Si ritiene che il resto derivi dai seguenti fattori:

–Accumulo di proteine dannose nel cervello

–Funzionamento compromesso dei mitocondri, che porta alla produzione di molecole dannose per i neuroni

Anche se le cause possono variare, gli esperti generalmente concordano sul fatto che l’esito tenda a essere l’attivazione dell’apoptosi o morte cellulare programmata. Questo avviene essenzialmente quando una cellula termina deliberatamente la sua vita per proteggere i neuroni vicini da sostanze nocive.

A che punto è la ricerca: i possibili trattamenti

Attualmente, non esistono cure per la neurodegenerazione. Nei vari tipi di queste malattie, i farmaci possono solo aiutare a lenire i sintomi e migliorare la qualità di vita dei pazienti. Per esempio, in alcune persone con la malattia di Alzheimer, la memantina e il donepezil possono rallentare leggermente l’avanzamento dei sintomi di demenza, mentre nella malattia di Parkinson la levodopa può aumentare i livelli di dopamina nel cervello per alleviare alcuni sintomi principali. Nonostante il numero di casi di queste malattie stia aumentando, le terapie efficaci per trattarle sono ancora scarse. La ricerca si concentra sulle somiglianze nella neurodegenerazione che si verificano in ciascuna di queste tre malattie. Identificando tali analogie, gli studiosi sperano di capire meglio i meccanismi delle malattie per sviluppare nuovi trattamenti e strategie utili ai pazienti affetti da queste condizioni. Oltre a questa comprensione unificata del processo delle malattie neurodegenerative, gli obiettivi principali della ricerca includono:

–Un maggior approfondimento sulla genetica alla base della neurodegenerazione

–Una migliore comprensione dei sintomi e dei segni iniziali collegati alla neurodegenerazione

–Lo sviluppo di test più precisi per individuare queste condizioni prima che si verifichi una significativa perdita neuronale

-L’identificazione di gruppi specifici di pazienti che rispondono meglio a determinati trattamenti, così da poter intervenire il prima possibile nella progressione della malattia.