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Menti Resilienti: Rinascere genitori. Anche il neopapà ha bisogno di cure

L’arrivo di un bambino è una splendida rivoluzione, che induce importanti cambiamenti a livello cerebrale in entrambi i genitori. La gioia di una nuova nascita è fra le più profonde nella vita. Non mancano, tuttavia, le sfide e i problemi, per la mamma e anche per il papà.

Secondo uno studio dell’University of Illinois, una percentuale tra l’8 e il 13% dei padri sperimenta la depressione post partum. Il rischio sale al 50%, se anche la neomamma ne soffre. Eppure, solo una piccola percentuale dei padri chiede aiuto, anche a causa degli stereotipi di genere.

Sull’uomo spesso grava l’ideale di una forza dai toni granitici, se non insensibili, che può giungere alla patologia. L’isolamento sociale, unito a uno stress eccessivo, è un fattore di rischio per la depressione del papà. Anche il sentirsi esclusi dal rapporto mamma-bambino può minare la sua salute mentale. Uno studio del 2023 suggerisce che un fattore protettivo è il congedo di paternità. Questo permette l’evoluzione del rapporto col bambino, che cresce attraverso la condivisione del tempo e il contatto pelle a pelle. Il congedo di paternità influisce positivamente anche sulla salute mentale della neomamma e del figlio, con positive ripercussioni persino nell’adolescenza ed età adulta. Non solo, il benessere del papà è fondamentale, con ripercussioni anche sui futuri risultati scolastici dei figli.

Come fare per aiutare i neopapà in questa nuova e preziosa fase della vita? È necessario educare a una forza vera e sana, che non reprima il mondo interiore, ma lo esalti, partendo dall’infanzia e dall’adolescenza. Essere forti è affrontare l’avventura dell’autoconsapevolezza, riconoscere le emozioni, esprimere il disagio e chiedere aiuto. Possono esserci d’aiuto anche alcune parole chiave, da ricordare e praticare insieme:

  1. Organizzazione: l’arrivo di un bambino richiede una nuova e resiliente pianificazione. Puoi scaricare qui l’Agenda del Papà, offerta gratuitamente dalla Fondazione Patrizio Paoletti, per riorganizzare tempi, obiettivi, premiando anche i piccoli risultati.
  2. Tempo: ce ne vuole un po’, per trovare un nuovo equilibrio, di coppia e di famiglia. L’ideale è rinunciare alla fretta, ridimensionare gli obiettivi che troppo severamente ci siamo dati e vivere il presente. Gli anni che separano il biberon dai confetti della laurea volano in un soffio: godiamoci il momento con gratitudine e curiosità.
  3. Spazio: la nuova famiglia ha bisogno di uno spazio tutto suo, per conoscersi e diventare, profondamente, una famiglia. La nascita di un bambino è solo l’inizio di una grande storia d’amore, che cresce ogni giorno.
  4. Silenzio: tra paure, chat, gruppi e liste di sintomi online, l’ansia è dietro l’angolo. Facciamo un bel respiro e cerchiamo di ridimensionare l’allerta. Da due milioni di anni i genitori affrontano e vincono i problemi: ce la faremo anche noi. Ricaviamoci dei momenti di silenzio, protagonista della ricerca scientifica all’Istituto RINED, che permette di interrompere il ciclo dei pensieri disturbanti e stimoli esterni. Guarda qui il video dell’intervento del neuropsichiatra Giuseppe Chiarenza sui benefici del silenzio sulla nostra salute mentale. Può sostenerci anche la Mindfulness, che aiuta ad apprendere il nuovo, ricordandoci di prendere il tempo per respirare e vivere bene.
  5. Amorevole gentilezza, prima di tutto nei nostri confronti. I social network propongono spesso ideali irrealistici, di fronte ai quali può nascere un senso di inadeguatezza. Non esiste un genitore perfetto, né sempre felice. Cerchiamo di essere gentili con noi stessi, praticando la Self Compassion, che ci aiuterà a trattare amorevolmente anche gli altri, compreso nostro figlio.
  6. Sostegno: pratico ed emotivo, i neogenitori hanno bisogno di supporto. Che sia una lavatrice o due chiacchiere in leggerezza, per mamma e papà è prezioso l’abbraccio comprensivo e proattivo della rete sociale.

Ricordiamoci, infine, che non si diventa papà solo alla nascita del figlio. Lo si diventa tutti i giorni della vita, un po’ di più, un po’ meglio. Il più grande insegnante sarà proprio nostro figlio. Diamogli fiducia, su cui costruire speranza e prefigurazione di un futuro per crescere insieme. E diamo fiducia a noi stessi, che siamo i supereroi della vita quotidiana e il sogno dei nostri antenati.

 

Bibliografia
  • Barry, K. M., Gomajee, R., Benarous, X., Dufourg, M. N., Courtin, E., & Melchior, M. (2023). Paternity leave uptake and parental post-partum depression: findings from the ELFE cohort study. The Lancet Public Health8(1), e15-e27.
  • Kim, P., & Swain, J. E. (2007). Sad dads: paternal postpartum depression. Psychiatry (edgmont)4(2), 35.
  • Paulson, J. F., & Bazemore, S. D. (2010). Prenatal and postpartum depression in fathers and its association with maternal depression: a meta-analysis. Jama303(19), 1961-1969.
  • Singley, D. B., & Edwards, L. M. (2015). Men’s perinatal mental health in the transition to fatherhood. Professional Psychology: Research and Practice, 46(5), 309.
  • Self-reported consultation of mental healthcare or rehabilitative care professionals by sex, age and educational attainment level (2019). Eurostat.
  • Wainwright, S., Caskey, R., Rodriguez, A., Holicky, A., Wagner-Schuman, M., & Glassgow, A. E. (2023). Screening fathers for postpartum depression in a maternal-child health clinic: a program evaluation in a midwest urban academic medical center. BMC Pregnancy and Childbirth, 23(1), 675.
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