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Situationship: viverla (o uscirne) felicemente

Più di un’amicizia, meno di un amore: è il limbo delle situationship, relazioni romantiche indefinite, senza progettualità, diffuse tra adulti e adolescenti. Il biologo Justin Garcia le ha descritte come il frutto di una cultura del sesso veloce e dell’amore lento. Si rimanda, sempre di più, l’impegno reciproco, a favore di una libera sperimentazione.

È una strada che può farci felici e favorire il nostro benessere? Dipende. Se consideriamo la felicità come piacere, la gratificazione sessuale può soddisfarci e arricchire la nostra vita, senza darci troppe responsabilità. Se consideriamo la felicità come crescita o miglioramento, è più probabile che, col tempo, emergano ansia, incertezza, stress, insoddisfazione o risentimento. La situationship, infatti, non evolve sempre facilmente, perché basata su casualità e disimpegno, a volte concordate fin dall’inizio. La carenza o assenza di coinvolgimento emotivo potrebbe risultare disarmante, se ci si accorge di essere anche meno di amici. Essere amici significa volersi bene, ossia desiderare il bene dell’altro, entrando in una connessione coi suoi bisogni e desideri. Questa sintonia può mancare in una situationship, se egoismo e narcisismo vincono, senza pre-occuparsi dell’altra persona.

Come fare, allora, per far funzionare una situationship?

Innanzi tutto, occorre capire che alla base di una vita relazionale sana e soddisfacente c’è l’allenamento a prefigurare il futuro. Non c’è niente di più entusiasmante di costruire il nostro domani, continuando a vivere pienamente il presente. Fondazione Patrizio Paoletti offre un training gratuito per imparare a sognare col cuore, che puoi scaricare qui.

Quindi, possiamo considerare tre chiavi sono essenziali:

  • Comunicazione: esprimiamo sinceramente i nostri bisogni. Se sono compatibili con quelli del partner, possiamo vivere una serena situationship, finché i desideri nostri o suoi non cambino.
  • Consapevolezza: per esprimere i nostri bisogni, dobbiamo prima esserne ben consci. Siamo soddisfatti o desideriamo una nuova dimensione di felicità?
  • Rispetto per noi e per il partner: trattiamo noi stessi e l’altra persona sempre con gentilezza e amorevole compassione. Coltiviamo la stima dell’altro e l’autostima (puoi scaricare un allenamento gratuito all’autostima qui).



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Come provare, invece, a uscire da una situationship, per entrare in una relazione? Oltre alle chiavi di cui sopra, possiamo:

  • Vincere la paura della noia. Se ci spaventa la noia di una relazione stabile, non preoccupiamoci, perché anche l’eccitante incertezza di una situationship, se protratta nel tempo, ci annoierà. Tutto ciò che non cambia annoia, quindi prepariamoci a fare evolvere ogni relazione, anche quelle “stabili”.
  • Mettere il bene dell’altro, vicendevolmente, al centro, qualsiasi sia la relazione che costruiremo, che sia amore o vera amicizia.
  • Creare un’intimità più profonda, iniziando a spogliarsi sul piano emotivo, svelando gradualmente il nostro tesoro di sogni, paure e desideri.
  • Aprirci al mondo insieme. Condividere una cena con gli amici o una mostra ci permetterà di conoscerci meglio. Così facendo, vedremo anche se la situationship, tutto sommato, ha le carte per diventare qualcosa di più.

Infine, naturalmente, possiamo uscire da una situationship anche allontanandoci, se sogni e bisogni sono differenti. Possiamo comunque restare vicendevolmente grati della piccola strada condivisa. Ogni relazione o situationship insegna qualcosa e ci aiuta a diventare sempre più fedeli a noi stessi. Anche una buona parentesi, insomma, aiuta il discorso (l’importante è che sia buona, consapevole e rispettosa).

 

Bibliografia
  • Kuburic, S. (2023). Situationships often awkward without mutual understanding. USA Today, 03D-03D.
  • Nakasone, Y. (2022). Situationships are not for the faint of heart. UWIRE Text, 1-1.
Bibliografia

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