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Benessere lavorativo: design architettonico e delle relazioni

L’ambiente di lavoro come ecosistema: tossicità e strategie

Secondo l’Osservatorio Glickon, trascorriamo 90mila ore della nostra vita lavorando. È una porzione di vita talmente rilevante che risulta fondamentale costruire e preservare il benessere psicosociale al lavoro. Questo comprende diverse dimensioni, tra cui quella retributiva, sociale ed esistenziale. Si costruisce sviluppando competenze professionali e relazionali, integrando innovazione e valori tradizionali, attraverso un buon dialogo intergenerazionale, e rendendo il lavoro a servizio della vita. Il lavoro può contribuire in modo sostanziale a dare una struttura, un senso e un obiettivo ai nostri giorni, aumentando la nostra autostima e autoefficacia e favorendo la socializzazione. Il lavoro è parte integrante della salute globale, che è più che assenza di malattia, ma un completo stato di benessere, anche professionale.

L’ambiente di lavoro come ecosistema

Fondamentale per il benessere lavorativo è l’ambiente di lavoro, di cui persone e spazi fanno parte, in un unico sistema. Al lavoro si sperimenta una profonda interazione e integrazione tra l’organismo e l’ambiente. L’ambiente lavorativo influisce su di noi che, a nostra volta, influiamo sull’ambiente, in un circolo virtuoso o vizioso. Come in un ecosistema, ogni ambiente di lavoro vive l’evoluzione dei sistemi e delle relazioni. Si assiste a una naturale selezione delle procedure, non solo tecniche, ma anche di comunicazione. Queste possono facilitare la circolazione di particolari tipologie di emozioni e azioni, in grado di diffondersi nel gruppo di lavoratori.

Lo stress lavoro-correlato

Nel 2023, l’APA American Psychological Association ha condotto un sondaggio negli Stati Uniti sul benessere psicologico al lavoro. Dai dati, emerge che il 77% dei lavoratori ha sperimentato stress lavoro-correlato nell’ultimo mese. Il 57% ne ha patito effetti negativi, come:

  • esaurimento emotivo (31%)
  • calo della motivazione (26%)
  • desiderio di isolamento (25%)
  • desiderio di smettere di lavorare (23%)
  • minore produttività (20%)
  • irritabilità o rabbia con colleghi e clienti (19%)
  • sensazione di inefficacia (18%)

Tra le fonti principali di stress, secondo una ricerca di CABA, non c’è solo la portata intrinseca del lavoro. Pesano anche le preoccupazioni che si insinuano nel tempo libero, la scarsa possibilità di carriera e una bassa tolleranza agli errori. Lo stress della persona si ripercuote anche sull’azienda: secondo un report del Chartered Institute for Personnel and Development, il 76% dei lavoratori è stato assente dal lavoro per questioni di stress, nell’ultimo anno.

Pause, equilibrio e meno paura

Dai risultati della survey di APA si evince che i lavoratori faticano a recuperare le energie: solo il 35% testimonia una cultura della pausa sana e costruttiva, sul posto di lavoro. E solo il 40% sente che il proprio tempo libero sia rispettato, in un buon equilibrio tra sfera lavorativa e privata. Più di un intervistato su cinque afferma, infine, che l’ambiente lavorativo ha danneggiato la propria salute. Il report dell’APA indaga anche le differenze di stress percepito a seconda delle tipologie di lavoro.

I lavori più stressanti risultano quelli che richiedono un rapporto diretto con clienti o pazienti, rispetto ai lavori d’ufficio o manuali. Il lavoro da remoto risulta meno stressante rispetto al lavoro in presenza (13 e 22%). L’APA sottolinea come un ambiente di lavoro tossico si riconosce dalle lotte, tensioni e, soprattutto, dalla paura. Questa tende a prendere il posto dell’energia e dell’entusiasmo dei dipendenti, danneggiando la salute mentale e anche la produttività.

Tristezza e disimpegno in Europa e in Italia

Il nuovo report 2024 State of Global Workplace testimonia che il 62% dei lavoratori del mondo non si sente coinvolto ed entusiasta, nella propria azienda. Un dato allarmante è quello del disimpegno attivo: in Europa, il 16% dei lavoratori dimostra il proprio disagio opponendosi, addirittura, al raggiungimento degli obiettivi aziendali. La situazione nel nostro Paese non è rosea, con il 46% dei lavoratori che prova stress quotidiano al lavoro e il 25% dei lavoratori che prova tristezza.

Cinque elementi essenziali per il benessere lavorativo

Il quadro Surgeon General statunitense propone cinque punti fondamentali per declinare il benessere psicofisico sul luogo di lavoro:

  1. Protezione dai danni, per garantire la sicurezza e incolumità delle persone;
  2. Connessione e comunità, per assicurare supporto sociale e senso di appartenenza;
  3. Armonia tra lavoro e vita privata, incluse autonomia e flessibilità;
  4. Importanza sul lavoro, per valorizzare la dignità e il significato del lavoro stesso;
  5. Opportunità di crescita, apprendimento e realizzazione.

Su questi elementi è necessario che politica e aziende puntino e investano, per il benessere dei lavoratori e, di conseguenza, dell’azienda stessa e della comunità.

Rafforzare l’intelligenza emotiva sul lavoro

Per assicurare un ambiente lavorativo sano e stimolante e coltivare i punti del quadro Surgeon, una strategia efficace è la formazione sull’intelligenza emotiva. L’ambiente lavorativo è in primis fatto da persone, la cui armonia si costruisce, sviluppando rispetto, capacità comunicative e di collaborazione. Se la paura è la principale spia di un ambiente di lavoro tossico, secondo l’APA, è assolutamente necessario sostituirla con la fiducia e l’entusiasmo. L’obiettivo è possibile diffondendo metodi di comunicazione non violenta e, parallelamente, di regolazione emotiva. Sviluppare resilienza, empatia e autoregolazione è essenziale per riconoscere e affrontare positivamente le proprie emozioni ed essere consapevoli di quelle degli altri.

Imparare cosa dire e come dirlo, valorizzandosi vicendevolmente e concentrandosi sugli obiettivi comuni, permette di costituire un ambiente disteso e fertile. Questo, liberandoci da un eccessivo timore di sbagliare, crea i presupposti per un vivace sviluppo e un miglioramento delle procedure e produttività. E, naturalmente, favorisce una migliore e solida felicità condivisa tra colleghi, i cui buoni echi ogni lavoratore riporterà a casa, a beneficio della famiglia e della comunità. Fondazione Patrizio Paoletti mette a disposizione un Edukit gratuito per iniziare a sviluppare l’intelligenza emotiva, che è una chiave di benessere anche al lavoro.

 


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Design per il benessere

Se le persone sono il centro dell’ambiente di lavoro, la connessione e l’armonia possono essere facilitate anche dal design dei luoghi di lavoro. C’è, infatti, una stretta relazione tra l’ambiente esterno e il mondo interiore. La neuro-architettura spiega l’influenza positiva degli spazi aperti sulla comunicazione e il senso di comunità. Allo stesso modo, la luce naturale favorisce un ambiente più disteso e i materiali caldi migliorano la percezione di accoglienza.

Un buon ambiente anche sonoro rappresenta un elemento fondamentale per il benessere lavorativo. Viceversa, un eccessivo rumore può ostacolare la tranquillità e la concentrazione. Questa è favorita da un ambiente pulito e ordinato, che permette una pulizia e ordine anche mentale. Oltre che sull’ambiente relazionale di lavoro, le aziende possono riflettere e investire sull’ambiente fisico, in termini di spazio, suoni, colori e materiali. Un’attenta cura dell’ambiente contribuisce al piacere di vivere gli spazi aziendali e alla qualità del tempo lì speso.

Cercare e trovare soluzioni innovative di neuro-architettura è un’opportunità per occuparsi della salute dei lavoratori e dell’azienda, che sono strettamente correlate. Gli stessi principi dell’architettura per il benessere sono preziosi anche a scuola, applicati per esempio in Assisi International School, dove si investe in sostenibilità, riciclo e benessere. Riconoscere e valorizzare la connessione tra mondo esterno e interiore, tra spazi, materia e materiali, da una parte, e vissuto emotivo, dall’altra, significa costruire consapevolezza e, con essa, salute globale.

Il tempo e lo spazio del lavoro possono superare il senso del semplice dovere o del naturale bisogno economico. Anche al lavoro si può sperimentare il piacere, l’entusiasmo e la soddisfazione: così il lavoro diviene un vero e completo servizio alla vita e all’evoluzione personale. In questo modo, anche il peso della fatica quotidiana si sostiene meglio, perché è un peso che ha un senso, un significato, un orizzonte di crescita.

 


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Sitografia
  • https://www.apa.org/topics/healthy-workplaces/toxic-workplace
  • https://www.apa.org/pubs/reports/work-in-america/2023-workplace-health-well-being
  • https://www.gallup.com/workplace/349484/state-of-the-global-workplace.aspx
  • https://en.glickon.com/vision
  • https://www.caba.org.uk/static/4aeee57d-c4a2-4bb5-b809eab509a41aa8/caba-Whitepaper-Shining-a-light-on-mental-health.pdf
  • https://www.cipd.org/en/about/press-releases/workplace-absences-highest-over-decade-new-report/
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