Da oltre 20 anni Fondazione Patrizio Paoletti ricerca e divulga i migliori saperi della mente, sviluppando nuovi approcci educativi e fruibili per il benessere di tutti.
ll cuore della nostra attività di ricerca è l’Istituto di ricerca RINED sito in Assisi. L’obiettivo è contribuire ad una migliore comprensione della continua, dinamica e complessa interazione tra uomo e ambiente; tra cervello e movimento; tra cognizione, emozione ed azione: per il benessere e il diritto alla salute mentale di ognuno di noi.
Il dipartimento di Psicologia studia ogni giorno le emozioni, l’apprendimento, come potenziare speranza, progettualità e la capacità di prefigurare il futuro.
“Pedagogia per il terzo millennio” (PTM) è un metodo interdisciplinare di educazione e auto-educazione, ideato da Patrizio Paoletti e sviluppato dall’equipe neuroscientifica, psicopedagogica e didattica della Fondazione, per rispondere ai bisogni educativi del nostro tempo. È lo strumento con cui la Fondazione trasferisce i frutti della ricerca in campo educativo e formativo.
Il 44% dei lavoratori ha riscontrato un aumento dello stress da lavoro a causa della pandemia e il 30% ha riportato problemi di salute correlati al lavoro
Il 50% teme che rivelare problemi di salute mentale possa danneggiare la propria carriera
20 miliardi all’anno è il costo economico dello stress legato alla attività lavorativa in Europa
Il 27% dei lavoratori prova intensa tristezza durante la giornata lavorativa. Gli italiani sono tra i lavoratori più tristi d’Europa
Solo il 40% dei lavoratori
si sente nella direzione giusta per la felicità
Solo il 4% delle persone si dichiara soddisfatto del proprio lavoro
Il cervello dell’operaio ferroviario perse gran parte del lobo frontale sinistro, con effetti sulla sua personalità e sul suo comportamento che lo resero irriconoscibile per i 12 anni in cui restò in vita. Gli studi su caso di Phneas Gage rivoluzionarono la comprensione della relazione tra cervello e personalità.
La mattina del 22 ottobre 1850, Gustav Theodor Fechner, uno psicologo e statistico, mentre si riprendeva da un incidente agli occhi, intuì la legge che così formulò in seguito: “Perché l’intensità di una sensazione aumenti in modo aritmetico, lo stimolo deve aumentare in modo geometrico”. Con questa formulazione, Fechner ha gettato le basi per la disciplina che studia la relazione matematica tra stimolo e percezione, ovvero la psicofisica.
Angelo Mosso, fisiologo italiano, inventò nel 1879 il plestimografo, uno strumento per misurare le variazioni del flusso sanguigno durante attività fisiche e mentali. Questo contribuì alla comprensione dei processi fisiologici correlati all’attività cerebrale e alla ricerca sulla neuroscienza.
Ivan Pavlov, fisiologo russo, è noto per la scoperta del riflesso condizionato, che gli è valsa il Premio Nobel nel 1904 e con la quale ha dimostrato che le risposte riflessive possono essere modificate attraverso l’associazione di stimoli neutri con stimoli che evocano risposte innate. Questo ha contribuito allo sviluppo della psicologia comportamentale e alla comprensione dell’apprendimento umano.
Nel 1929, Hans Berger, medico tedesco, sperimenta uno strumento che misura e registra l’attività elettrica del cervello, si tratta del primo elettroencefalografo (EEG) per esseri umani. L’invenzione di Berger oggi viene usata abitualmente come test diagnostico in neurologia e psichiatria e come strumento comune nella ricerca sul cervello.
L’homunculus motorio e sensoriale è una rappresentazione schematica dell’organizzazione delle aree motorie e sensoriali nel cervello umano. L’homunculus motorio rappresenta la distribuzione delle funzioni motorie nelle diverse parti del corpo, mentre l’homunculus sensoriale rappresenta la distribuzione delle funzioni sensoriali. L’homunculus è uno strumento utile per rappresentare a noi stessi i diversi pesi delle percezioni nel nostro cervello.
Nel 1986, Stanley Cohen e Rita Levi-Montalcini sono stati premiati con il Nobel per la loro scoperta e il loro lavoro sul controllo della crescita delle cellule nervose e per l’identificazione del fattore di crescita nervoso (NGF). La loro ricerca ha contribuito alla comprensione dei meccanismi di sviluppo e rigenerazione del sistema nervoso, aprendo nuove prospettive nel campo della neurobiologia e della medicina rigenerativa.
Questa scoperta ha rivoluzionato il nostro modo di comprendere l’imitazione e l’empatia, poiché i neuroni specchio sono coinvolti nella comprensione delle azioni degli altri e nella capacità di imitarle. Questa scoperta ha avuto un impatto significativo nella comprensione dell’apprendimento sociale e dell’interazione sociale negli esseri umani e negli animali.
Sebbene le pratiche meditative siano state oggetto di ricerca in prima persona in tradizioni millenarie, è tra gli anni ’50 e ’70 del Novecento, che sono stati effettuati i primi studi scientifici sulla meditazione, inizialmente in ambito fisiologico e poi clinico. Queste ricerche erano focalizzate principalmente sui cambiamenti indotti dalle pratiche meditative di tradizione vedica dal punto di vista elettrofisiologico in meditatori esperti.
Gli anni ’80 e ’90 hanno visto un aumento dell’interesse scientifico verso la meditazione, con la scoperta di benefici come il miglioramento dell’attenzione, la riduzione dell’ansia e la promozione del benessere emotivo. Tra gli effetti ancora solo parzialmente esplorati è stato rilevato anche un rallentamento dell’invecchiamento.
A partire dagli anni 2000, gli studi sulla meditazione hanno utilizzato tecniche di neuroimaging per esplorare gli effetti della pratica meditativa sul cervello. In questi studi la meditazione è stata intesa come una forma di autoregolazione cosciente, connessa ai processi elettrochimici di attivazione dei neuroni, alla regolazione epigenetica della trascrizione genica e ai cambiamenti nella connettività neurale. La prospettiva neurofenomenologica, nata con gli studi di Francisco Varela e colleghi, ha inoltre contribuito a recuperare il valore dell’esperienza in prima persona nel quadro della ricerca empirica.
la rapida diffusione delle pratiche di mindfulness ha portato ad un notevole incremento delle ricerche in merito, superando intorno al 2010 le 500 pubblicazioni annue. Gli studi hanno mostrato benefici in ambiti come la gestione del dolore, la riduzione dell’infiammazione e l’aumento della resilienza emotiva. Sono, inoltre, state sviluppate metodologie che integrano le tecniche di mindfulness nella pratica psicoterapeutica, come la Dialectic Behavior Therapy e la Mindful-Based Cognitive Therapy.
A partire dal 2019, in oltre 370 scuole del Regno Unito è stata avviata una sperimentazione per il benessere mentale dei minori e la prevenzione del disagio psicologico. Questa sperimentazione ha permesso la raccolta di dati su fasce d’età e contesti differenti da quelli finora indagati, dimostrando come le tecniche meditative in ambienti sociali allargati, per essere efficaci, necessitino della creazione di contesti educativi appositamente creati.
In anni recenti le pratiche meditative sono state utilizzate sempre più frequentemente per indagare la coscienza umana. Saperi provenienti dalle tradizioni secolari e nuove tecniche vengono utilizzati come strumenti per l’esplorazione tanto della coscienza in sé, quanto di stati così detti “alterati” o “superiori” di coscienza, indotti da particolari esperienze.
Negli ultimi anni è stata introdotta una classificazione delle pratiche di meditazione sulla base delle loro caratteristiche cognitive secondo tre tipologie: Focused Attention Meditation, Open Monitoring Meditation e Non-Dual Meditation. Le più recenti pubblicazioni del RINED hanno proposto una elettrotopografia del sé che associa i diversi tipi di meditazione alle dimensioni del Sé Narrativo, Sé Minimo e Superamento del Sé ed i loro correlati elettrofisiologici.
Equipe ed approccio di ricerca multidisciplinare
La progettualità e le linee di intervento messi in campo da Fondazione Patrizio Paoletti si basano su un approccio di ricerca multidisciplinare organizzato secondo i principi della Pedagogia del Terzo Millennio (Paoletti, 2008) con lo scopo di orientare i singoli e le società verso il benessere e la pace.
Fondatore dell’Ente e ideatore dell’Istituto di Ricerca in Neuroscienze Educazione e Didattica
Neuroscienziata, è Direttore dell’Istituto di Ricerca per le Neuroscienze, l’Educazione e la Didattica
Responsabile dei progetti pedagogici, didattici e formativi e membro del Cda
Psicologa psicoterapeuta, responsabile della ricerca psicopedagogica
Pedagogista, responsabile dei programmi educativi in Italia e all’estero a sostegno dell’educazione di qualità in contesti fragili e vulnerabili
La ricerca scientifica è un’impresa collettiva, un lavoro di squadra che procede una pubblicazione dopo l’altra. Ogni singola informazione costituisce la base per gli studi successivi. Per questo ha bisogno di un sostegno costante.
Sapienza Università di Roma
Dipartimento di Biologia e Biotecnologie “Charles Darwin”
Università degli Studi di Roma Foro Italico
Università degli Studi di Padova
Leslie and Susan Gonda Multidisciplinary Brain Research Center
Edmond J. Safra Brain Research Center of Learning Disabilities
Haifa Universitiy
Istituto di Biologia e Patologia Molecolari (IBPM) Consiglio Nazionale delle Ricerche
Università Campus Bio-Medico
Università degli Studi Roma Tre
Fondazione Patrizio Paoletti per lo sviluppo e la comunicazione
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