Skip to main content

Meditazioni diverse per diverse abilità

Molti modi per meditare

Il termine “meditazione” si riferisce a un’ampia varietà di pratiche. Queste spaziano dalle tecniche volte a promuovere il rilassamento agli esercizi eseguiti con un obiettivo più mirato, come migliorare il benessere psicofisico, elemento essenziale di una salute globale. Da un punto di vista neuroscientifico, la meditazione può essere definita come una famiglia di pratiche che coinvolgono la regolazione emotiva e l’attenzione. Competenze interiori che possono essere allenate e che sono determinanti per la nostra qualità di vita.

Meditazione e attenzione

La meditazione può essere coltivata attraverso un esercizio costante, non necessariamente legato a un significato spirituale o filosofico. Negli ultimi 50 anni, questa concezione universale ha permesso la diffusione di queste pratiche anche nella società occidentale. Tale divulgazione ha portato a un crescente interesse della ricerca nell’esplorare il ruolo della meditazione, i suoi effetti e meccanismi alla base dei suoi benefici. Le pratiche di meditazione possono essere classificate in due categorie principali: meditazione concentrativa e meditazione diffusa. In entrambi gli stili, centrale è il ruolo dell’attenzione. Questa è strettamente correlata alla meditazione, in cui gli eventi mentali e somatici sono influenzati dall’impiego di uno specifico set attenzionale.

Le due categorie principali di meditazione vengono differenziate in base ai set attenzionali coinvolti e alla direzione in cui l’attenzione è allocata. Partendo da questa distinzione, andiamo ad esaminare insieme i principali stili di meditazione. Identificheremo i meccanismi alla base di ogni tecnica e le diverse abilità che tali pratiche promuovono.

Focused attention (FA) meditation

La meditazione FA è una delle tecniche più diffuse. Consiste nel focalizzare volontariamente e in modo prolungato l’attenzione verso un oggetto specifico, ad esempio il respiro. Ogni volta che la mente divaga o viene catturata da un altro oggetto, evento o pensiero, il meditatore riorienta l’attenzione verso l’oggetto originale. Diversi studi dimostrano che le tecniche di meditazione concentrativa migliorano le prestazioni di diverse funzioni cognitive, ad esempio riducendo lo sforzo nel mantenimento dell’attenzione sostenuta. Inoltre, sono stati osservati miglioramenti funzionali anche in diverse capacità regolative. Tra queste, si potenzia l’abilità di monitoraggio, la capacità di disimpegnarsi da una distrazione e di riportare prontamente l’attenzione verso un oggetto. Da un punto di vista neuroscientifico, studi recenti hanno inoltre riportato cambiamenti nelle strutture cerebrali associate ai processi attentivi in meditatori esperti in FA.

Open monitoring (OM) meditation

A differenza della meditazione FA, durante l’OM non vi è un oggetto specifico verso il quale dirigere l’attenzione, ma quest’ultima è diffusa e comprensiva. I meditatori cercano di espandere il proprio campo attentivo con lo scopo di incorporare pensieri, percezioni e contenuti emotivi, senza soffermarsi su nessuno di essi. Si tratta di una pratica che prevede un monitoraggio comprensivo dei contenuti dell’esperienza e dei processi mentali nel momento presente.  Perciò, la meditazione OM riflette una migliore capacità di rilevare gli eventi sensoriali, emotivi e mentali che sorgono. Lo scopo è di rimanere nello stato di puro monitoraggio, prestando attenzione momento per momento a ciò che accade nell’esperienza.

Alcune evidenze riportano che le funzioni di monitoraggio migliorano attraverso la pratica OM e producono una migliore capacità di osservazione consapevole. Implementano inoltre l’abilità di non lasciarsi trasportare dai pattern mentali e dagli automatismi, promuovendo la flessibilità cognitiva ed emotiva. La pratica OM porta anche a una minore reattività, e una stabilità maggiore nella percezione del proprio corpo e dell’ambiente circostante. Alcuni studi neuroscientifici hanno evidenziato che i suoi effetti di regolazione emotiva si basano sul ruolo regolatorio svolto dalla corteccia prefrontale sulle risposte limbiche.

 


  • MEDITAZIONI GUIDATE

    Tre pratiche per allenare la mente

    Compila il form
    e guarda subito il video

    "*" indica i campi obbligatori

    Dati Anagrafici*

 

Non-dual (ND) meditation

La meditazione ND è una pratica caratterizzata dall’esperienza diretta della consapevolezza e si basa sul concetto di non-dualità. Questa indica una concettualizzazione non duale della realtà, volta alla comprensione dell’esperienza all’infuori della dicotomia soggetto-oggetto. In altre parole, tale pratica ha lo scopo di promuovere una comprensione inclusiva della realtà, che supera il dualismo tra l’osservatore e l’osservato. A differenza delle precedenti, durante questa pratica non sono coinvolti processi mentali attivi quali focalizzazione dell’attenzione o monitoraggio. Pertanto, tale pratica viene inserita in una classe di meditazioni distinta. Durante l’esercizio ND, l’attenzione viene gradualmente disimpegnata fino al raggiungimento della consapevolezza non duale. L’esercizio, perciò, prevede una transizione che trascende la struttura cognitiva dualistica del sé e non sé, raggiungendo la consapevolezza non-duale sottostante.

Tale pratica riduce il senso di attaccamento e di controllo, promuovendo una visione unificata della realtà alla base delle nostre esperienze quotidiane. Inoltre, migliora le capacità riflessive, tramite la progressiva diminuzione dell’abituale visione frammentata del sé e degli altri. Speculativamente, alcuni studi approfondiscono la maggiore integrazione funzionale che si osserva tra Default Mode Network e l’Extrinsic Mode Network durante questa pratica. Questa sembrerebbe riflettere una diminuzione nella dualità tra rappresentazione del sé e dell’altro.

Loving kindness (LK) meditation

La meditazione LK è definita meditazione costruttiva, ossia manipola attivamente i contenuti mentali ed emotivi. Tale pratica consiste nel dirigere sentimenti di amore, benessere e felicità verso qualcuno in particolare, o verso tutti gli esseri viventi. In genere, i meditatori LK ripetono in silenzio alcune frasi volte ad indirizzare tali sentimenti verso gli oggetti indicati. Durante la pratica LK, il soggetto procede attraverso diversi stadi che differiscono gradualmente nella focalizzazione dell’esercizio. I sentimenti vengono inizialmente diretti verso se stessi e poi estesi a una cerchia sempre più ampia, fino alla comprensione totale degli esseri viventi. La LK è una meditazione costruttiva volta allo scopo di manipolare gli stati mentali, cognitivi e affettivi. Promuove lo sviluppo delle disposizioni prosociali, quali l’empatia, l’altruismo e la generosità. In una meta-analisi è stato confermato che la meditazione LK produce emozioni positive sia nel breve termine, che nella quotidianità, con una pratica costante.

Diversi studi suggeriscono che questi esercizi di meditazione amplino l’attenzione, aumentino le emozioni positive e riducano gli stati emotivi negativi. Inoltre, alcuni studi hanno preso in considerazione le implicazioni cliniche della pratica LK. L’esercizio di sentimenti di compassione rivolti verso se stessi risulta moderare le reazioni emotive agli eventi negativi che comportano fallimento, rifiuto e imbarazzo.

La nostra ricerca sulla meditazione

Fondazione Patrizio Paoletti promuove lo studio scientifico della meditazione e delle pratiche contemplative nell’orizzonte della ricerca neuro-psicopedagogica. All’Istituto RINED della Fondazione si approfondiscono benefici e applicazioni della meditazione in movimento, per esempio del Quadrato Motor Training, e della pratica consapevole del silenzio. I nuovi progetti della Fondazione indagano il ruolo dell’attenzione nel rapporto tra percezione del tempo e meditazione. Oltre alla ricerca scientifica, la Fondazione è in prima linea per la diffusione delle pratiche meditative, anche a scuola, con gli adolescenti e nelle carceri. Con Prefigurare il Futuro, le capacità contemplative e introspettive diventano strumenti per sviluppare consapevolezza e resilienza. Il progetto promuove il silenzio consapevole, intenzionale e positivo, che riporta l’attenzione al centro, oltre l’iperconnessione e reattività. Gli studi scientifici suggeriscono che la meditazione può giocare un ruolo sempre più centrale per il benessere, dove la capacità contemplativa diventa salute.

 


  • Sostieni la ricerca
    che cambia la vita

    Scegli l'importo della tua donazione

 

Bibliografia
  • Brandmeyer, T., Delorme, A., & Wahbeh, H. (2019). The neuroscience of meditation: classification, phenomenology, correlates, and mechanisms. Progress in brain research, 244, 1-29.
  • Brefczynski-Lewis, J. A., Lutz, A., Schaefer, H. S., Levinson, D. B., & Davidson, R. J. (2007). Neural correlates of attentional expertise in long-term meditation practitioners. Proceedings of the national Academy of Sciences, 104(27), 11483-11488.
  • Dahl CJ, Lutz A and Davidson RJ. (2015) Reconstructing and deconstructing the self: cognitive mechanisms in meditation practice. Trends in cognitive sciences 19: 515-523.
  • Hofmann, S. G., Grossman, P., & Hinton, D. E. (2011). Loving-kindness and compassion meditation: Potential for psychological interventions. Clinical psychology review, 31(7), 1126-1132.
  • Josipovic, Z. (2010). Duality and nonduality in meditation research. Consciousness and cognition, 19(4), 1119-1121.
  • Josipovic Z. (2013) Freedom of the mind. Frontiers in Psychology 4: 538.
  • Lutz, A., Slagter, H. A., Dunne, J. D., & Davidson, R. J. (2008). Attention regulation and monitoring in meditation. Trends in cognitive sciences, 12(4), 163-169.
  • Manna A, Raffone A, Perrucci MG, et al. (2010) Neural correlates of focused attention and cognitive monitoring in meditation. Brain research bulletin 82: 46-56.
  • Pintimalli, A., Glicksohn, J., Marson, F., Di Giuseppe, T., & Ben-Soussan, T. D. (2023). Change in time perception following the place of pre-existence technique. International Journal of Environmental Research and Public Health, 20(4), 3509.
  • Raffone, A., Marzetti, L., Del Gratta, C., Perrucci, M. G., Romani, G. L., & Pizzella, V. (2019). Toward a brain theory of meditation. Progress in brain research, 244, 207-232.
  • Raffone, A., & Srinivasan, N. (2010). The exploration of meditation in the neuroscience of attention and consciousness. Cognitive Processing, 11(1), 1-7.
  • Yordanova, J., Kolev, V., Nicolardi, V., Simione, L., Mauro, F., Garberi, P., … & Malinowski, P. (2021). Attentional and cognitive monitoring brain networks in long-term meditators depend on meditation states and expertise. Scientific reports, 11(1), 1-15.
  • Zeng, X., Chiu, C. P., Wang, R., Oei, T. P., & Leung, F. Y. (2015). The effect of loving-kindness meditation on positive emotions: a meta-analytic review. Frontiers in psychology, 6, 1693.
Immagini

Sii parte del cambiamento. Condividere responsabilmente contenuti è un gesto che significa sostenibilità

Potrebbe interessarti

    Iscriviti alla newsletter

    NEWSLETTER GEN

    Modulo per l'iscrizione alla newsletter FPP

    Nome(Obbligatorio)
    Email(Obbligatorio)
    Privacy Policy(Obbligatorio)
    Questo campo serve per la convalida e dovrebbe essere lasciato inalterato.