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Sconfiggere l’ansia e gli attacchi di panico

Sconfiggere l’ansia e gli attacchi di panico, un passo alla volta

Erika è moglie e mamma di due splendidi adolescenti e testimonia la sfida del contrastare i sintomi dell’ansia e gli attacchi di panico. Il suo racconto intimo e toccante ci aiuta a capire meglio queste condizioni e a sfatare i pregiudizi che le circondano.

Come vincere l’ansia e gli attacchi di panico?

“Il corpo si irrigidisce, ti sembra di perdere il controllo, un nodo alla gola ti impedisce di respirare, la fronte si riempie di goccioline, gli occhi riconoscono solo le sfumature di grigio. Sei incastrato in un corpo che non riconosci, che non vuoi. Si fa fatica a parlare degli attacchi d’ansia perché rischi che si riaffaccino senza preavviso anche solo menzionandoli”.

L’ansia e gli attacchi di panico sono esperienze molto invalidanti. Ho cercato di creare uno spazio sicuro e accogliente per l’intervista. Non volevo metterla a disagio spingendola a rivelare emozioni che non si sentiva pronta a condividere. Erika era una donna che “la vita mi chiamava“, e io rispondevo con una fame insaziabile. Viveva con voracità, assetata di ogni esperienza. Da più di 5 anni ha un solo obiettivo: tornare a stare bene nel mondo.

“Ansia e attacchi di panico – mi spiega con un filo di voce quasi a non volerli risvegliare – ti rubano la vita. Non dormi, non ami, non esci di casa, non sorridi, non parli più con nessuno. Vorresti che tutti sparissero e tu, vaporizzarti con loro”.

 

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L’intervista a Erika

Quando hai iniziato a soffrire di ansia e attacchi di panico? C’è stato un evento scatenante o si è sviluppato gradualmente?

Avevo venticinque anni e da un paio vivevo da sola. La fine di una relazione importante mi aveva lasciata smarrita, avevo riposto troppe aspettative in quella storia. Mi sentivo profondamente a disagio, al punto da isolarmi completamente. Uscivo di casa forzatamente per andare al lavoro, non avevo troppa scelta. Ero una libera professionista, insegnavo in palestra e, a ripercorrere quei giorni, mi rendo conto di quanto lo sport sia stato la mia ancora di salvezza. Superati i primi dieci minuti di riscaldamento, un vero inferno, entravo in una sorta di trance: il sudore lavava via la sofferenza e, a poco a poco, il mio corpo si scioglieva dalla morsa che lo stringeva.

Avevo rinunciato agli aperitivi con le amiche e rifuggivo i luoghi affollati. L’idea di dovermi confrontare con la gente scatenava in me un’ansia paralizzante. Ero giovane e priva di punti di riferimento, e la vergogna mi impediva di chiedere aiuto, sia a un professionista che alle amiche. Ricordo che all’improvviso venivo assalita da un calore insopportabile, seguito in rapida successione da un gelo intenso. La mia amica più cara percepiva il mio malessere, ma quasi vent’anni fa i disturbi d’ansia e gli attacchi di panico erano argomenti tabù, non se ne parlava apertamente come oggi

Come si manifestano l’ansia e gli attacchi di panico nella tua vita quotidiana? Quali sono i sintomi fisici ed emotivi che provi?

Vivo con l’ansia come un rumore di fondo che non si spegne mai. Si manifesta come una morsa di apprensione, un’irrequietezza costante, l’imminente sensazione di un pericolo incombente, sebbene indefinito. Spesso mi ritrovo con i muscoli tesi, soprattutto al collo e alle spalle, come se fossi pronta a scattare. Altre volte, il respiro si fa corto e affannoso, anche quando sono completamente a riposo

Gli attacchi di panico, invece, sono molto più intensi e improvvisi. È come se un’onda gigantesca mi travolgesse d’improvviso. Il cuore inizia a battere fortissimo, sento le vertigini, sudo freddo e mi tremano le mani. A volte ho la sensazione di soffocare o di perdere il controllo. Durante un attacco di panico, la paura è così forte che penso di stare per morire o impazzire.

A livello emotivo, l’ansia mi porta ad essere più irritabile e suscettibile. Mi preoccupo eccessivamente per cose di poca importanza e faccio fatica a concentrarmi. Spesso mi sento sopraffatta dalle responsabilità quotidiane, come gestire la casa, occuparmi dei ragazzi e mantenere un buon rapporto con mio marito.

Gli attacchi di panico invece mi consumano ogni energia, lasciandomi in uno stato di totale fragilità. Dopo un attacco, mi sento come se fossi stata spezzata, vulnerabile e indifesa, con la paura costante che l’esperienza si ripeta da un momento all’altro.

In che modo l’ansia e gli attacchi di panico influenzano il tuo ruolo di moglie e madre?

Essere moglie e madre con l’ansia e gli attacchi di panico è una sfida quotidiana. Ci sono giorni in cui mi sento come se stessi camminando su un filo sottile, cercando di mantenere l’equilibrio tra le mie responsabilità familiari e la mia salute mentale. A volte, l’ansia mi rende difficile essere presente sia mentalmente che fisicamente per la mia famiglia. Quando sono preoccupata o in preda a un attacco di panico, faccio fatica a concentrarmi sui bisogni di mio marito e dei miei figli. Sono più irritabile del solito e ho poca pazienza e questo crea tensioni e incomprensioni all’interno della famiglia.

Un’altra sfida è la difficoltà a partecipare ad attività sociali o eventi familiari. A volte, la paura di avere un attacco di panico in pubblico mi impedisce di uscire di casa o di godermi momenti di svago con la mia famiglia. Questo è frustrante sia per me che per loro. Inoltre, l’ansia influenza la mia capacità di essere una madre presente e attenta. Quando sono in preda all’ansia, sono iperprotettiva nei confronti dei miei figli e limito la loro autonomia, fino a diventare soffocante, creando numerose difficoltà nella nostra relazione.

Nonostante le sfide, cerco di essere il più possibile trasparente con la mia famiglia riguardo alla mia condizione. Ho spiegato ai miei figli cosa sono l’ansia e gli attacchi di panico e come mi fanno sentire. Questo li ha aiutati a capire il mio comportamento e a sostenermi nei momenti più complicati. Anche mio marito è un grande sostegno. Mi ascolta senza giudicare, mi aiuta a gestire le situazioni stressanti e mi incoraggia a prendermi cura di me stessa. Sia chiaro, non siamo sempre in armonia. Questa situazione ci mette a dura prova e a volte questo porta a scontri. Essere moglie e madre con l’ansia e gli attacchi di panico non è facile, ma con l’amore e il supporto della mia famiglia, sto imparando a convivere con questa condizione e a vivere una vita piena e significativa.

Quali strategie hai trovato utili per gestire l’ansia e gli attacchi di panico?

Nel corso degli anni, ho provato diverse strategie per gestire l’ansia e gli attacchi di panico, e ho scoperto che un approccio combinato funziona meglio per me. La terapia è stata fondamentale. Grazie al supporto di uno psicoterapeuta, ho imparato a comprendere meglio le cause della mia ansia, a identificare i miei schemi di pensiero negativi e a sviluppare strategie di coping più efficaci. Ho trovato particolarmente utile la terapia cognitivo comportamentale, che mi ha aiutato a modificare i miei pensieri e comportamenti disfunzionali.

In alcuni periodi, ho anche assunto farmaci prescritti dal mio medico. I farmaci mi hanno aiutato a ridurre l’intensità dei sintomi e a gestire meglio gli attacchi di panico, soprattutto nelle fasi più acute. Tuttavia, ho sempre considerato i farmaci come un supporto temporaneo, da affiancare alla terapia e ad altre strategie di gestione.

Le tecniche di rilassamento sono un altro strumento prezioso nella mia cassetta degli attrezzi. Ho scoperto che pratiche come la respirazione diaframmatica, il rilassamento muscolare progressivo e la meditazione mi aiutano a calmare la mente e il corpo, riducendo i livelli di ansia. Cerco di dedicare almeno 15-20 minuti al giorno a queste pratiche, anche quando mi sento relativamente bene.

Anche la mindfulness si è rivelata molto utile. Imparare a portare l’attenzione al momento presente, senza giudizio, mi aiuta a interrompere il ciclo di pensieri negativi che spesso alimenta l’ansia. Pratico la mindfulness in diversi modi: durante la meditazione, ma anche nelle attività quotidiane, come cucinare, camminare o fare la doccia.

Infine, ho imparato l’importanza di prendermi cura di me stessa a 360 gradi. Cerco di seguire uno stile di vita sano, con un’alimentazione equilibrata, un’adeguata attività fisica e un buon sonno. Ho anche imparato a dire di no agli impegni eccessivi e a ritagliarmi del tempo per le attività che mi piacciono e mi rilassano, come leggere, ascoltare musica o passare del tempo nella natura.

La gestione dell’ansia e degli attacchi di panico è un percorso continuo, con alti e bassi. Ci sono giorni in cui mi sento forte e in controllo, e altri in cui l’ansia prende il sopravvento. Ma grazie alle strategie che ho imparato, so di poter affrontare qualsiasi sfida mi si presenti.

Ci sono dei momenti o delle situazioni specifiche che tendono a scatenare l’ansia o gli attacchi di panico? Come ti prepari ad affrontare queste situazioni?

Sì, ci sono sicuramente dei momenti o delle situazioni che tendono a scatenare la mia ansia o gli attacchi di panico. Uno dei principali trigger è la sensazione di perdita di controllo.  Ad esempio, trovarmi in luoghi affollati e rumorosi, dove mi sento intrappolata e senza via di fuga, può farmi sentire molto a disagio. Anche situazioni in cui ho la percezione di essere giudicata o valutata, come parlare in pubblico o affrontare un esame, possono scatenare l’ansia.

Un altro fattore scatenante è lo stress. Periodi di forte stress lavorativo o familiare, come scadenze importanti, problemi con i figli o malattie in famiglia, possono aumentare notevolmente i miei livelli di ansia e rendermi più vulnerabile agli attacchi di panico.

Anche la mancanza di sonno e un’alimentazione scorretta possono influire negativamente sul mio stato d’animo e rendermi più suscettibile all’ansia.

Per affrontare queste situazioni, ho sviluppato diverse strategie:

  • Prevenzione: cerco di evitare, per quanto possibile, le situazioni che so essere per me particolarmente ansiogene. Ad esempio, se devo andare in un luogo affollato, cerco di andarci in orari meno frequentati o di farmi accompagnare da una persona di fiducia.
  • Pianificazione: quando so di dover affrontare una situazione potenzialmente stressante, cerco di prepararmi in anticipo. Ad esempio, se devo parlare in pubblico, mi preparo con cura il discorso e faccio delle prove davanti allo specchio.
  • Tecniche di rilassamento: utilizzo regolarmente tecniche di rilassamento, come la respirazione diaframmatica e la meditazione, per mantenere bassi i livelli di ansia e gestire lo stress. Se sento che l’ansia sta aumentando, mi fermo e pratico qualche minuto di respirazione profonda.
  • Comunicazione: ho imparato a comunicare apertamente con le persone a me vicine, spiegando loro come mi sento e di cosa ho bisogno. Questo mi aiuta a sentirmi supportata e compresa.
  • Accettazione: infine, ho imparato ad accettare l’ansia come parte di me. So che non posso eliminarla completamente, ma posso imparare a gestirla. Quando sento l’ansia arrivare, cerco di non combatterla, ma di accoglierla con gentilezza, ricordandomi che è solo una sensazione e che passerà.

Non è sempre facile, ma con il tempo e la pratica sto imparando a convivere con l’ansia e a vivere una vita piena e significativa nonostante le sfide.

Cosa vorresti che le persone capissero dell’ansia e degli attacchi di panico? Ci sono dei pregiudizi o delle idee sbagliate che vorresti sfatare?

Vorrei tanto che le persone capissero che l’ansia e gli attacchi di panico non sono una scelta, una debolezza o un capriccio. Sono disturbi reali, con basi biologiche e psicologiche, che possono avere un impatto significativo sulla vita di chi ne soffre.

Spesso mi sento dire frasi come “Devi solo rilassarti”, “Devi pensare positivo” o “Devi essere forte”.  Questi commenti, seppur detti in buona fede, minimizzano la mia sofferenza e mi fanno sentire incompresa. Vorrei che le persone capissero che non posso semplicemente “spegnere” l’ansia con la forza di volontà.

Un altro pregiudizio che vorrei sfatare è che chi soffre di ansia e attacchi di panico sia una persona fragile o incapace di affrontare la vita.  Non è così.  Anzi, spesso chi soffre di questi disturbi sviluppa una grande forza interiore e una resilienza straordinaria per affrontare le sfide quotidiane.

Vorrei anche che le persone capissero che l’ansia e gli attacchi di panico possono manifestarsi in modi diversi da persona a persona. Non esiste un’unica “faccia” dell’ansia.  Alcuni potrebbero sperimentare principalmente sintomi fisici, come palpitazioni, tremori o difficoltà respiratorie, mentre altri potrebbero avere più sintomi emotivi, come paura, preoccupazione o senso di catastrofe imminente.

Infine, vorrei che le persone sapessero che l’ansia e gli attacchi di panico sono disturbi curabili.  Con il giusto supporto, come la terapia, le tecniche di rilassamento e, in alcuni casi, i farmaci, è possibile imparare a gestire i sintomi e vivere una vita piena e soddisfacente.

Se conoscete qualcuno che soffre di ansia o attacchi di panico, la cosa più importante che potete fare è offrire il vostro ascolto e il vostro supporto senza giudizio.  Cercate di informarvi su questi disturbi e di capire come potete aiutare.  Anche un semplice gesto di comprensione può fare la differenza.

C’è qualcosa che ti ha aiutato a trovare un senso di speranza o di accettazione nella tua esperienza con l’ansia e gli attacchi di panico?

Sai, all’inizio, quando l’ansia e gli attacchi di panico sono entrati nella mia vita, mi sono sentita completamente sopraffatta. Era come se un’ombra oscura si fosse posata su di me, rubandomi la gioia e la serenità. Mi sentivo sola, spaventata e senza speranza. Ma poi, con il tempo, ho iniziato a intraprendere un percorso di guarigione e di crescita personale. E lungo questo cammino, ho trovato diverse cose che mi hanno aiutata a trovare un senso di speranza e di accettazione.

Una di queste è stata la connessione con altre persone con i miei stessi disturbi. Ho scoperto che non ero affatto da sola. Ci sono tante altre persone che soffrono di ansia e attacchi di panico, e condividere le mie esperienze con loro mi ha fatto sentire capita e supportata. Ho trovato conforto nel sapere che altri avevano attraversato le mie stesse difficoltà e ne erano usciti.

Anche la terapia è stata fondamentale. Il mio terapeuta mi ha aiutato a dare un senso a quello che stavo vivendo, a comprendere le cause della mia ansia e a sviluppare strumenti per gestirla. Mi ha insegnato a essere più gentile con me stessa, a non giudicarmi e a riconoscere i miei progressi.

Un’altra fonte di speranza è stata la scoperta della mia forza interiore. Ho imparato che sono più forte di quanto pensassi. Affrontare l’ansia e gli attacchi di panico mi ha messo a dura prova, ma mi ha anche permesso di scoprire risorse che non sapevo di avere. Ho imparato a essere resiliente, a non arrendermi di fronte alle difficoltà e a credere in me stessa.

Infine, ho trovato un senso di accettazione attraverso la pratica della mindfulness. Imparare a vivere nel momento presente, senza giudizio, mi ha aiutato a lasciar andare la paura del futuro e il rimpianto per il passato. Ho scoperto che la vera pace si trova nell’accettazione di ciò che è, qui e ora.

Il mio percorso con l’ansia e gli attacchi di panico è ancora in corso, ma ora lo affronto con una nuova consapevolezza e una nuova speranza. So che ci saranno ancora momenti difficili, ma so anche che ho gli strumenti per superarli. E soprattutto, so che non sono sola.

Cosa consiglieresti ad altre famiglie che si trovano ad affrontare una situazione simile?

A tutte le famiglie che si trovano ad affrontare una situazione simile alla mia, vorrei dire innanzitutto di non perdere la speranza. L’ansia e gli attacchi di panico possono sembrare montagne insormontabili, ma con l’amore, il supporto reciproco e gli strumenti giusti, è possibile scalarle e raggiungere la vetta.

Affrontare l’ansia e gli attacchi di panico in famiglia richiede un impegno corale, un viaggio condiviso dove ogni passo conta. Innanzitutto, è vitale instaurare una comunicazione aperta e sincera. Creare uno spazio sicuro, un rifugio dove ogni membro della famiglia si senta libero di esprimere le proprie emozioni e i propri pensieri, senza timore di giudizio. Ascoltarsi con empatia, cercando di comprendere appieno il punto di vista di ciascuno, è il primo passo verso la guarigione.

Informarsi sull’ansia e sugli attacchi di panico, comprenderne le manifestazioni e le opzioni di trattamento, permette di affrontare la situazione con maggiore consapevolezza. Il sostegno reciproco è altrettanto importante: chi soffre di questi disturbi ha bisogno di sentirsi amato e compreso. Offrite aiuto pratico ed emotivo, incoraggiando la persona a cercare supporto professionale, se necessario.

Il percorso di guarigione può essere lungo e tortuoso, con alti e bassi. La pazienza è una virtù essenziale. Non scoraggiatevi di fronte alle difficoltà, celebrate ogni piccolo progresso. Adattate la vostra vita familiare alle esigenze di chi soffre, modificando abitudini, riducendo impegni e trovando nuove strategie per gestire lo stress. Siate flessibili e creativi nel trovare soluzioni che funzionino per tutti.

Non dimenticate mai di prendervi cura di voi stessi. Coltivate le vostre passioni, frequentate i vostri amici e dedicatevi alle vostre attività preferite. Ricordate, siete una squadra: affrontate le sfide insieme, con amore e unità. L’ansia e gli attacchi di panico possono mettere a dura prova la famiglia, ma possono anche essere un’opportunità per rafforzare i legami e crescere insieme.

Allenare la resilienza

La storia di Erika ci insegna l’importanza dell’integrazione di strumenti diversi, per affrontare l’ansia e gli attacchi di panico, che una combinazione efficiente di terapia, tecniche di rilassamento e fortificazione delle risorse interiori. Tra queste ultime, la resilienza può essere allenata per aiutarci ad affrontare l’ansia e ad adattarci positivamente alle sfide e difficoltà. La resilienza ci permette di:

  • Sviluppare una prospettiva più equilibrata delle situazioni stressanti, vedendole come sfide temporanee anziché minacce permanenti
  • Mantenere la fiducia nelle nostre capacità di superare i momenti difficili, anche basandoci sulle esperienze passate
  • Costruire una rete di supporto e chiedere aiuto, quando necessario
  • Imparare e applicare strategie di coping, come tecniche di respirazione e meditazione
  • Accettare che episodi di ansia a volte fanno parte della vita, senza lasciare che questa ci paralizzi o che prenda il sopravvento

L’équipe interdisciplinare di Fondazione Patrizio Paoletti ha sviluppato Le 10 Chiavi della Resilienza, un decalogo operativo per allenare la resilienza, scaricabile gratuitamente da questa pagina. Il protocollo, anche diffuso nelle scuole tramite il progetto Prefigurare il Futuro ci aiuta a sentirci più indipendenti dagli eventi che ci accadono attorno, a coltivare fiducia, gratitudine e felicità, come parti integranti di una salute globale.

    Non temere mai di chiedere aiuto!
    Tutti i contenuti di divulgazione scientifica di Fondazione Patrizio Paoletti sono elaborati dalla nostra équipe interdisciplinare e non sostituiscono in alcun modo un intervento medico specialistico. Se pensi che tu o qualcuno a te vicino abbia bisogno dell'aiuto di un professionista della salute mentale, non esitare a rivolgerti ai centri territoriali e agli specialisti.

  • GLI ADOLESCENTI VANNO AIUTATI.
    PRIMA CHE SIA TROPPO TARDI.

 

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