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I Tesori del Cervello: 8 consigli + 1 per un cervello più felice

Che cos’è la felicità?

Le neuroscienze hanno prodotto contributi notevoli nell’indagare alcune tra le domande più importanti della vita umana, come: che cos’è la felicità? Cosa ci rende felici? Come coltivare la felicità?

Abbiamo imparato moltissimo sul funzionamento cerebrale in relazione alla felicità, sia a livello di elettrofisiologia, quindi di onde elettromagnetiche nel cervello, che a livello di neurotrasmettitori, quelle sostanze che veicolano le informazioni tra i neuroni. Le nuove conoscenze sul funzionamento del nostro cervello ci hanno permesso di scoprire alcuni “trucchi” per sollecitare in noi la felicità che, per essere davvero efficaci, vanno collocati in una prospettiva lungimirante di autoconsapevolezza.

La prospettiva elettrofisiologica: felicità ed emisferi

È stato rilevato in maniera sistematica che sensazioni piacevoli e spiacevoli presentano precisi correlati cerebrali, indipendentemente dall’età, il sesso, ed altri fattori, fino a presentarsi sempre allo stesso modo anche nei neonati. Secondo le ricerche di Richard Davidson, svolte tramite la tecnica dell’EEG, quando un soggetto sperimenta sensazioni positive la zona frontale sinistra del cervello è più attiva. Viceversa, quando si sperimentano sensazioni sgradevoli, è la zona frontale destra ad essere maggiormente attiva. Quando i partecipanti agli esperimenti venivano sottoposti a stimoli quali immagini gradevoli o sgradevoli, il loro umore cambiava e, conseguentemente, l’attività elettrica del loro cervello. È stato persino verificato che, stimolando con potenti magneti l’emisfero sinistro del cervello, è possibile sollecitare sensazioni positive ed alleviare i sintomi della depressione. Inoltre, un interessante effetto collaterale delle sensazioni piacevoli è il potenziamento del sistema immunitario, strettamente legato all’umore.

Dunque, uno stato di benessere si mostra in modo molto chiaro nel cervello con un risvolto interessante in termini educativi: le persone il cui emisfero sinistro è più attivo – ovvero che frequentano abitualmente la felicità – tendono ad incrementare maggiormente questo stato quando stimolate. La plasticità cerebrale ci aiuta nell’apprendimento della felicità.

Gli ormoni della felicità cerebrale

Un’altra prospettiva di estremo interesse sulla felicità nel cervello è quella dei neurotrasmettitori, tra i quali vengono individuati i così detti “Ormoni della felicità”, che sono attivati da particolari attività che ne innescano la produzione.

  • Dopamina: detto anche “ormone del buon umore”, è strettamente legato al sistema di ricompensa e a tutte le sensazioni gradevoli. È, inoltre, coinvolto nell’apprendimento, nella memorizzazione e in altre funzioni.
  • Serotonina: aiuta a regolare l’umore ed è coinvolto nel sonno, nell’appetito, nella digestione, nell’apprendimento e nella memoria.
  • Ossitocina: detto anche “Ormone dell’amore”, è essenziale nella creazione di legami genitore-figlio, nella fiducia e nell’empatia. La sua produzione aumenta solitamente con l’affetto fisico, come nel caso di un abbraccio.
  • Endorfinesono gli antidolorifici naturali del corpo che vengono prodotti per contrastare lo stress. Vengono incrementati anche dalle attività gratificanti come mangiare, fare allenamento e il sesso.

La “Tecnica dello spostamento” secondo Pedagogia per il Terzo Millennio

I dati neuroscientifici ci dicono che esistono alcune meccaniche cerebrali che possiamo imparare ad utilizzare per migliorare il nostro stato e produrre quello che in Pedagogia per il Terzo Millennio si chiama “spostamento”. La Tecnica dello spostamento consiste nel modificare lo stato interiore e quindi l’umore fornendo intenzionalmente alla mente degli stimoli per interrompere la ruminazione tipica delle emozioni negative in cui ci capita di trovarci. Ecco 8 tips basati sul funzionamento dei neurotrasmettitori per produrre uno spostamento, ma il più importante lo teniamo per la fine, arriva in fondo all’articolo per la vera chiave della felicità:

1) Stai all’aperto: l’esposizione alla luce solare per almeno 15 minuti stimola la produzione di serotonina, regolatore dell’umore.

2) Fai esercizio fisico: sollecita la produzione di endorfine, oltre ad altri benefici per la salute e, se praticato regolarmente, supporta anche la produzione di serotonina e dopamina.

3) Condividi un pasto delizioso: consumare cibi che amiamo particolarmente può stimolare la produzione di tutti gli ormoni della felicità, specialmente dopamina ed endorfine. Se poi il pasto è condiviso con qualcuno che amiamo, potremo goderci un extra di ossitocina.

4) Ridi con gli amici: una risata, soprattutto se condivisa, stimola la produzione di endorfine e se poi la condivisione avviene con il partner, può aiutare anche la produzione di ossitocina.

5) Ascolta musica, o suonala: ascoltare musica che ci piace, e ancora di più suonarla, può far aumentare la produzione di dopamina. Una maggiore produzione di endorfine si aggiunge poi quando suoniamo la musica che amiamo.

6) Coccola il tuo animale domestico: anche il contatto con un animale con cui nutriamo un legame affettivo aiuta la produzione di ossitocina. 

7) Passa del tempo con chi ami: il tempo passato in compagnia delle persone che amiamo, tanto più se c’è contatto fisico come nel caso di un abbraccio, stimola con forza la produzione di ossitocina e questa, a sua volta, supporta il consolidamento della fiducia.

8) Esprimi la tua gratitudine: il potere di un grazie è molto più grande di quanto siamo abituati a credere. Esprimere la propria gratitudine con un messaggio, una mail o altro, anche brevemente può avere l’eccezionale potere di migliorare immediatamente l’umore proprio e di chi riceve il ringraziamento.

Tutte queste attività possono essere utili per uno spostamento interiore, per interrompere uno stato di emozione negativa in cui ci troviamo a rimuginare con l’impressione che la nostra mente sia presa da un loop. C’è, però, un segreto, sottolineato in Pedagogia per il Terzo Millennio, che rende davvero efficaci queste tecniche: l’intenzionalità.

È l’intenzione che esprimiamo ad innescare un processo di cambiamento, le tecniche serviranno poi a supportarlo e darci l’opportunità di riorientare il nostro sguardo per un momento. La vera differenza verrà dallo sviluppo di una visione a lungo termine.

La felicità a lungo termine

Lo studioso olandese Ruut Veenhoven, nell’Introduzione alla Banca Dati Mondiale della Felicità, distingue quattro tipologie di benessere:

  1. Benessere passeggero legato a un ambito della vita: piacere
  2. Benessere duraturo relativo a un ambito della vita: soddisfazione di ambito
  3. Superamento del benessere medio relativo alla vita nel suo complesso: esperienza di picco
  4. Benessere duraturo relativo alla vita nel suo complesso: felicità

Questa griglia ci aiuta a comprendere come la felicità sia il risultato di una visione globale della propria vita, non solo legata ad ambiti particolari. Imparare ad essere felici richiede di guardare alla propria vita con passione, ma anche con lucidità, dalla giusta distanza, comprendendo che diversi ambiti di vita richiedono approcci diversi e solo una visione di insieme, lungimirante ci permette la flessibilità necessaria.

Secondo una ricerca australiana su un ampio campione di soggetti, mostra almeno due tipi di relazioni con i diversi ambiti di vita: bottom-up o top-down.

Nel lavoro e nelle attività di piacere, una prevalente modalità top-down è più efficace, è meglio pianificare e focalizzare obiettivi specifici. Nel matrimonio e in altre relazioni affettive il processo più efficace è bidirezionale, quindi occorre flessibilità per saper programmare, ma anche lasciarsi guidare da ciò che accade ed essere pronti ad accogliere.

La felicità indipendente

Infine, l’ultimo consiglio riguarda un modo per coltivare uno stato interiore di benessere quanto più possibile indipendente dalle alterne vicende della vita.

9) Pratica la meditazione: dedicare un tempo al silenzio, per entrare in una relazione profonda con sé stessi, ascoltarsi, permette al cervello di riorganizzare i dati acquisiti nel corso delle esperienze quotidiane. La frequentazione del silenzio sollecita onde cerebrali più calme e armoniche, nonché la produzione di dopamina e, a livello psicologico, facilita l’ascolto di quelle istanze più intime solitamente sommerse dalla frenesia del quotidiano.

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Bibliografia
  • Bloom, P. (2010). How pleasure works: The new science of why we like what we like. Random House.
  • Kringelbach, M. L., & Berridge, K. C. (Eds.). (2010). Pleasures of the Brain.
  • Kringelbach, Morten L., and Kent C. Berridge. “The functional neuroanatomy of pleasure and happiness.” Discovery medicine 9.49 (2010): 579.
  • Layard, R. (2005). Felicità, Rizzoli.
  • Paoletti, P. (2019). L’intelligenza del cuore. BUR.
Sitografia

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