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Sindrome da rientro dalle ferie

Impariamo dalle vacanze a vivere meglio

Molti di noi rientrano in questi giorni dalle vacanze estive e, per più di qualcuno, è un bagno gelato di quotidianità. Quando finisce un periodo di ferie, è piuttosto normale e diffuso provare un po’ di smarrimento e malinconia. A volte, addirittura, potremmo sperimentare sintomi di ansia, depressione o angoscia. È importante ascoltare le nostre emozioni, per comprenderne le radici e coglierne il messaggio, prezioso per vivere meglio le nostre giornate. Diversi potrebbero essere i motivi correlati alla sindrome da rientro dalle ferie. Per prima cosa, potrebbe già mancarci la maggiore libertà sperimentata durante le vacanze, il tempo con la famiglia e gli affetti più cari, il divertimento e quel pizzico di avventura in più. Inoltre, se al lavoro non ci sentiamo a nostro agio o se in passato non siamo riusciti a trovare un buon equilibrio tra vita lavorativa e personale, ritornare operativi potrebbe risultare ancora più difficile. Una soluzione possibile? Imparare dalle ferie a vivere meglio.

Quando le ferie insegnano

Se le nostre vacanze ci hanno resi più felici, allora esse sono probabilmente delle buone insegnanti, da ascoltare per riuscire a diventare maggiormente consapevoli delle sfide e risorse della nostra quotidianità. Se il rientro dalle ferie è particolarmente duro e non tiene il passo con la gioia di nuovi obiettivi, potrebbe significare che qualcosa manca nella nostra vita quotidiana e lavorativa. Infatti, spesso, non sono le ferie in sé a mancarci, ma le emozioni, pensieri e sentimenti che ci hanno fatto sperimentare. Per esempio, in vacanza potremmo aver coltivato di più i rapporti interpersonali, con la famiglia o con gli amici, o fatto nuove conoscenze. Oppure, durante le ferie potremmo aver maggiormente goduto del rapporto con la natura o essere riusciti a riposare di più. Ancora, durante il periodo di assenza dal lavoro, potremmo aver messo da parte delle problematiche restate aperte e sospese, che ora pare ci aspettino sulla porta del rientro.

Trasformare la crisi in progetto

La crisi del rientro non è un vissuto da nascondere o negare, ma un’occasione preziosa per comprendere meglio la nostra quotidianità e trasformarla positivamente. L’etimologia della parola “crisi” deriva dal greco krisis, nel significato di “scelta” e “separazione”. Ogni crisi è infatti un cambiamento, in primis di consapevolezza, che richiede una nuova scelta e una riorganizzazione. Proprio queste ci permettono, durante la crisi, di riscoprirci come crisalidi, pronte a mettere le ali per nuovi obiettivi di maturità e crescita personale. La crisi è un appello, insomma, a immaginare e mettere in pratica un nuovo progetto, che maggiormente risponda alle istanze esteriori e interiori e al bisogno – sacro, naturale ed evolutivo – della felicità.

Cosa imparare dalle ferie

Possiamo imparare a non vivere passivamente la crisi da rientro dalle ferie, sia essa leggera o più profonda e, quindi, portatrice di messaggi ancora più importanti per la nostra felicità. Per far questo, possiamo dedicarci a un piccolo training di “decrittazione della crisi” e traduzione del suo messaggio in cambiamenti positivi per la nostra vita.

Ascoltiamo le emozioni

Per prima cosa, è essenziale non negare la crisi, ma divenire consapevoli delle emozioni che porta con sé, accettandole come delle ambasciatrici del nostro mondo interiore. Solo così, possiamo davvero ascoltare l’insegnamento della crisi e metterlo in pratica, in modo positivo e proattivo nella nostra vita.

Prendiamo nota degli ingredienti della felicità

Scriviamo una lista delle cose che maggiormente ci mancano delle nostre ferie. Questo ci aiuterà a focalizzarle meglio e renderci più consapevoli di cosa, effettivamente, ci rende e ci ha resi felici. Includiamo nella lista anche nuove cose, che vorremmo sperimentare da ora in poi: esperienze, studi, obiettivi o hobby.

Prefiguriamo nuove felicità

Prefiguriamo nuovi modi per portare un po’ dello spirito delle nostre ferie nella quotidianità. Cerchiamo di essere visionari e fantasiosi ma concreti, realisti e sinceri con noi stessi. Se la fonte della felicità è la libertà, per esempio, proviamo a immaginare nuovi modi in cui potremmo vivere più liberamente il nostro tempo libero quotidiano, che questo sia il weekend o le serate o, addirittura, la semplice pausa pranzo. Spesso, infatti, sono le piccole dosi di felicità a rendere la nostra giornata bellissima, nella sua semplicità. E noi possiamo attivamente modulare molti fattori per facilitare questo flusso positivo. Potrebbe bastare della musica in più, una camminata invece di un usuale scrolling serale sui social network, un po’ di sano sport o un pic-nic all’aria aperta, magari con qualche collega, nella pausa pranzo.

Coltiviamo il giardino delle relazioni

Coltiviamo un giardino di buone relazioni, anche al lavoro. Proprio partendo da queste si può migliorare moltissimo l’ambiente lavorativo, creando un circuito di supporto, collaborazione, disponibilità e anche condivisione piacevole. Piccole attenzioni ai nostri colleghi possono fare la differenza: condividere uno snack, essere pronti a una parola gentile, cercare di diffondere entusiasmo per i piccoli o grandi compiti che ci vedono allineati e infine chiedere, con reale e sincera attenzione: “Come stai?” Perché, dietro a ogni collega, c’è una persona come noi, con una vita fatta di gioie e sfide.

Proteggiamo l’equilibrio tra vita personale e lavorativa

Nel rispetto della serietà, affidabilità e produttività necessaria al lavoro, è fondamentale anche prenderci cura di un sano equilibrio tra vita lavorativa e personale, ambìto soprattutto dalle nuove generazioni. Il diritto alla disconnessione nel tempo libero e mantenere ritmi sostenibili partecipano al nostro benessere lavorativo e alla salute globale. Impariamo a chiedere e offrire supporto ai colleghi, a demandare, quando opportuno, rinunciando alla rincorsa della chimera dell’iperproduttività o della competizione, cercando, piuttosto, lo sforzo bello che garantisce quantità e qualità di risultati, efficacia ed efficienza del processo, che comprende la soddisfazione nel fare, non solo nel raggiungere.

Il porto sicuro dell’amicizia

Infine, troviamo luoghi sicuri dove mettere un po’ da parte la maschera felice che, magari, siamo soliti indossare per convenzione sociale, nella vita reale e online. Così, liberi di essere davvero noi stessi, senza paura del giudizio, potremo parlare apertamente della nostra delusione e dei nostri desideri. Il luogo sicuro dove non preoccuparci di apparenze e aspettative sociali è spesso creato dagli amici con cui abbiamo un rapporto profondo. Le persone care possono aiutarci a specchiarci meglio nelle nostre parole e cambiare la narrativa interiore e i punti di vista sul momento che stiamo vivendo. Non solo: parlando delle nostre emozioni, scopriremo quanto queste siano condivise e diffuse, diventando noi stessi un prezioso supporto per gli altri.

Questi piccoli passi ci ricordano quanto possiamo attivamente e responsabilmente prendere il timone della nostra vita, diventando protagonisti della nostra felicità.

Se questi piccoli passi non dovessero migliorare il nostro umore, è importante escludere eventuali forme depressive, come il disturbo affettivo stagionale (seasonal affective disorder, SAD), caratterizzato da tristezza e sintomi che si sviluppano secondo un ciclo stagionale. Un colloquio con un terapeuta è in questi casi opportuno e consigliato per un’eventuale diagnosi e preziose indicazioni terapeutiche per costruire benessere e felicità. Inoltre, un consulto terapeutico professionale potrà aiutarci a comprendere se sia consigliabile anche ripensare la nostra carriera, operando dei cambiamenti proficui per il nostro benessere.

 


  • IMPARARE A SOGNARE COL CUORE

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E se sono state proprio le ferie a deluderci?

Se proprio le ferie, in fondo, ci avessero deluso, resta centrale l’importanza di ascoltare il messaggio di questa crisi in forma di delusione. In questo caso, questa potrebbe suggerire anche il bisogno di ricalibrare le aspettative. È infatti molto importante che le aspettative siano realistiche e raggiungibili, per diminuire la distanza tra i nostri sogni e la realtà. Inoltre, è altrettanto importante che le aspettative siano soprattutto rivolte verso di noi, piuttosto che sugli altri o su una generica realtà esterna, al fine di operare personalmente un cambiamento positivo. È proprio agendo su noi stessi, infatti, e sulle nostre piccole azioni quotidiane, che possiamo operare il più grande miglioramento, che si riverbererà anche fuori e su chi ci è accanto, amici e colleghi compresi.

Vuoto creativo, cambiamento e prefigurazione

È da noi che parte la migliore rivoluzione di bellezza che possiamo immaginare, la nostra opera d’arte. Questa si dipinge anche al ritorno dalle ferie, che ci ricordano il segreto etimologico delle vacanze e del divertimento. La parola “vacanza” deriva dal latino vacans, nel significato di “libero”, “sgombro”, ricordandoci l’importanza di proteggere una sana porzione di tempo libero e vuoto per noi stessi. In salubri momenti di silenzio e anche di solitudine intenzionalmente cercata, fiorirà la nostra consapevolezza e creatività.

Con uno sguardo più fresco, rigenerato e creativo, sarà più semplice inventare e rinnovare le occasioni di un costruttivo divertimento, termine che deriva da di-vergere, ossia “cambiare direzione” e sperimentare il nuovo. Perché è sempre un buon momento per evolvere e innamorarci di versioni migliori di noi, che non abbiamo ancora incarnato ma che sono lì, ad aspettarci, dietro l’angolo del pensiero. Per imparare a prefigurare queste nuove versioni di noi e una quotidianità dove l’entusiasmo incontra la realtà, Fondazione Patrizio Paoletti mette a disposizione un Edukit gratuito, per allenarci a sognare allineando mente e cuore. Così facendo, potremo ascoltare sia i desideri sia i pensieri, per tracciare una nuova strada di felicità, dove sia la strada stessa una fonte di gioia, più che la meta. Una strada fatta di un tempo presente ricco di sogni, occasioni per stupirsi e voglia di salpare per nuove e concrete avventure.

 


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Sitografia
  • https://www.psychologytoday.com/intl/blog/here-there-and-everywhere/202212/coping-with-a-post-holiday-letdown
  • https://www.msdmanuals.com/it-it/casa/news/editorial/2023/03/21/19/24/seasonal-affective-disorder.
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