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Depressione, movimento e teoria polivagale

Nuove prospettive

La depressione è una delle condizioni di salute mentale più diffuse a livello globale. Essa appare solitamente come un fenomeno emotivo caratterizzata da forti convinzioni negative. La ricerca dimostra che le vie più efficaci per trattarla passano per la dimensione istintivo-motoria. Si scoprono così importanti legami tra le diverse funzioni e la necessità di un’educazione globale per una salute globale.

La depressione oggi nel mondo

Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), più di 264 milioni di persone di tutte le età soffrono di depressione – intesa come condizione clinica ben diversa dai più comuni stati di difficoltà emotiva – a livello mondiale. Inoltre, secondo la ricerca, la depressione si correla in una certa misura ai casi di suicidio. Si stima che circa 800.000 persone muoiano per suicidio ogni anno, con la depressione spesso identificata come un contributo significativo.

In Italia

Secondo i dati dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS), si stima che circa il 3,1% della popolazione italiana soffra di depressione maggiore. Le statistiche mostrano che la depressione è più comune tra le donne rispetto agli uomini, con una prevalenza che raggiunge quasi il doppio tra le donne.

Bisogna, inoltre, tenere conto del fatto che la pandemia ha avuto un impatto significativo sulla salute mentale degli italiani. Uno studio del 2020 ha rilevato un aumento dei casi di depressione, con circa il 24,7% degli italiani che ha segnalato sintomi depressivi durante il lockdown.

Depressione e Cervello Triunico

Nella prospettiva di una salute globale che consideri tutte le parti del nostro essere, può essere rilevante considerare la depressione nel quadro del modello di cervello triunico proposto da Paul D. MacLean. Questo modello ipotizza una divisione del cervello umano in tre parti che corrispondono a diversi stadi dell’evoluzione: il cervello rettiliano (istintivo), il limbico (emozionale) e la neocorteccia (razionale).

Considerare questa tripartizione aiuta a cogliere relazioni inaspettate tra fenomeni emotivi, fisici e mentali

Ordinariamente, quando incontriamo il fenomeno della depressione, siamo colpiti dalle convinzioni che la accompagnano e può sembrarci utile il ragionamento. La ricerca indica, invece, che il movimento può essere una via molto più efficace per cambiare lo stato di una persona in difficoltà. Per esempio, l’esercizio aerobico può ridurre l’attività nel cervello limbico, riducendo l’ansia e migliorando l’umore, mentre attività che richiedono coordinazione e pianificazione, come la danza o gli sport di squadra, possono attivare la neocorteccia, migliorando la funzione cognitiva e la regolazione emotiva.

Movimento e depressione

Studi recenti suggeriscono che il movimento fisico può giocare un ruolo chiave nel mitigare i sintomi della depressione, attraverso meccanismi che coinvolgono il nervo vago. L’analisi del modo in cui il movimento influisce su questi sistemi neurali offre prospettive promettenti per trattamenti più efficaci e integrati della depressione.

7 meccanismi per mitigare i sintoni della depressione attraverso il movimento

Ecco alcuni dei principali meccanismi per mitigare i sintomi della depressione evidenziati dagli studi:

  1. Aumento dei Neurotrasmettitori: L’esercizio fisico stimola il rilascio di neurotrasmettitori chiave come l’endorfina, la serotonina e la dopamina nel cervello. Questi sono spesso chiamati “ormoni della felicità” perché contribuiscono a migliorare l’umore e ridurre il dolore. La serotonina, in particolare, è spesso il bersaglio di molti antidepressivi, quindi l’aumento della sua produzione attraverso l’attività fisica può avere effetti simili a quelli dei farmaci antidepressivi.
  2. Riduzione dell’Infiammazione: L’infiammazione è stata collegata alla depressione, con studi che mostrano livelli più elevati di marcatori infiammatori in persone depresse.
  3. Miglioramento della Neuroplasticità: Il movimento fisico promuove la neuroplasticità, cioè la capacità del cervello di modificarsi e adattarsi in risposta a nuove esperienze.
  4. Miglioramento del Sonno: La depressione è spesso associata a disturbi del sonno e l’esercizio fisico può aiutare a migliorare la qualità e la durata del sonno.
  5. Aumento dell’Autostima e Riduzione dell’Ansia: Partecipare regolarmente all’attività fisica può migliorare l’autopercezione e l’autostima, ridurre l’ansia e promuovere un generale senso di benessere.
  6. Distrazione Cognitiva: L’esercizio fisico può agire come una distrazione, permettendo alle persone di trovare un sollievo temporaneo dai pensieri negativi o dai circoli viziosi di pensiero che sono comuni nella depressione.
  7. Promozione del Senso di Controllo e Realizzazione: Impostare e raggiungere obiettivi legati all’attività fisica può dare alle persone un senso di controllo e realizzazione. Questo può essere particolarmente potente per chi soffre di depressione, che spesso si sente impotente di fronte alle proprie condizioni.

4 Aspetti Chiave della Connessione tra Movimento, Emozioni e Nervo Vago

Ulteriori connessioni tra la dimensione istintivo-motoria e quella emotiva emergono quando si considera la teoria polivagale, sviluppata dal Dr. Stephen Porges. Ecco alcuni aspetti chiave riguardanti le connessioni tra il nervo vago e il movimento secondo la teoria polivagale:

  1. Senso di Sicurezza e Benessere Sociale: Secondo la teoria polivagale, il nervo vago regola il sistema nervoso autonomo attraverso due distinti circuiti vagali: il vago ventrale, che promuove stati di calma e connessione, e il vago dorsale, che può indurre stati di disconnessione o immobilizzazione in risposta a minacce. Il movimento fisico, particolarmente quello ritmico e sociale come il ballo o lo sport di squadra, può attivare il vago ventrale, facilitando uno stato di sicurezza e promuovendo il benessere sociale ed emotivo.
  2. Regolazione Emotiva e Stress: Il movimento regolare influisce sulla regolazione del sistema nervoso autonomo, aumentando la tonicità vagale, cioè la capacità del nervo vago di regolare rapidamente la frequenza cardiaca in risposta allo stress. Un’alta tonicità vagale è associata a una migliore resilienza allo stress e a una più rapida capacità di recupero dopo esposizioni a situazioni stressanti.
  3. Respirazione e Movimento: La respirazione gioca un ruolo cruciale nella teoria polivagale, poiché il nervo vago è direttamente coinvolto nella modulazione della respirazione. Esercizi che integrano movimento e respirazione consapevole, come lo yoga o il tai chi, possono particolarmente potenziare l’efficacia del vago ventrale nel promuovere uno stato di calma e regolazione emotiva.
  4. Miglioramento dell’Auto-percezione Corporea: Il movimento consapevole può aiutare gli individui a diventare più consapevoli del proprio corpo e delle proprie sensazioni interne, un processo noto come interocezione. Migliorare l’interocezione attraverso pratiche come yoga, meditazione o semplicemente l’esercizio fisico consapevole può rafforzare la connessione mente-corpo, facilitata dal nervo vago, e migliorare la regolazione emotiva generale.

La Ricerca di Fondazione Patrizio Paoletti sul Movimento

La Fondazione Patrizio Paoletti è impegnata da oltre venti anni nella ricerca e nell’applicazione pedagogica delle neuroscienze per promuovere la salute globale. Promuovere un’educazione globale come determinante della salute significa considerare tutti gli aspetti del nostro essere. Per questo il RINED, istituto di ricerca della Fondazione, è impegnato da sempre nella ricerca sulla relazione tra movimento consapevole e cognizione. L’istituto ha sviluppato una ricerca multidisciplinare sulla tecnica di mindful movement denominata Quadrato Motor Training, ideata da Patrizio Paoletti. La ricerca ha mostrato come sia possibile sviluppare consapevolezza, capacità cognitive e benessere emotivo attraverso il movimento.

 


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Bibliografia
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