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Come favorire la creatività con la gentilezza?

Due esercizi tra mindfulness e arte, per adulti e adolescenti

La gentilezza come capacità di accogliere è un ingrediente prezioso per il benessere psicofisico, che crea le condizioni positive per favorire la creatività e il cambiamento. Qual è la forza dolce della gentilezza e come può aiutare adulti e adolescenti a crescere ed evolvere in serenità?

La gentilezza per il cambiamento e la creatività

Quando siamo gentili, il nostro cervello rilascia endorfine e ossitocina, facendoci sentire bene. La gentilezza è correlata a un’elevata attività della corteccia temporale superiore, dove favorisce nuove connessioni neuronali, promuovendo la neuroplasticità. Essere accoglienti e gentili, verso noi stessi e gli altri, diminuisce lo stress, favorendo la calma, l’autoconsapevolezza, la percezione di felicità e la gratitudine.

Riservarci una flessibilità accogliente è fondamentale soprattutto nei momenti di transizione, in cui il cambiamento, esteriore e interiore, è massimo. Ogni trasformazione è sempre un periodo di grandi sfide e, parallelamente, di opportunità, che mescolano paure e speranze. Accogliere entrambe, sviluppando tolleranza e resilienza, è essenziale per affrontarla in modo positivo.

Adolescenza, creatività e gentilezza

Un momento di transizione per eccellenza, nella nostra vita, è l’adolescenza, in cui la personalità si struttura nell’esplorazione e nella sperimentazione, ma l’autostima e l’autoefficacia sono spesso fragili. Per rafforzarle, l’accoglienza gentile è un potente alleato.

L’adolescenza è anche la stagione della creatività, in cui ci si crea in una maniera nuova, rinascendo come adulti. La spinta e il pensiero creativo sono massimi, riflettendosi in uno spiccato coinvolgimento della corteccia prefrontale nella risoluzione dei problemi. L’espressione creativa è favorita dalla gentilezza, che crea un ambiente adatto all’esplorazione, accogliente e disteso.

Se la gentilezza favorisce la creatività, è vero anche il contrario: la creatività può essere un’occasione di gentilezza. Quando siamo gentili verso noi stessi, ci permettiamo di essere creativi, e così fiorire e sviluppare i nostri talenti, diventando più accoglienti anche verso gli altri, disponibili a coltivare collaborazioni e relazioni autentiche e positive.


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Il silenzio come spazio creativo

Come allenarsi all’accoglienza gentile? Per creare qualcosa di nuovo ci vuole uno spazio vuoto e accogliente, come una tela bianca per il pittore ispirato. Lo spazio più prezioso è quello interiore, dove la miccia della creatività può accendersi, indisturbata dall’iperstimolazione esterna. Questo spazio vuoto interiore, che si riempie di possibilità, si apre nel silenzio. Nel brusio di notifiche, iperconnessione e stress, il silenzio è un’occasione per rigenerarsi e tornare al proprio centro, consapevoli. Nel silenzio possiamo ascoltarci, con gentilezza, accogliendo i messaggi profondi di pensieri, emozioni e sensazioni corporee.

Possiamo prenderci cura di noi, spostando l’attenzione dal mondo, coi suoi molti richiami, verso l’interno, ai nostri sogni e bisogni. Il silenzio consapevole non è una fuga ma un incontro, con la parte più intima e vera di noi stessi. Puoi ascoltare qui l’intervista a Tania Di Giuseppe dell’Istituto RINED di Fondazione Patrizio Paoletti, sull’importanza della scelta intenzionale del silenzio. Il suo ruolo è importante a tutte le età, dal gioco solitario del bambino alla meditazione nell’adulto. Nell’adolescenza, il silenzio può essere un efficace strumento che partecipa al necessario equilibrio tra esplorazione e introspezione, permettendo la crescita.

Come fare per educare gli adolescenti alla via gentile del silenzio?

La migliore educazione passa sempre tramite l’esempio. Il primo passo che possiamo fare per educare un adolescente alla gentilezza è quindi essere gentili, noi per primi. Lo stesso vale per la creatività e il silenzio consapevole: praticarli ci aiuta a trasmetterli e condividerli.

Ci sono varie strategie per favorire la creatività con gentilezza, come passeggiare o modulare restrizioni e ricompense. Una via per potenziarla è proprio la meditazione e il silenzio, che possono essere integrate facilmente a esercizi di arteterapia, utili per promuovere il pensiero e l’azione creativa.

Esercizi per stimolare la creatività

Mindfulness e fotografia

Un primo semplice esercizio integra mindfulness e fotografia, ci richiede solo una macchina fotografica o uno smartphone e può essere sperimentato da soli o, ancora meglio, in compagnia. Questa pratica ci aiuta a distillare spunti possibili, su un tema che ci sta particolarmente a cuore, dalla realtà che ci circonda.

  • Per iniziare, scegliamo un tema su cui lavorare.
  • Poi prendiamoci un tempo di “ascolto” e attenzione alla realtà circostante, facendo magari una breve camminata in città o nella natura, in silenzio, osservando tutti i piccoli particolari attorno a noi che ci colpiscono.
  • Mentre osserviamo, cerchiamo di immaginare ponti di significati simbolici e spunti possibili tra i particolari che notiamo e il nostro tema di riflessione scelto. Per esempio, un fiore che cresce nel cemento potrebbe ricordarci una metafora della forza di far fiorire i propri sogni anche nelle difficoltà. Oppure un semaforo che diventa verde proprio mentre ci avviciniamo potrebbe sembrarci un invito a proseguire nei nostri intenti.
  • Ogni volta che notiamo un possibile ponte di significato lo fotografiamo.
  • Alla fine della passeggiata, se abbiamo praticato in gruppo, ci mostriamo vicendevolmente le fotografie, descrivendo i ponti di significato che abbiamo distillato.

Medito – Creo – Condivido

Possiamo anche proporre un’attività a tre step, perfetta anche per un lavoro di gruppo con adolescenti:

  1. Pratica meditativa: possiamo scegliere di stare in semplice silenzio, ascoltando i suoni vicini e lontani, con l’attenzione al respiro. Oppure possiamo seguire, per esempio, le meditazioni guidate gratuite di Fondazione Patrizio Paoletti.
  2. Momento creativo, dopo la meditazione: possiamo scrivere una piccola poesia per elaborare l’esperienza tramite la scrittura, o fare un disegno, prediligendo i colori e le linee spontanee, per la libera espressione delle emozioni.
  3. Condivisione: possiamo infine leggere la poesia o mostrarci vicendevolmente il disegno, per scambiarci impressioni ed esperienze.

Gentilezza, accoglienza e non giudizio

In questi tipi di attività meditativa e creativa, la gentilezza è essenziale e si traduce in accoglienza e non giudizio. Aiuta vivere l’esperienza con la giusta leggerezza (che non è superficialità) e con un approccio piacevole e ludico. Nel buon gioco, infatti, tutti impariamo: bambini, adulti e adolescenti. Qualsiasi poesia o disegno nasca è una preziosa e unica espressione del mondo interiore e, come tale, da apprezzare e valorizzare. Anche ogni singola “distrazione” nella fase meditativa è da accogliere. Il pensiero che passa, distogliendoci dall’ascolto dei suoni o dal respiro, spesso diventa più costruttivo, influenzato dalla modalità meditativa.

Ricordiamoci sempre che la meditazione non è vedere un cielo limpido, senza macchia di nuvole: è, piuttosto, scorgere sempre quel cielo azzurro e tranquillo, dietro le nuvole che passano. Guardandolo con uno sguardo gentile, potremo forse scoprire che quelle nubi suggeriscono nuove possibili forme per ciò che desideriamo, se le lasciamo scorrere al vento del cambiamento. Quel vento soffia forte per i ragazzi: ogni nuvola è transitoria e a suo modo preziosa, mentre nel loro cielo brillano costellazioni uniche.

Coltivare gentilezza verso noi stessi, ci permetterà di esprimerla sempre più anche fuori, nelle relazioni con gli altri. L’orientamento sarà alla scoperta delle aspirazioni più autentiche dell’individuo e degli insiemi, a tutte le età, nella grande avventura del crescere e vivere, che Fondazione Patrizio Paoletti sostiene. Se vuoi contribuire anche tu alla ricerca neuropsicopedagogica e ai progetti per la salute globale, puoi donare il 5×1000 per la ricerca a servizio dell’umanità. Spesso la gentilezza non costa nulla, ma il suo impatto va oltre il raggio diretto dello sguardo ed è potenzialmente infinito.


  • GLI ADOLESCENTI VANNO AIUTATI.
    PRIMA CHE SIA TROPPO TARDI.

Bibliografia
  • Dambrun M., Ricard M. (2011). Self-centeredness and selflessness: A theory of self-based psychological functioning and its consequences for happiness. Review of General Psychology, 15, 138–157. doi:10.1037/a0023059
  • Fryburg, D. A. (2022). Kindness as a stress reduction–health promotion intervention: a review of the psychobiology of caring. American journal of lifestyle medicine16(1), 89-100.
  • Kleibeuker, S. W., Koolschijn, P. C. M., Jolles, D. D., Schel, M. A., De Dreu, C. K., & Crone, E. A. (2013). Prefrontal cortex involvement in creative problem solving in middle adolescence and adulthood. Developmental cognitive neuroscience5, 197-206.
  • Mathers, N. (2016). Compassion and the science of kindness: Harvard Davis Lecture 2015. British Journal of General Practice66(648), e525-e527.
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