
Che cos’è l’infodemia?
Tra social e intelligenza artificiale, l’eccesso di informazioni, non sempre di qualità, minaccia il nostro benessere
Ci informiamo sempre di più sui social media, dove navighiamo in cerca di notizie dal mondo. I più giovani si affidano anche ai chatbot di intelligenza artificiale per ricevere aggiornamenti e risposte, secondo il nuovo rapporto Digital News Report 2025 dell’Istituto Reuters. Il rischio è di una crescente infodemia: ondate di informazioni, non sempre di qualità, che insieme all’iperconnessione minano la nostra salute globale.
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Infodemia è una parola composta da due parole: “info” che sta per “informazione” e “demia” che sta per epidemia. Il vocabolario Treccani la descrive come: “Circolazione di una quantità eccessiva di informazioni, talvolta non vagliate con accuratezza, che rendono difficile orientarsi su un determinato argomento per la difficoltà di individuare fonti affidabili”.
A partire dalla fine di dicembre 2019 questa parola, che era stata usata per la prima volta nel 2003 dal giornalista americano David J. Rothkopf, è tornata di moda. Per la prima volta, nella storia dell’umanità, ci siamo ritrovati ad avere così tante notizie e aggiornamenti su una singola notizia in maniera così dettagliata: non per un breve periodo, ma per mesi, se non anni. E se da una parte avere notizie sulla situazione della pandemia ci dava conforto, dall’altra non sapere quali notizie fossero vere o false ci faceva vivere una situazione di ansia che, col passare del tempo, si è trasformata sempre più in uno stato perenne di incertezza. Questo ci ha portato ad abbuffare letteralmente il nostro cervello di notizie e informazioni, che non ci fanno stare bene, ma ci allontanano ogni giorno di più da uno stato psico-fisico di benessere.
Navigare e informarci responsabilmente
Nel 2020, oltre che cercare una cura per il virus, l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) si è quindi ritrovata a dover fare i conti anche con l’infodemia e con l’impossibilità di contrastarla efficacemente. Ognuno di noi, dunque, ha due responsabilità per contrastare questa nuova “malattia”.
- La prima è la responsabilità sociale di divulgare solo notizie verificate
- La seconda, invece, è la responsabilità individuale di informarsi in maniera consapevole.
Nell’era dei social media, dove le notizie viaggiano ad una velocità mai vista prima, a volte è difficile, perché non tutti hanno gli strumenti per distinguere una notizia vera da una falsa. Eppure, ci informiamo sempre di più proprio sui social media: “La percentuale di persone che fruisce di notizie video dai social è cresciuta dal 52% del 2020 al 65% del 2025”, si legge sul rapporto Digital News Report 2025 dell’Istituto Reuters.
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Infodemia, iperconnessione e salute mentale
L’infodemia può far aumentare gli stati di ansia, stress e depressione, comportando anche più frequenti distorsioni cognitive, che portano il nostro cervello a iper-generalizzare e ad avere pensieri “tutto o niente”. Quest’ultimo è un pensiero, detto anche dicotomico, che, escludendo qualsiasi forma di riflessione profonda, schematizza la realtà in due sole categorie: nero o bianco, bello o brutto, vero o falso.
Con l’avvento della guerra in Ucraina e in Medio Oriente, dal punto di vista dell’informazione, ci ritroviamo in una situazione simile a quella vissuta durante la pandemia: una serie di notizie che ci porta a restare attaccati al telefono, esacerbando uno stato di già crescente iperconnessione, che attinge quotidianamente dal desiderio di informarci e, più in generale, di connetterci agli altri e al web.
Pensiamo che il 91% delle persone controlla lo smartphone ogni ora, in attesa di qualche notifica, con picchi fino a 80 volte all’ora, secondo una ricerca di Censuswide. Così, l’iperconnessione e l’infodemia rischiano di trascinarci in una condizione di ansia mista ad incertezza per il futuro, che si protrae fino a sera: il 28% delle persone nel nostro Paese controlla le notifiche fino all’ora di andare a dormire e, alla fine della giornata, l’83% degli italiani si sente stressato, sempre secondo lo studio di Censuswide. E già l’edizione 2024 del Digital News Report testimoniava che il 40% dei connazionali si sente sopraffatto dalla quantità di notizie in cui siamo immersi.
Aggiornamenti: l’illusione del controllo
Se l’attrazione magnetica dalla gratificazione digitale non ci fa separare dallo smartphone, in una nomofobia preoccupante, il rischio per il nostro benessere è esacerbato dall’esposizione continua a notizie allarmanti. “Stare attaccati al telefono a ricercare continuamente aggiornamenti sulle notizie brutte che succedono nel mondo ci dà la sensazione di poter tenere tutto sotto controllo, ma non è così”, dice la psicologa e psicoterapeuta Ronke Oluwadare. “Stando attaccato al telefono, non tieni sotto controllo il mondo, ma stai nutrendo il tuo cervello solo di notizie e fatti orribili, dimenticandoti così però di nutrirlo anche di tutte le altre cose belle che succedono intorno e vicino a te”.
L’impegno di Fondazione Patrizio Paoletti
Fondazione Patrizio Paoletti si occupa di ricerca neuroscientifica, per indagare il funzionamento del nostro cervello e la promozione del suo e del nostro benessere. Come afferma Oluwadare, rimandando anche alla definizione di salute dell’OMS del 1948, “Il benessere non è l’assenza di malessere, ma viene dalla capacità di un individuo, grazie alle risorse esterne e a quelle interne, di utilizzare correttamente gli strumenti per avere a che fare sia con il bene che con il male che ci circonda quotidianamente”.
Proprio per garantire un’informazione di qualità per tutte le persone che, sempre di più, cercano aggiornamenti e notizie online, Fondazione Patrizio Paoletti garantisce un filo diretto con la ricerca neuropsicopedagogica, attraverso il suo portale di divulgazione e autoeducazione a sani stili di vita. Attraverso articoli, EduKit scaricabili e webinar, a cura della redazione e dell’équipe di ricerca, Fondazione Patrizio Paoletti risponde responsabilmente alla crescente richiesta di aggiornamento, ma anche al bisogno di un’informazione chiara, affidabile e orientata costruttivamente a una salute globale.
Il potenziamento delle risorse interiori
Fondazione Patrizio Paoletti investe in particolar modo sul benessere dei giovani, sostenendo il potenziamento delle loro risorse positive interiori, per esempio col progetto “Prefigurare il futuro”. Il suo obiettivo è quello di aiutare educatori, insegnanti, genitori e studenti a saper riconoscere e gestire le proprie emozioni per, come dice il nome, prefigurare un futuro con meno timore e più speranza. Proprio da questo progetto, che affianca alle attività didattiche la ricerca psicopedagogica con i ragazzi, è nato il report “Focus adolescenza: sfide e risorse positive nel post-pandemia”, presentato alla Camera dei Deputati e scaricabile gratuitamente qui. Si tratta della sintesi di 5 studi pubblicati da Fondazione Patrizio Paoletti in collaborazione con l’Università di Padova, che hanno visto la partecipazione di oltre 2.000 adolescenti.
Educare i ragazzi all’intelligenza emotiva, all’autoconsapevolezza e all’autoregolazione significa porre le basi anche per lo sviluppo di un sano pensiero critico, in grado di discriminare un’informazione funzionale da quella disfunzionale. Imparando a informarci, nella giusta qualità e quantità, possiamo crescere e migliorare ogni giorno, per il nostro bene e quello condiviso, costruendo insieme una società più equa, evoluta e felice.
- Rovelli, C. (2023). Soffro dunque siamo. Il disagio psichico nella società degli individui. Minimum Fax.
- Willson, R., & Branch, R., (2009). Il benessere della mente con la terapia cognitivo comportamentale per negati.Hoepli
- David J. Rothkopf (2003). Whasington Post: https://www1.udel.edu/globalagenda/2004/student/readings/infodemic.html
- https://www.odg.it/digital-news-rapporto-reuters-2025-cresce-nel-mondo-la-fruizione-di-notizie-social-e-ia/62248
- https://www.ilfattoquotidiano.it/2025/03/13/controllano-lo-smartphone-anche-80-volte-allora-fino-a-quando-vanno-a-letto-attenzione-alla-nomofobia-ecco-cose-e-quali-sono-i-rischi-per-la-salute/7911865/
- https://www.editorialedomani.it/fatti/digital-news-report-italia-cala-fiducia-informazione-due-su-tre-consultano-le-notizie-piu-volte-al-giorno-reuters-institute-fh2e8o2t
- https://www.editorialedomani.it/fatti/digital-news-report-italia-cala-fiducia-informazione-due-su-tre-consultano-le-notizie-piu-volte-al-giorno-reuters-institute-fh2e8o2t
- Infodemia Treccani: https://www.treccani.it/vocabolario/infodemia_(Neologismi)
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