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Promuovere l’invecchiamento attivo

La salute globale dopo i 60 anni

Entro il 2030, una persona su sei nel mondo sarà over 60 anni. Con l’invecchiamento della popolazione, si prevede un incremento significativo di malattie correlate al deterioramento cognitivo. Gli studi mettono in luce che livelli di maggiore benessere negli anni d’argento sono correlati a un minore rischio di sviluppare demenza. È quindi fondamentale attenzionare la salute mentale degli anziani, contrastando fenomeni quali l’isolamento sociale, la depressione e i disturbi cognitivi. L’invecchiamento attivo non è solo una questione di benessere individuale, ma un investimento per la società, che richiede politiche mirate e iniziative volte a migliorare la qualità della vita degli over 60.

Sfide dell’invecchiamento: i fattori di rischio secondo l’OMS

Per il 2050, l’OMS prevede che il numero di persone di età superiore ai 60 anni raddoppierà fino a 2,1 miliardi. L’aumento dell’aspettativa di vita ridefinisce le priorità globali in termini di benessere psico-fisico. Durante la senilità, la salute psichica è influenzata sia da fattori tipici dell’età e delle esperienze di vita che dall’ambiente sociale.

L’OMS evidenzia che circa un quarto degli anziani soffre di isolamento sociale, fattore di rischio significativo per la salute mentale. Non da meno è il tema degli abusi fisici, psicologici o finanziari, di cui un anziano su 6 sarebbe vittima. In questo scenario, si assiste a un aumento dei casi di depressione e ansia, che interesserebbe il 14% della popolazione over 60, secondo le stime dell’Institute of Health Metrics and Evaluation.

Molti anziani si trovano anche a dover assistere coniugi affetti da patologie croniche, con un impatto pesante sulla propria salute mentale. Inoltre, il rischio di depressione e ansia aumenterebbe per gli over 60 che non godono di buona salute fisica e non hanno accesso a servizi di qualità.

La felicità è la migliore medicina: prevenire la demenza

Il World Happiness Report 2024 sottolinea che persone con un livello elevato di benessere sono meno inclini a sviluppare demenza. Maggiore soddisfazione personale e senso di scopo nella vita si tradurrebbero in comportamenti salutari, come attività fisica, astinenza dal fumo e impegni sociali più frequenti, essenziali nel prevenire il declino cognitivo.

Uno studio condotto dal Rush Alzheimer’s Disease Center di Chicago ha dimostrato che chi gode di un elevato benessere mostra una resilienza superiore alle malattie connesse alla demenza, con capacità di memoria e riflessione oltre le aspettative. Tali effetti si osserverebbero indipendentemente da istruzione, personalità, depressione e fattori genetici.

 



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Invecchiare bene: l’healthy ageing comincia con l’attività fisica

Compiuti i 60 anni, si apre un nuovo capitolo della vita, ricco di possibilità per la crescita personale. L’invecchiamento attivo, in inglese healthy ageing, è un concetto che sta guadagnando sempre più interesse. Questo approccio rappresenta un invito a vivere appieno, un incentivo verso la partecipazione sociale e uno stile di vita salutare.

Al fine di ridurre l’insorgere di malattie neurodegenerative e migliorare la salute cardiorespiratoria, il Ministero della Salute rimarca il ruolo cruciale di una sana alimentazione e di una regolare attività fisica. L’OMS suggerisce di svolgere almeno 150 minuti di attività aerobica a settimana. Camminare, praticare pilates e ginnastica dolce sarebbero le attività più consigliate.

Una tecnica innovativa di mindful movement è il Quadrato Motor Training (QMT), un metodo di movimento consapevole ideato per migliorare le funzioni mentali. Eseguendo movimenti specifici in risposta a istruzioni verbali, il QMT stimola il pensiero creativo, la plasticità cerebrale, la percezione temporale e spaziale, come evidenziato da studi condotti dall’Istituto di Ricerca RINED di Fondazione Patrizio Paoletti.

Spazi pubblici aperti, alleati della terza età

Per promuovere l’invecchiamento attivo, è essenziale creare ambienti che favoriscano il benessere. Le città si evolvono verso modelli più age-friendly, rendendo gli spazi più inclusivi, rimuovendo barriere architettoniche, creando aree verdi e coinvolgendo diversi settori, dall’urbanistica al volontariato, per permettere agli anziani di sentirsi inseriti nelle dinamiche comunitarie.

Una ricerca su Building and Environment ha dimostrato che maggiore accessibilità a spazi aperti pubblici e interazioni sociali è associata ad una migliore salute psichica e capacità funzionale negli anziani. In età senile, attività fisica e occasioni di socializzazione possono incontrarsi attraverso iniziative quali i “gruppi di cammino”, passeggiate guidate in parchi urbani o periurbani.

Il progetto AIDA della Fondazione Patrizio Paoletti, vincitore del Premio Inclusione 3.0 dell’Università di Macerata, è un esempio di come si possa far convergere benessere e inclusione sociale nei pazienti affetti da Alzheimer. Mediante l’integrazione di innovazione museale, artistica e digitale, è possibile favorire la comunicazione e il senso di appartenenza dei partecipanti.

Invecchiare bene significa avere la possibilità di vivere una vita soddisfacente, ricca di relazioni e opportunità. Investire nella salute mentale in età avanzata è un modo per costruire una società più forte e coesa, in cui anche gli over 60 siano protagonisti e non semplici spettatori.

 


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Bibliografia
  • Liu, Y., Guo, Y., Lu, S., Chan, O. F., Chui, C. H. K., Ho, H. C., … & Lum, T. Y. S. (2023). Understanding the long-term effects of public open space on older adults’ functional ability and mental health. Building and Environment234, 110126.
  • Spani, F., Carducci, F., Piervincenzi, C., Ben-Soussan, T. D., Mallio, C. A., Quattrocchi, C. C. (2024). Assessing brain neuroplasticity: Surface morphometric analysis of cortical changes induced by Quadrato motor trainingJournal of Anatomy.
  • Lasaponara, S., Mauro, F., Carducci, F., Paoletti, P., Tombini, M., Quattrocchi, C. C., … & Ben-Soussan, T. D. (2017). Increased alpha band functional connectivity following the Quadrato Motor Training: a longitudinal study. Frontiers in human neuroscience, 11, 282.
Sitografia
  • https://www.who.int/news-room/fact-sheets/detail/mental-health-of-older-adults
  • https://www.salute.gov.it/portale/donna/dettaglioContenutiDonna.jsp?lingua=italiano&id=4486&area=Salute%20donna&menu=prevenzione
  • https://worldhappiness.report/ed/2024/supporting-the-well-being-of-an-aging-global-population-associations-between-well-being-and-dementia/
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