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Prevenzione a tavola: come contrastare la neurodegenerazione

Le malattie neurodegenerative hanno raggiunto numeri di incidenza importanti negli ultimi anni, divenendo fra le principali cause di mortalità. Secondo quanto rilevato dal Ministero della Salute, attualmente in Italia si stima ci siano 600.000 persone affette da malattia di Alzheimer. Nel mondo le stime toccano i 44 milioni, cifre che verranno più che triplicate entro il 2050, come visibile dal World Alzheimer Report del 2019. A causa dei limiti attuali nella terapia farmacologica, l’attenzione si è spostata molto sulla ricerca e, al contempo, su tutte le modifiche nello stile di vita che possano favorire la prevenzione dalla neurodegenerazione, in primis a partire dalla nostra tavola. 

Quali sono le malattie neurodegenerative?

Le malattie neurodegenerative includono una vasta gamma di disturbi caratterizzati da danno neuronale o degenerazione che porta a danno neurologico. Tali malattie sono il morbo di Alzheimer, il morbo di Parkinson, la sclerosi multipla, la sclerosi laterale amiotrofica e la malattia di Huntington. La progressiva degenerazione dei neuroni può portare a disfunzioni a livello cognitivo, deficit delle funzioni esecutive e visuo-spaziali, variazioni comportamentali quali disinibizione, apatia o aggressività e problemi motori.

I costi per il trattamento di tali disturbi risultano ingenti, sia in termini di cure che di assistenza a lungo termine. Per i prossimi anni, si prevede una maggiore incidenza delle malattie neurodegenerative che risultano già essere la seconda causa di mortalità dopo quelle cardiovascolari. Alzheimer, Parkinson e sclerosi laterale amiotrofica condividono meccanismi biologici quali neuro infiammazione e stress ossidativo. Numerosi studi sottolineano l’importanza della prevenzione a tavola, ovvero il consumo di alimenti che possano ridurre o posticipare la manifestazione di tali malattie. 

L’Alzheimer, la più comune fra le malattie neurodegenerative, è stata descritta per la prima volta circa 100 anni fa dallo psichiatra Dr. Alois Alzheimer. Di difficile diagnosi nello stadio iniziale, si contraddistingue per un deterioramento delle capacità cognitive (memoria, giudizio, attenzione) insieme a una ridotta funzionalità delle attività principali (nutrirsi, lavarsi, cucinare). 

Dopo l’Alzheimer, il Parkinson è la seconda malattia neurodegenerativa progressiva più comune ed è dovuta alla degenerazione dei neuroni dopaminergici, ovvero cellule nervose che producono dopamina e partecipano a processi biologici come il movimento, la motivazione e la cognizione. Il Parkinson colpisce più dell’1% della popolazione umana di età pari o superiore a 60 anni e clinicamente, è caratterizzata da sintomi quali rigidità muscolare, tremore, problemi di linguaggio, instabilità posturale e declino della memoria.

L’importanza della prevenzione a tavola

In un momento storico come il nostro in cui uno degli argomenti di maggiore interesse è ciò che arriva sulle nostre tavole, si aprono nuovi spazi di attenzione verso la prevenzione. In particolare, il 91% dei giovani in Italia crede nella necessità di rivedere il modo in cui il cibo viene prodotto e consumato. Si tratta di una vera e propria rivoluzione del concetto di alimentazione, che non riguarda solo l’impellente necessità di ridurre gli sprechi per il benessere del pianeta, ma anche il nostro rapporto psicologico col cibo. 

La mera indicazione degli alimenti da assumere non risulta sufficiente. La Fondazione Patrizio Paoletti promuove un modello di prevenzione attivo, in cui ognuno si prende cura di sé stesso. È tanto rilevante rivolgersi agli specialisti quanto avere un ruolo attivo in merito alle scelte relative alla propria alimentazione e salute complessiva. Non solo è fondamentale una selezione attenta dei nutrienti, ma anche un’osservazione di come le proprie selezioni alimentari possano influire sul nostro benessere psico-fisico. È necessario occuparsi del “dentro” e del “fuori”, quindi attenzionare anche il contributo dei cibi al miglior funzionamento della mente.      

Le linee guida per una corretta alimentazione definite dal CREA (Ente Italiano di Ricerca Agroalimentare) sono strutturate secondo il modello della dieta mediterranea. Si è mostrata, infatti, una stretta interconnessione fra bilanciamento di nutrienti e malattie come obesità e ipertensione. Data la correlazione tra salute cardiovascolare e cerebrale, i ricercatori hanno ipotizzato che modelli cardioprotettivi basati su una dieta in stile mediterraneo possano essere efficaci anche per contrastare le malattie neurodegenerative.

La ricerca ha rilevato che neuro infiammazione e stress ossidativo sono connessi alla neurodegenerazione. È stato dimostrato che diversi nutrienti hanno effetti positivi nella prevenzione e nel rallentamento dello sviluppo delle malattie neurodegenerative. Questi includono caffeina, alcuni batteri probiotici, polifenoli, curcumina, vitamine B6, B12, acido folico, acidi grassi insaturi, lecitina e glutatione. Al contrario, lo sviluppo di queste malattie viene accelerato da una dieta ricca di acidi grassi saturi.

Una serie di fattori nutrizionali è correlata alla diminuzione di capacità cognitive, tra cui una scarsa assunzione di nutrienti essenziali dalle attività antiossidanti. Al fine di ridurre lo stress ossidativo che danneggia i neuroni, si consigliano nutrienti da introdurre per favorire la prevenzione a tavola. Oltre all’assunzione di vitamine, si incoraggia quella di sostanze naturali come i polifenoli dalle proprietà antiossidanti e antinfiammatorie, presenti soprattutto nelle spezie, nella frutta fresca e in quella secca. 

Inoltre, si è osservato che l’integrazione di acidi grassi polinsaturi, presenti nel pesce e nell’olio di pesce, può migliorare le funzioni esecutive e le capacità di apprendimento. In definitiva, la ricerca ha dimostrato che una dieta caratterizzata da un elevato apporto di frutta, verdura, legumi, cereali, noci e pesce, nonché da un consumo limitato di grassi saturi, sia associata a un minor rischio di contrarre malattie neurodegenerative.

La ricerca è ancora in corso e richiede tempo e continuità per raggiungere determinati risultati. Tuttavia, è bene considerare che le indicazioni alimentari possono essere importanti per definire la qualità delle nostre giornate, nell’ottica di cercare il giusto equilibrio tra la buona regola e la necessità di godere del “qui e ora”.

 

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Foto di Pablo Merchán Montes su Unsplash

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