
Mangiare nella “digital life”
I tempi a tavola e in cucina, il mukbang e i rischi delle “diete fai da te”
Secondo il nuovo rapporto “Il tempo e il cibo” a cura di Camst-Censis, gli italiani corrono sempre di più. In un’acrobazia di impegni e giornate sempre più frenetiche e intasate. In questa maratona di iperproduttività, anche il tempo per sedersi e gustare il cibo rischia di diventare un lusso. E magari finiamo per perderci la sera a leggere consigli nutrizionali online di scarsa fondatezza scientifica. Oppure a osservare video di persone che mangiano in modo compulsivo sui social. Ritrovare il piacereIl piacere è un'esperienza soggettiva che descrive una sens... Leggi di una pausa pranzo di qualità, magari in compagnia, è un passo necessario per costruire una salute globaleQual è la definizione di salute proposta dall’OMS nel 194... Leggi. Un prezioso elemento di benessere e anche una via per lavorare meglio.
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ToggleI ritmi accelerati della “digital life”
Il grande avanzamento tecnologico che stiamo vivendo non sembra aver liberato tempo per noi stessi e il nostro benessere. Anzi, le infinite possibilità di connessione, sul web e social media, finiscono per riempire i nostri preziosi tempi vuoti, tra un’attività e l’altra, rubando tempo prezioso al riposo. E sì, persino a un’alimentazioneLa vita non conosce pause: in ogni essere vivente le funzion... Leggi di qualità, che passa anche per il tempo che le dedichiamo, nella cucina e a tavola.
In questo mondo accelerato dai modelli digitali, tutto sembra dover correre al ritmo dei clic. Dai dati del nuovo report di Camst-Censis emerge che il 57,3% degli italiani pensa che il digitale (smartphone, smart working e shopping online) abbia accelerato ogni attività della vita quotidiana. Nella corsa all’obiettivo, il 73,9% degli italiani ricorre al multitasking, compiendo più attività contemporaneamente, come mandare messaggi e guardare la televisione. E la percentuale sale addirittura all’81,6% nei giovani.
Trovare il tempo per attività piacevoli, autoteliche e lente sembra divenuto un lusso. Anche la pausa pranzo diventa qualcosa da mordere in velocità, senza quasi assaporarla, per tornare velocemente alla frenesia automatica quotidiana.
Il tempo per il cibo
Durante i giorni feriali, il pranzo degli italiani dura in media solo 28 minuti, ma circa 1 italiano su 10 dedica al massimo 10 minuti al pranzo nei giorni di lavoro. Eppure la consapevolezza sull’importanza di una buona pausa anche per la performance lavorativa è diffusa. L’87,7% dei lavoratori pensa che una pausa pranzo soddisfacente migliori la produttività al lavoro e per il 73,8% è importante per la socializzazione coi colleghi.
Nei weekend, la durata del pranzo si allunga a 38 minuti. La cena invece dura in media 32 minuti nei giorni feriali e 37 nei weekend. Anche il tempo passato ai fornelli è piuttosto ridotto. Gli italiani dedicano una media di 32 minuti al giorno per cucinare nei giorni feriali e 39 minuti nei weekend.
La pausa online
Quando ce la concediamo, nella maggioranza dei casi non è una vera pausa. Piuttosto una nuova attività online: il 64% degli italiani, quando ha un po’ di tempo libero, dedica la propria attenzioneL'attenzione è un processo cognitivo complesso e multidimen... Leggi ad attività sul proprio smartphone. Come leggere mail, messaggi, scrollare sui social o fare qualche ricerca online. Questa “finta pausa online” non ha lo stesso valore rigenerante di un tempo di silenzio intenzionale, di una camminata in natura o di un’attività creativa offline. Questo perché non ci permette di riposare la mente, ma rafforza invece il ciclo di microgratificazione digitale che ci rende dipendenti dalla dopamina.
Questa fame di piacere, che sfoghiamo online, coinvolge anche il mondo virtuale dell’alimentazione: l’84,2% degli italiani cerca informazioni sul cibo online, come leggere ricette o vedere video con contenuti sul tema sui social media. E, naturalmente, ci piace partecipare attivamente a questa “degustazione digitale”, con foto dei nostri cibi preferiti o selfie a tavola con tavole imbandite.
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I video mukbang e il rischio di disturbi alimentari
Un esempio sono i video “mukbang”, in cui i protagonisti mangiano grandi quantità di cibo, spesso interagendo col pubblico: una sorta di abbuffata in diretta. Il genere è nato in Corea e la parola deriva dai termini mokta, “mangiare”, e bangsong, “trasmettere”. Uno studio del 2023 suggerisce che questa tipologia di contenuti online soddisfi un bisogno di commensalità, seppur in maniera digitale, ma ricorda che una fruizione eccessiva di mukbang è correlata a diverse tipologie di problematiche, come l’obesità e i disturbi alimentari.
Uno dei rischi è quello di emulare i video, aumentando la quantità di cibo consumata oppure quella di zuccheri e grassi, che portano a una gratificazione a livello cerebrale. Uno studio pubblicato su Cell metabolism, commentato anche dalla Federazione Nazionale degli Ordini dei Biologici, spiega come zuccheri e grassi modifichino il nostro cervello, agendo sulla regione cerebrale che regola la gratificazione. E ingenerando vere e proprie modifiche nelle nostre abitudini alimentari per adattamento neurocomportamentale. Un aumento eccessivo di dolci, che può essere esacerbato dalla fruizione di contenuti online tipo mukbang, può portare anche a una vera e propria dipendenzaLa dipendenza psicologica è una condizione in cui una perso... Leggi da zuccheri. Con rilascio di dopaminaUn neurotrasmettitore che si trova nel cervello e nel sistem... Leggi gratificante e disagio emotivo quando non riusciamo a consumarne.
I consigli alimentari online: le diete “fai da te”
Dall’altra part, un ulteriore rischio della navigazione online è la tentazione delle diete “fai da te”, che possono avere un severo impatto sulla nostra salute globale. Psychology Today invita a una riflessione sulla disinformazione nutrizionale che corre online, attraverso indicazioni inaccurate e tendenze alimentari discutibili o addirittura pericolose, magari diffuse da influencer senza un’adeguata preparazione medica e scientifica alle spalle.
Anche la diffusione del relativamente semplice digiuno intermittente, per esempio, presenta lati problematici di cui tenere conto. La Harvard Health Publishing ricorda i possibili fastidi correlati alla pratica (come mal di testa, letargia, irritabilità o irregolarità intestinale), ma anche il rischio di abbuffate post-digiuno, nel naturale desiderio di ricompensarci, o ancora l’interazione possibile con l’assunzione di farmaci.
Il problema di base della disinformazione in ambito nutrizionale, ma anche nel più ampio mondo della salute e del benessere, è la monetizzazione dei contenuti, che valorizza la numerosità di follower a prescindere dall’affidabilità dei messaggi veicolati. Uno studio australiano ha analizzato la produzione di un campione di influencer nell’ambito della nutrizione, rilevando che il 94% dei post è di scarsa o mediocre qualità scientifica.
Anche le indicazioni alimentari online, per rivoluzioni fai-da-te a tavola, rischiano quindi di risentire della grande corsa della “digital life”, dove la quantità (dei follower e click) vince pericolosamente la qualità (dei contenuti).
Gli italiani desiderano rallentare e ritrovare il piacere a tavola
Dai dati del report di Camst-Censis si evince che questa corsa comincia a starci davvero stretta: il 70,2% degli italiani vorrebbe rallentare i ritmi e il 47,1% desidererebbe diminuire la quantità di impegni quotidiani, per far spazio ad attività piacevoli e rigeneranti. Fra queste, emerge proprio la cucina e la convivialità a tavola, che gli italiani riconoscono come elemento fondamentale della dieta mediterranea, che favorisce il benessere psicosociale“La salute non è un sentirsi, ma un esserci, un essere ne... Leggi: per il 95,3% degli italiani il tempo trascorso a tavola in compagnia è molto importante e l’87,9% vorrebbe averne di più a disposizione.
Verso un equilibrio possibile
Se la rivoluzione tecnologica ci sta offrendo preziose opportunità di connessione e condivisione di dati e informazioni, è importante riflettere anche sulla qualità dei contenuti a cui siamo esposti, educando le nuove generazioni e noi stessi a uno spirito critico, all’alfabetizzazione digitale e, in primis, alla consapevolezza. Proprio la consapevolezza è la bussola che ci fa ricercare l’equilibrio fra le attività online e offline, che ci fa fruire dei contenuti disponibili, restando protagonisti della nostra vita e non passivi di fronte al mare del web.
La consapevolezza ci permette di mantenere accesa l’attenzione e la capacità di discernimento, che ci fa capire quando è il caso di richiedere un parere al medico o al nutrizionista, per esempio prima di inaugurare un nuovo regime alimentare. Essere consapevoli significa preferire un pranzo o una cena in compagnia, piuttosto che perderci a guardare ore di mukbang da soli, sul divano. E la consapevolezza ci ricorda la bellezza della misura e dell’equilibrio. Se scattare una foto alla nostra buonissima cena aumenta la nostra soddisfazione, la gioia più grande dovrebbe comunque restare gustarla, con calmaLa calma è uno stato emotivo di tranquillità e pace. Da un... Leggi e magari in compagnia. Se un video divertente ci fa sorridere e può essere anche un’occasione per “staccare” o ridere in compagnia, rinchiuderci o rifugiarci in un’ipnosi digitale ci priva delle splendide opportunità del mondo offline. Porta tecnoferenza nelle nostre famiglie e mette a rischio la salute globale.
L’educazione alla consapevolezza è quindi un’urgenza sociale e un’azione prioritaria per la comunità. Fondazione Patrizio Paoletti investe nell’educazione alla consapevolezza, attraverso tutti i suoi progetti per le famiglie, scuole e territori. Parliamo di progetti come Prefigurare il Futuro, Oltre le Periferie e lo stesso portale di divulgazione scientifica e sensibilizzazione a sani stili di vita. La salute globale passa anche dalla tavola. Preferibilmente apparecchiata con cibi sani, nutrienti, magari a chilometro zero, da condividere con chi amiamo. La nutrizione sarà così anche nutrimento per l’anima, vera e completa energia.
- Avena, N. M., Rada, P., & Hoebel, B. G. (2008). Evidence for sugar addiction: behavioral and neurochemical effects of intermittent, excessive sugar intake. Neuroscience & biobehavioral reviews, 32(1), 20-39.
- Denniss, E., Lindberg, R., & McNaughton, S. A. (2023). Nutrition-Related Information on Instagram: A Content Analysis of Posts by Popular Australian Accounts. Nutrients, 15(10), 2332. https://doi.org/10.3390/nu15102332
- Sanskriti, S., Guglani, I., Joshi, S., & Anjankar, A. (2023). The Spectrum of Motivations Behind Watching Mukbang Videos and Its Health Effects on Its Viewers: A Review. Cureus, 15(8), e44392.
- Thanarajah, S. E., DiFeliceantonio, A. G., Albus, K., Kuzmanovic, B., Rigoux, L., Iglesias, S., … & Small, D. M. (2023). Habitual daily intake of a sweet and fatty snack modulates reward processing in humans. Cell metabolism, 35(4), 571-584.
- https://www.psychologytoday.com/us/blog/no-more-fomo/202409/hungry-for-misinformation-nutritional-advice-online
- https://www.health.harvard.edu/staying-healthy/4-intermittent-fasting-side-effects-to-watch-out-for
- https://www.censis.it/welfare-e-salute/il-tempo-e-il-cibo
- https://www.fnob.it/2023/03/28/zuccheri-e-grassi-modificano-il-cervello-attivando-la-gratificazione/
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