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Il matrimonio che fa bene, purché sia felice. Dall’innamoramento all’amore: 8 passi concreti

Studi scientifici dimostrano che un buon matrimonio protegge dal disagio psicologico, diminuendo l’incidenza di ansia, stress e depressione e persino il rischio di suicidio. Il reciproco supporto, la compagnia e il significato del rapporto rafforzano l’identità e l’autostima. Tuttavia, l’insoddisfazione sponsale può correlare ad ansia, disturbi di personalità e abuso di sostanze. Il matrimonio sembra, dunque, una chiave per la buona salute mentale e il benessere, purché sia felice.

Le favole si chiudono spesso con “vissero felici e contenti”, ma dopo le nozze cosa succede? Il matrimonio è un tempo dell’amore: per renderlo felice possiamo riflettere sulla differenza con l’innamoramento e comprendere che prefigurare il futuro è la chiave essenziale per una piena soddisfazione.

L’innamoramento è… L’amore è…
Vivere il presente, con una durata evolutivamente limitata. Vivere il presente considerando la sua relazione con passato e futuro.
Idealizzato, cieco nei confronti dei difetti. Realistico, accogliente e ci vede benissimo.
Perdersi vicendevolmente negli occhi. Guardare nella stessa direzione.
Un fiore spontaneo. Un campo da coltivare.
Proiettare sull’altro i nostri desideri: anche se l’idea dell’altra persona occupa la mente, al centro ci siamo noi. Mettere al centro la persona amata, coi suoi veri bisogni.
Un gioco di rincorsa: vince chi fugge. Un gioco di perseveranza e resilienza: si vince insieme, restando (puoi scoprire qui le 10 chiavi della resilienza).

Quelle dell’innamoramento e dell’amore sono due stagioni meravigliose. La sofferenza può nascere quando nell’una rimpiangiamo l’altra: è un po’ come sognare il mare salendo su uno skilift. Sposarsi sperando di mantenere vivo l’innamoramento è una partita difficile. Potremmo trascinarci, mettendo in atto faticose strategie di ravvivamento dell’adrenalina, con tira e molla, litigi e una continua instabilità. Oppure possiamo lasciare che le farfalle volino, naturalmente, fuori dal nostro stomaco, cercando di dare fiducia alla fede al dito. La coppia è più che un paio: non è la semplice similitudine o funzionalità condivisa che crea un buon matrimonio. La coppia deriva dal latino copŭla, che significa unione. Al centro della coppia c’è proprio il legame, che si esprime in tre dimensioni:

  • l’agape, l’affetto e la compassione che ci rendono famigliari,
  • l’eros, l’attrazione sessuale, che ci rende amanti,
  • la filia, le affinità o le passioni comuni, che ci rendono amici.

Come fare, allora, per coltivare un matrimonio felice? Ecco 8 passi, per camminare in due:

  1. Condividere le passioni, sperimentando i reciproci interessi con curiosità.
  2. Focalizzarsi sui valori condivisi, che danno un senso ai nostri passi, anche di coppia.
  3. Celebrare i successi e curare i fallimenti, stando sempre dalla stessa parte.
  4. Apprezzarsi vicendevolmente, quando facciamo qualcosa bene.
  5. Discutere in modo costruttivo, gestendo i conflitti, non per acquistare potere, ma per migliorare la reciproca comprensione e trovare soluzioni.
  6. Curare l’intimità, attraverso l’attenzione e un dialogo trasparente.
  7. Concedersi attività eccitanti: che sia un’escursione, una ricerca o un piccolo brivido, l’emozione sarà correlata al partner che è con noi, contribuiscce a scacciare la noia.
  8. Accogliere il nuovo e il cambiamento, pronti ad adattarci continuamente. Ogni relazione è dinamica come la vita e si rivoluziona sempre, per esempio con l’arrivo di un bambino.

Come scriveva García Márquez, il matrimonio si ricostruisce ogni mattina, prima di colazione: un’ottima scusa per svegliarci e provare qualcosa di nuovo.

 

Bibliografia
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