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L’amicizia: un tesoro per il cervello

L’impatto delle relazioni amicali sullo sviluppo cerebrale e il benessere psicologico

“Chi trova un amico trova un tesoro”: questo antico proverbio racchiude una profonda verità, confermata dalle recenti scoperte neuroscientifiche. Le amicizie, infatti, non solo danno valore alla nostra vita ma ci fanno diventare più ricchi anche a livello cerebrale. Le amicizie stimolano lo sviluppo di specifiche aree del cervello, creando nuove connessioni neuronali. Lo sviluppo del cervello emotivo e dell’intelligenza emotiva viene attivato e potenziato dalla presenza degli altri nella nostra vita. Dopo la famiglia e i caregiver primari, sono gli amici a svolgere un ruolo fondamentale nell’attivazione di questi importanti circuiti cerebrali legati alla socialità.

Amicizia ed empatia

L’amicizia favorisce l’empatia, promuovendo lo sviluppo cognitivo, emotivo, sociale e delle abilità psicologiche che ci permettono di condividere le emozioni altrui. Secondo il modello percezione-azione dell’empatia, l’osservazione o l’immaginazione di un’altra persona in un particolare stato emotivo attiva automaticamente una rappresentazione di quello stato in chi osserva, ampliando così la nostra comprensione degli stati emotivi e affettivi. È attraverso il gioco, la condivisione di esperienze, il dialogo, la gestione dei conflitti e la riconciliazione che sviluppiamo, fin dall’infanzia, la nostra capacità empatica. Coltivando questa sana predisposizione verso gli altri nel corso della vita, possiamo diventare esseri umani capaci di instaurare relazioni positive e di offrire e ricevere supporto reciproco.

Le relazioni più intense e durature, come quelle che instauriamo con i nostri veri amici, svolgono un ruolo cruciale nello sviluppo di importanti funzioni cerebrali. Questo processo è particolarmente significativo durante la pre-adolescenza e l’adolescenza, quando le relazioni con i coetanei acquisiscono un’importanza speciale nel modellamento cerebrale e nel comportamento sociale.

 


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I circuiti dopaminergici: essere curiosi insieme, imparare divertendosi

Le amicizie ci fanno stare bene. Grazie alla relazione vengono stimolati i circuiti dopaminergici del cervello. Questi circuiti sono responsabili della sperimentazione di nuovi comportamenti, della ricerca di novità e dell’esplorazione di nuovi ambienti, interessi e passioni.

Le relazioni amicali potenziano la nostra capacità di godere delle sensazioni piacevoli e alimentano la nostra curiosità. Attraverso legami intensi, ci sentiamo parte di gruppi e contesti nei quali ci riconosciamo, soddisfacendo il nostro innato bisogno di conoscere, sperimentare, crescere e imparare insieme.

La maturazione della corteccia cerebrale: l’individuarsi

La costruzione dell’identità e la scelta dei valori di riferimento sono processi strettamente legati allo sviluppo e alla maturazione delle aree della corteccia cerebrale. Le relazioni amicali facilitano e rafforzano le connessioni tra le aree emotive e quelle della corteccia prefrontale. L’amico diventa uno specchio attraverso il quale possiamo osservarci, accettarci e comprenderci, identificando valori e aspirazioni comuni, ma anche ciò che ci differenzia e ci rende unici.

Le amicizie possono formarsi tra persone simili o molto diverse tra loro. Nel primo caso, condividiamo gusti, interessi e visioni del mondo; nel secondo, abbiamo l’opportunità di confrontarci con prospettive ed esperienze di vita differenti, scoprendo nuove sfaccettature di noi stessi. Entrambe le situazioni ci arricchiscono ed entrambe le tipologie di rapporti possono essere allo stesso tempo strette e intense: ci permettono di conoscerci meglio, accrescendo la nostra autoconsapevolezza, ci consentono di costruire la nostra identità, di sviluppare un senso di appartenenza e sicurezza e di sperimentare e acquisire nuovi possibili stili di vita.

La resilienza cerebrale: sostenersi nella difficoltà

La presenza degli amici nelle situazioni difficili ci protegge da ansia, depressione e isolamento sociale. Numerose ricerche recenti hanno evidenziato il ruolo dell’amicizia come fattore protettivo sia nell’età evolutiva che in quella adulta.

Nell’età dello sviluppo, una solida rete di amicizie riduce il rischio di diventare vittime di bullismo e di vittimizzazione secondaria o sociale. Questo effetto protettivo si mantiene anche in età adulta, aumentando l’autoefficacia percepita. Inoltre, mantenere amicizie stabili dall’infanzia all’età adulta sembra proteggere dallo sviluppo di psicopatologie secondarie ad abusi e maltrattamenti e, in generale, dal rischio di disturbi dell’adattamento conseguenti a eventi traumatici e stressanti nell’infanzia.

Forti legami amicali sembrano anche ridurre il rischio di comportamenti pericolosi ed esternalizzanti, promuovendo un migliore adattamento in caso di eventi di vita fortemente stressanti e destabilizzanti, come disastri naturali o emergenze pandemiche.

L’amicizia arricchisce la nostra vita emotiva, svolgendo un ruolo fondamentale nello sviluppo cerebrale, nell’adattamento sociale e nella costruzione della resilienza personale. Coltivare e mantenere relazioni amicali significative si rivela quindi essenziale per il benessere psicofisico e per una crescita personale equilibrata lungo tutto l’arco della vita.

L’amicizia incoraggia i comportamenti pro-sociali: fare il bene insieme

Fare il bene impegnandoci in comportamenti altruistici è più facile e bello quando lo facciamo insieme ad altri. Le amicizie incentivano il comportamento pro-sociale. Alcuni studi affermano che le persone altamente empatiche sono più in sintonia con i fattori emotivi, tanto da guidare il comportamento pro-sociale degli altri, mostrando come siamo più propensi ad aiutare gli altri quando siamo in compagnia di amici rispetto a quando siamo da soli. L’attivismo per cause sociali, dalle attività di volontariato alle campagne di crowdfunding ne sono esempi.

In Pedagogia per il Terzo Millennio, si parla di “tessuto neuronale espanso” per descrivere il valore delle relazioni. Siamo interconnessi agli altri come se fossero un’estensione di noi stessi, e in questo tessuto espanso possiamo attingere rapidamente a possibilità, soluzioni e risorse che non possediamo individualmente. La consapevolezza di questa interconnessione positiva è una porta di felicità, che a scuola si sviluppa, per esempio, nell’apprendimento cooperativo, applicato in Assisi International School. Questa prospettiva ci permette di apprezzare il valore inestimabile del sostegno reciproco e il vero tesoro dell’amicizia.

 


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