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I pericoli dello scrolling infinito

I pericoli dello scrolling infinito

Un vuoto che rischia di consumare le menti dei giovani

Ogni giorno, milioni di adolescenti trascorrono fino a 6 ore davanti allo smartphone, come confermato da uno studio condotto in Finlandia su 656 ragazzi. Gran parte di questo tempo è dedicato ai social media, dove lo scrolling, l’atto di scorrere il dito su uno schermo digitale, è diventato il comportamento predominante, che accentua i rischi di ansia e depressione tra i giovani, mostrando il lato oscuro della digitalizzazione.

Uso consapevole dei social media

Il termine scrolling, coniato nel 2020, è esploso dopo la pandemia di COVID-19. Il Ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara ha sottolineato l’urgenza di educare le nuove generazioni a un uso consapevole dei social media. Già nel dicembre 2022, il Ministero ha vietato l’uso dei cellulari nelle scuole, consapevole dei danni derivanti dall’abuso tecnologico.

Con le Linee guida per l’Educazione civica in vigore dal 2024/2025, l’educazione digitale è diventata centrale, mirando a formare giovani responsabili, pronti a navigare nel web in modo consapevole e a fronteggiare i rischi psicologici legati alla tecnologia. Il Ministero intende restituire ai giovani il controllo sul mondo digitale, promuovendo un uso equilibrato e protettivo della tecnologia.

Scrolling infinito: la trappola silenziosa

I pericoli dello scrolling infinitoLo scrolling sui social media è un vero e proprio rischio per i giovani, una trappola che cattura e spinge in un vortice di distrazioni senza fine. Queste piattaforme, pensate per un pubblico adulto, non tengono conto delle vulnerabilità adolescenziali. Gli esperti sottolineano che durante l’adolescenza il sistema nervoso è particolarmente sensibile alle gratificazioni immediate, e proprio per questo i giovani sono più esposti al pericolo di diventare dipendenti dalle notifiche e dai continui stimoli che i social offrono. L’adolescente, in cerca di approvazione e connessione, può facilmente rimanere intrappolato in una spirale di scroll continuo, che lo allontana dalla realtà e lo priva di momenti di riflessione o concentrazione.

La nomofobia

La struttura stessa dei social media, con il suo flusso incessante di contenuti, è progettata per mantenere l’utente incollato allo schermo, creando una sensazione di “non finire mai”, come se il mondo virtuale fosse più importante di quello reale. Ma in questo incessante inseguire novità, si rischia di perdere la propria identità e, soprattutto, la propria serenità interiore. Inoltre, questo tipo di dipendenza può sfociare in un altro fenomeno preoccupante: la nomofobia, ovvero la paura di rimanere senza telefono o di non essere sempre connessi, una condizione che porta molti giovani a sentirsi ansiosi o persi quando non possono accedere ai loro dispositivi.

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Social Media: il potere della dopamina

TikTok, insieme a Instagram, è uno dei social più amati dai giovani. Entrambi si basano sul meccanismo potente e travolgente dello scrolling infinito, che cattura l’attenzione in modo quasi ipnotico. Ogni volta che scorriamo, il cervello riceve un impulso di dopamina, un neurotrasmettitore legato al piacere, che viene rilasciato dal nucleo accumbens, una regione cerebrale coinvolta nel sistema di ricompensa e nelle emozioni, in risposta alla gratificazione immediata. È una sensazione che ci spinge a continuare la ricerca della “ricompensa” successiva, alimentando un circolo vizioso che diventa sempre più difficile da spezzare.

Non è un caso che molti utenti di TikTok ironizzino sul fatto di avere l’impressione di aver passato solo 10 minuti sulla piattaforma, per poi scoprire che sono trascorse diverse ore. Questo senso di disconnessione dal tempo è sintomatico di quanto il nostro cervello venga sopraffatto dalla costante ricerca di stimoli rapidi e gratificanti. La dipendenza dai social media è un rischio concreto, tanto che è stata riconosciuta ufficialmente nel Manuale Diagnostico dei Disturbi Mentali come una patologia psicologica che può compromettere gravemente il benessere mentale.

Dipendenza da smartphone e social media: i rischi per la salute globale

Uno studio del 2023 su 41mila adolescenti ha dimostrato che usare lo smartphone per più di 4 ore al giorno aumenta:

Più recentemente, una ricerca del 2024 su oltre mille studentesse adolescenti correla la dipendenza da social media a:

  • maggiori livelli di ansia
  • peggiore tono dell’umore
  • problematiche con l’immagine corporea (come il dismorfismo corporeo)
  • maggiore stanchezza
  • stato di salute peggiore
  • maggiore solitudine.

Il rischio di solitudine e isolamento sociale

Un’iperattività sui social o online, con uno scrolling infinito che tiene incollati allo schermo, può contribuire al rischio di isolamento e, soprattutto in caso di fobie sociali, addirittura a quello di un completo ritiro sociale, come nel caso del fenomeno degli hikikomori.

Secondo il nuovo report dell’OMS “From loneliness to social connection – charting a path to healthier societies”, fino al 21% degli adolescenti si sente solo. La solitudine è un rischio molto grave per la salute globale, soprattutto in età adolescenziale, caratterizzata da uno sviluppo ancora incompleto delle capacità di autoregolazione, controllo e consapevolezza.

L’American Psychological Association ricorda l’impatto della solitudine e dell’isolamento sulla salute globale a tutte le età, che si traduce in:

  • aumento dei sintomi della depressione e dell’ansia
  • rischio per le funzioni esecutive
  • accelerato declino cognitivo
  • peggioramento della salute cardiovascolare
  • rischio per il sistema immunitario
  • compromissione della qualità del sonno.

Una sana socialità è invece fondamentale per il benessere degli adolescenti che, proprio nel gruppo dei pari, in relazioni di qualità, vere e concrete, possono sviluppare autostima, senso di appartenenza, resilienza e una propria preziosa identità.

Salvaguardare i giovani dal vuoto digitale

Per proteggere i giovani dagli effetti dannosi dello scrolling infinito, è fondamentale intervenire con un approccio consapevole. In primis è necessario limitare il tempo sui social, attraverso strumenti di monitoraggio o controlli parentali. L’attenzione deve essere massima con i bambini: sotto i 5 anni l’OMS raccomanda un uso estremamente contenuto di smartphone e tablet, di massimo un’ora. Posticipare l’età in cui si accede ai social media è una scelta fondamentale per sviluppare una sana relazione con la tecnologia.

Per quanto riguarda gli adolescenti, uno studio del 2025 dell’Institute of Psychiatry, Psychology and Neuroscience del King’s College di Londra nel Regno Unito indica per gli adolescenti una finestra di esposizione moderata e funzionale agli schermi: tra i 60 e i 119 minuti al giorno, comprensiva tuttavia di attività educative, come fare compiti o lezioni. La stessa ricerca dimostra invece che tre ore di attività di svago sedentarie quotidiane, come scrolling, letture sul web e giochi online, sono correlate a un maggiore disagio psicologico.

Naturalmente, limitare un uso eccessivo dello smartphone permette anche di recuperare il tempo per attività più sane e significative. Anche spegnere i dispositivi prima di andare a dormire non è solo una buona pratica, ma un atto di cura per il benessere fisico e mentale dei giovani. Coltivare attività offline come lo sport, la meditazione, i giochi all’aperto, le letture di libri, diventa un modo per restituire il tempo all’esplorazione del mondo reale, fatto di emozioni autentiche e relazioni genuine, che costruiscono una sana socialità, che è parte integrante della salute globale. Infine, i genitori, con il loro esempio, sono la guida più importante: usando la tecnologia con equilibrio è possibile trasmettere che il vero valore della vita non sta nelle notifiche, ma nelle esperienze reali quotidiane.

Lo scrolling infinito sui social media è una trappola silenziosa che ruba ai giovani il loro benessere, alimentando insicurezze e ansie. È urgente riscoprire il valore del tempo reale, fatto di emozioni genuine e connessioni autentiche. Solo con consapevolezza e amore per se stessi, insieme all’aiuto di chi li guida, i giovani possono sfuggire a questa spirale e ritrovare il vero senso della vita.



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Bibliografia
  • Cha, J. H., Choi, Y. J., Ryu, S., & Moon, J. H. (2023). Association between smartphone usage and health outcomes of adolescents: A propensity analysis using the Korea youth risk behavior survey. PloS one18(12), e0294553.
  • Kosola, S., Mörö, S., & Holopainen, E. (2024). Smartphone use and well-being of adolescent girls: a population-based study. Archives of Disease in Childhood109(7), 576-581.
  • Rebaicini, A., & Costa, A. (2021). Dipendenza da Internet e sensation seeking negli adolescenti: uno studio descrittivo. Psicologia della salute: quadrimestrale di psicologia e scienze della salute: 2, 2021, 54-75

Sitografia
  • https://www.apa.org/topics/social-media-internet/health-advisory-adolescent-social-media-use
  • https://www.apa.org/topics/social-media-internet/youth-social-media-2024
  • https://www.istitutopsicoterapie.com/il-lato-oscuro-dei-social-network/
  • https://sip.it/2022/11/30/salute-dei-minori-e-digitale/
  • https://www.nbcnews.com/news/us-news/psychology-group-says-infinite-scrolling-social-media-features-are-par-rcna147876
  • https://www.who.int/news/item/24-04-2019-to-grow-up-healthy-children-need-to-sit-less-and-play-more
  • https://www.who.int/publications/i/item/978240112360
  • https://www.ospedalebambinogesu.it/adolescenti-e-smartphone-96695/
  • https://www.news-medical.net/news/20250221/Study-links-excessive-screen-time-to-psychological-distress-in-adolescents.aspx

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