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Su “Journal of Offender Rehabilitation” la nuova pubblicazione del RINED

Disponibile da oggi Open Access

È disponibile da oggi Open Access, sulla prestigiosa e storica rivista internazionale edita dalla Taylor and Francis “Journal of Offender Rehabilitation”, l’articolo scientifico dal titolo “La pratica del silenzio per promuovere il coping, la regolazione emotiva e la pianificazione del futuro a favore delle persone detenute, durante la Pandemia Covid -19: Uno studio qualitativo” firmato da Patrizio Paoletti, Tania Di Giuseppe, Grazia Serantoni, Giulia Perasso, Carmela Lillo del team di ricerca sociopsicopedagogica della Fondazione Patrizio Paoletti e da Francesca Vianello e Alessandro Maculan del Dipartimento FISPPA dell’Università degli Studi di Padova. La ricerca è stata possibile grazie al co-finanziamento della Fondazione Mediolanum e alla preziosa collaborazione con Il carcere di Padova I due Palazzi. L’ articolo, open access è consultabile al link: https://www.tandfonline.com/doi/full/10.1080/10509674.2023.2246449 .

Questo studio presenta i risultati dell’applicazione del training “Prefigurare il Futuro” durante la seconda ondata della pandemia di COVID-19 (maggio-luglio 2021) nel setting carcerario attraverso l’implementazione del Dispositivo della Pratica del Silenzio (DPS) ispirata al metodo OMM (Paoletti, 2019). Nell’articolo attraverso metodi rigorosamente scientifici sono stati analizzati i contenuti di 23 interviste effettuate a un campione di detenuti maschi adulti – con un’età media di circa 49 anni e per il 65% italiani. I risultati hanno evidenziato la portata positiva di questa tecnica sulla riabilitazione delle persone detenute attraverso l’analisi su 3 dimensioni: coping, gestione delle emozioni e capacità di pianificare il futuro.

Questo lavoro, che rappresenta un’indagine pionieristica sugli effetti delle pratiche meditative basate sul silenzio, è la prima ricerca che permette di sottolineare che un training neuropsicopedagogico strutturato e flessibile, come “Prefigurare il Futuro”, e l’applicazione, in particolare, della pratica del silenzio possano rappresentare degli strumenti preziosi per rafforzare le capacità di coping necessarie per affrontare le avversità della vita quotidiana in carcere e per prepararsi al futuro.

Alcuni estratti dall’articolo

Nel silenzio ho iniziato a cercare di affrontare le cose in positivo e anche come bisogna reagire… non andando a cercare droghe come facevo nel passato

Quando trovo dei problemi, anche se personali, meditare, da solo, respirare profondamente, mi aiuta a ritornare quello che ero. Adesso inizio a farlo, sono in cella singola… si vede veramente, se ho un problema che non riesco a risolverlo. Faccio una respirazione profonda… mi fa sentire che sono libero… posso riuscire anche a parlare con gli altri

I risultati del presente studio sottolineano che la pratica del silenzio può essere uno strumento inestimabile per rafforzare le capacità di coping necessarie per affrontare le avversità della vita quotidiana in carcere. Allo stesso tempo, il DPS può aumentare le capacità di regolazione emotiva e rafforzare la reattività interna che consente di affrontare meglio le difficoltà e promuovere uno stato generalizzato di benessere. Il DPS è un dispositivo facilmente trasferibile e applicabile, anche in ambienti con spazio personale limitato. La pratica quotidiana della meditazione e del silenzio ha permesso alle persone detenute di sperimentare uno stato di calma ed equilibrio che ha permesso loro di riconsiderare in modo proattivo la narrazione di se stessi e del proprio futuro.

Inoltre, le risposte delle persone detenute suggeriscono la loro volontà di praticare la meditazione basata sul silenzio a lungo termine, anche dopo aver lasciato il carcere, e indicano il loro desiderio di proiettarsi con fiducia nel futuro. Le sfide che potrebbero dover affrontare durante il complesso processo di reinserimento nella società sono percepite come meno minacciose grazie alla loro maggiore autodeterminazione e empowerment personale. Pertanto, il presente studio è un’indagine pionieristica sugli effetti del DPS.

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