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Autoconsapevolezza e meditazione: il valore del silenzio

Le onde cerebrali nella coscienza di Sé

L’autoconsapevolezza, ovvero il modo in cui il cervello si autorappresenta, è da qualche tempo oggetto di nuove ricerche in ambito neuroscientifico. In questo campo, il Modello Sferico della Coscienza, ideato da Patrizio Paoletti, è un modello neurofenomenologico che descrive tre tipologie di Sé, correlate a specifiche onde cerebrali. La meditazione e il silenzio modulano queste onde, apportando numerosi benefici alla nostra salute psicofisica.

Le onde cerebrali nel Modello Sferico della Coscienza

Abbiamo visto insieme, nel precedente articolo della rubrica Tesori del Cervello, come i meccanismi alla base dell’autorappresentazione siano complessi e sfuggenti. Possiamo vedere come diverse aree cerebrali si attivino, quando il nostro cervello riflette su di sé, tramite esami di risonanza magnetica. Il Modello Sferico della Coscienza, sviluppato da Patrizio Paoletti per modellare il concetto di Sé a livello neurologico, propone tre tipi di Sé. Il Sé Minimo si concentra sull’esistere nel mondo “qui e ora”. Il Sé Narrativo crea un’immagine di noi in base alle esperienze passate e prospettive future. Il Superamento del Sé, infine, consiste in un’attenzione profonda e diffusa verso tutto ciò che ci circonda in cui il senso di un sé individuale sembra scomparire. Le interazioni tra questi livelli vanno a costituire di volta in volta il nostro stato di autoconsapevolezza.

Studi del RINED, l’Istituto di Ricerca in Neuroscienze Educazione e Didattica di Fondazione Patrizio Paoletti, hanno scoperto una correlazione tra queste tipologie di Sé e specifiche onde cerebrali. Queste oscillazioni elettriche sono prodotte da gruppi di neuroni del sistema nervoso centrale. Possono essere osservate tramite elettroencefalogramma (EEG) e distinte tra loro in base alla forma e frequenza. Di norma esistono sei tipi di onde cerebrali:

  • le onde Alpha (frequenza 8-13 Hz), associate all’attività di un cervello sveglio e a riposo;
  • le onde Beta (frequenza 14-30 Hz), che aumentano quando il nostro cervello è mentalmente impegnato in una specifica attività;
  • le onde Gamma (frequenza superiore ai 30 Hz), emergono quando il cervello è in piena attività, durante l’apprendimento, la concentrazione e la memoria,
  • le onde Theta (frequenza 4-7 Hz), sono quelle del sonno, quando il nostro cervello non è cosciente;
  • le onde Delta (frequenza minore di 3,5 Hz), caratterizzano il sonno profondo, il più rilassante e riposante.

In generale, maggiore è l’attività cerebrale, maggiore è la frequenza delle onde. Diversi tipi di onda possono coesistere allo stesso tempo. Tuttavia, l’attività di un tipo piuttosto che l’altro diventa prevalente a seconda dello stato del nostro cervello. Secondo le ricerche del RINED, ogni livello del Sé possiede una particolare onda di riferimento, maggiormente rappresentata. Il Sé Minimo ha un’ampia correlazione con le frequenze cerebrali Alfa e Theta, associate alla meditazione, stimolazione sensoriale ridotta e concentrazione rivolta verso l’interno. Il Sé Narrativo è associato a un incremento di onde Gamma e Beta: il cervello risulta impegnato cognitivamente nella costruzione cosciente e coerente della nostra immagine. Il Superamento del Sé, infine, presenta una correlazione con le onde Delta, generate da uno stato di profondo rilassamento. Emerge un’autoconsapevolezza “non cosciente”, senza un contenuto specifico.

I benefici delle onde Delta

Le onde Delta sono molto importanti durante il sonno, poiché permettono al cervello di ridurre il più possibile l’attività cosciente. Alcune ricerche hanno mostrato una correlazione tra le onde Delta e numerosi benefici per la salute, in particolare riduzione dello stress e infiammazioni. Incrementano la produzione di ormoni antiossidanti, come melatonina e deidroepiandrosterone, e delle citochine, proteine del sistema immunitario. Essenzialmente, il sistema nervoso centrale si “disattiva” quanto più possibile e si dedica a operazioni di autoriparazione. Le onde Delta non sono associate solo al sonno, ma sono presenti anche durante la meditazione più profonda. Alcune pratiche di meditazione permettono il raggiungimento di uno stato cerebrale paragonabile al sonno, pur durante la veglia. Durante queste, è stato registrato un incremento delle onde Delta.

 


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Il ruolo del silenzio

Come raggiungere questo sfuggente stato di sonno-veglia, di coscienza senza contenuto? Le ricerche del RINED sembrano aver individuato un fattore fondamentale: il silenzio. La privazione sensoriale è spesso usata, anche in meditazione, per ottenere una maggiore consapevolezza. Nell’ottica del Modello Sferico, il silenzio non andrebbe però visto come una privazione di stimoli sensoriali. Piuttosto, sarebbe invece una “saturazione” dei nostri organi sensoriali nei confronti di un “non-stimolo”. Ci si deve immergere nel silenzio, in modo da poter concentrare tutta l’attenzione possibile su stimoli interni, compresi quelli che portano all’autoconsapevolezza. Dalle ricerche del RINED è risultata un’associazione tra silenzio e insorgenza di onde Delta durante la meditazione.

Ma una caratteristica fondamentale è che questo silenzio deve essere voluto, attivamente cercato da chi sta meditando. Un silenzio inaspettato, infatti, aumenta lo stress invece che rilassare. Isolare persone al silenzio contro la loro volontà è una tattica utilizzata persino quale strumento di tortura nel corso della storia. Il silenzio, insomma, può essere un’esperienza positiva o negativa, a seconda del contesto e della nostra volontà. Cercarlo attivamente non è un’impresa banale, in un’epoca di bombardamento sensoriale come la nostra. Eppure, il silenzio aiuta la meditazione, compresa quella che ci permette di imparare qualcosa in più sul nostro Sé.

 


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Bibliografia
  • Ben-Soussan, T. D., & Paoletti, P. (2024). Life in light of the Sphere Model of Consciousness: a bio-electrophysiological perspective on (well-) being and the embodied self. Current Opinion in Behavioral Sciences, 55, 101344.
  • Ben-Soussan, T. D., Srinivasan, N., Glicksohn, J., Beziau, J. Y., Carducci, F., and Berkovich-Ohana, A. (2021). Neurophysiology of silence: neuroscientific, psychological, educational and contemplative perspectives. Front. Psychol. 12:675614. 
  • Paoletti, P., & Ben-Soussan, T. D. (2020). Reflections on inner and outer silence and consciousness without contents according to the sphere model of consciousness. Frontiers in Psychology, 11, 1807.
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