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Invecchiare bene: lunghezza e qualità della vita

Longevità, salute, socialità

I progressi della ricerca e della medicina allungano la durata della vita, ma il benessere rischia di restare indietro. Incrociando longevità e attuali stili di vita, si estende quella porzione di vecchiata vissuta fra sfide sanitarie. Un nuovo studio pubblicato sulla rivista Jama Network Open descrive il gap fra l’esistenza vissuta in salute e l’aspettativa di vita, contando gli anni in cui gli anziani vivono con qualche patologia o disabilità.

Fra longevità e qualità di vita

L’Organizzazione Mondiale della Sanità testimonia che l’età media continua ad aumentare velocemente: entro il 2030 una persona su sei, nel mondo, avrà compiuto sessant’anni. Si vive di più, ma si allunga anche una parte della vita con salute carente. Questo è ciò che emerge da uno studio effettuato sui dati dell’Osservatorio della salute globale dell’OMS, pubblicato questo mese su Jama Network Open. La ricerca testimonia che negli ultimi vent’anni è aumentato il divario fra gli anni vissuti in salute e la durata media della vita, passando da 8,5 anni nel 2000 a 9,6 anni in media nel 2019, con le donne con un divario medio di 2,4 anni in più rispetto agli uomini.

A impattare fortemente su questa differenza sono le malattie croniche non trasmissibili, come il diabete o i disturbi cardiovascolari. Gli Stati Uniti presentano il divario maggiore fra durata della vita in salute e lunghezza complessiva della vita, con 12,4 anni di differenza. In Italia sono 11 gli anni di salute precaria che, mediamente, ci aspettano in vecchiaia. Questa ricerca sottolinea l’urgenza di ideare piani sanitari ed educativi orientati alla prevenzione, al benessere e a sani stili di vita per una salute globale, per integrare longevità e qualità di vita.

Salute mentale e socialità

Per la salute dell’anziano le relazioni risultano fondamentali e rappresentano un fattore protettivo per il benessere psicologico. Secondo un report sulla salute mentale in età avanzata dell’OMS, emerge che un anziano su quattro soffre di isolamento sociale e solitudine, che aumentano il rischio di ansia e depressione. Il 14% degli adulti che hanno compiuto sessant’anni risulta colpito da una patologia mentale, la cui insorgenza è correlata a:

  • fattori di stress legati all’invecchiamento
  • declino delle capacità funzionali
  • eventuali problematiche economiche
  • sensazione di mancanza di un senso o scopo
  • demenze e patologie neurodegenerative, come le malattie di Alzheimer e Parkinson.

Per approfondire l’importanza della socialità, Fondazione Patrizio Paoletti mette a disposizione una videolezione sul fattore protettivo delle relazioni nell’età anziana, che puoi visionare gratuitamente qui.

Sani stili di vita per invecchiare in salute

Nel report, l’OMS sottolinea la necessità di supportare l’anziano nei propri bisogni, lavorando su accessibilità e sicurezza e promuovendo sani stili di vita, che comprendano una dieta sana, esercizio fisico e una buona connessione sociale. Sono parallelamente necessari gli spazi in grado di promuovere il benessere e favorire la compensazione delle capacità perdute, lo sviluppo di quelle residue e la felicità.

Il movimento ha un ruolo protettivo, per la salute fisica e mentale dell’anziano. Ne deriva la necessità di promuovere progetti di allenamento specifici o adatti anche all’età avanzata, come il Quadrato Motor Training. Questo programma di mindful movement ideato da Patrizio Paoletti ha dimostrato di incrementare le funzioni cognitive, la cognizione spaziale e la capacità di elaborazione delle informazioni, migliorando le condizioni neurodegenerative. La ricerca attesta che la pratica quotidiana del Quadrato Motor Training, per pochi minuti al giorno, è in grado di potenziare originalità e autoefficacia, sostenere la plasticità neurale e apportare significativi miglioramenti nell’integrità della sostanza bianca del cervello, che gioca un ruolo importantissimo nella trasmissione degli impulsi nervosi e nel coordinamento delle attività cognitive, sensoriali e motorie.

In una società che ha raggiunto enormi obiettivi per allungare la durata della vita, è necessario lavorare anche sulla qualità della stessa, investendo nell’educazione, che è la prima prevenzione, e sulla promozione di sani stili di vita. Parallelamente, abbiamo bisogno di superare una certa cultura del ritiro nell’età avanzata, valorizzando invece una lunga e sana vecchiaia come conquista evolutiva e l’anziano come parte fondamentale della famiglia e risorsa preziosa e indispensabile per la comunità, spesso impegnata in progetti solidali, educativi e nella trasmissione intergenerazionale di saperi, tradizioni e valori.

Bibliografia
  • Garmany, A., & Terzic, A. (2024). Global healthspan-lifespan gaps among 183 World Health Organization member states. JAMA Network Open7(12), e2450241-e2450241.
  • Mental health of older adults – https://www.who.int/news-room/fact-sheets/detail/mental-health-of-older-adults (Consultato nel novembre 2023)
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