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Il complesso legame tra gelosia e disturbo borderline di personalità

Approfondiamo l’emozione della gelosia

In vista della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne del 25 novembre, approfondiamo l’emozione della gelosia, che oggi è vissuta in modo complesso e sfaccettato, influenzata da diversi fattori sociali, psicologici e culturali. Le dinamiche contemporanee la legano, tuttavia, non solo alle relazioni romantiche, ma anche a quelle familiari, professionali e amicali. Oggi non è più solo un tema “passionale”, ma una questione più profonda e diversificata, che coinvolge aspetti legati alle emozioni, all’immagine di sé, alla società e alle nuove tecnologie. La gelosia può nascere come una piccola scintilla nell’animo, ma per chi soffre di disturbo borderline di personalità (DBP) si trasforma spesso in un incendio difficile da domare.

La gelosia nel disturbo borderline di personalità

Nel disturbo borderline di personalità (DBP), emozioni intense e instabilità relazionale sono tratti distintivi: il timore dell’abbandono, il bisogno di vicinanza e la vulnerabilità a sentimenti come la gelosia non rappresentano solo una reazione momentanea, ma una costante lotta interiore.

Ma cosa accade quando questa gelosia sfocia in atti impulsivi o in comportamenti nocivi per sé e per gli altri? In che modo un’emozione naturale come la gelosia si intreccia con la disfunzionalità del DBP, dando origine a reazioni difficilmente controllabili?

Per rispondere a queste domande e comprendere i meccanismi alla base di questo delicato legame, abbiamo intervistato Vincenzo Baglieri, psicologo e criminologo clinico. Con lui esploreremo le radici psicologiche di questo disturbo e capiremo come, nei casi più estremi, la gelosia possa trasformarsi in un pericolo per la sicurezza propria e degli altri.

Intervista a Vincenzo Baglieri

La gelosia è un’emozione complessa che può derivare da sentimenti di insicurezza, paura di perdere qualcuno o anche dal desiderio di proteggere una relazione importante. In che modo si manifesta nelle persone con disturbo borderline di personalità?

Potremmo dire che, in termini affettivi, la persona caratterizzata da disturbo borderline potrebbe palesare delle difficoltà nel mantenere delle relazioni stabili, serene ed equilibrate o rapportarsi in maniera conflittuale, ponendo in essere un comportamento altalenante. Quest’ultimo si manifesta con l’essere in taluni casi coinvolgente e, in altri casi, caratterizzato da paura dell’abbandono. Alcuni comportamenti a riguardo, potrebbero essere sia idealizzanti nei confronti della persona con la quale è in essere una relazione – “è la miglior compagna di vita” – e,  alcuni istanti dopo, svalutanti nei confronti di quella stessa persona, immaginata come soggetto pronto ad abbandonarlo.

Il desiderio di possesso e la paura di perdere le persone amate si trasformano in un ciclo di sofferenza, ansia e rabbia, complicando ulteriormente le relazioni affettive e aumentando la vulnerabilità psicologica. Quali sono i principali fattori emotivi o psicologici che rendono la gelosia così prevalente tra le persone con DBP?

Le caratteristiche insite dei pazienti borderline sono i frequenti e repentini cambiamenti dell’umore e una particolare labilità nella gestione delle proprie emozioni. I momenti di serenità, ovvero di eventuale calma, possono essere alternati da improvvisi momenti di irrequietezza e rabbia. Questo passaggio si caratterizza per la sua istantaneità e per l’impossibilità, da parte del soggetto, di elaborare anche verbalmente le emozioni, in virtù di una offuscata analisi della situazione reale.

L’impossibilità di gestire le emozioni, può quindi determinare l’acting out (la messa in atto) della reazione violenta. Le paure prendono il sopravvento e non riescono ad essere adeguatamente gestite e calibrate in termini comunicativi idonei.

L’incapacità di una corretta verbalizzazione e di una contestuale e corretta analisi dei dati di realtà e degli accadimenti, nonché delle proprie emozioni, determina nel soggetto l’impossibilità di calibrare adeguatamente i propri stati d’animo con la conseguente messa in atto di comportamenti istintivi e violenti.

Perché le persone con DBP hanno una percezione della gelosia più intensa o estrema rispetto ad altri individui?

Se utilizziamo il termine “percezione” mi viene da pensare allo psicoanalista Otto Kernberg il quale parla di organizzazione borderline e a riguardo specifica l’esistenza di un “esame di realtà” presente ma fragile in tali soggetti.

Ed è proprio la percezione che potrebbe essere “offuscata” fornendo dati di realtà falsati.

Inoltre, si deve ricordare che il DBP fa parte dei disturbi di personalità e questi, in generale, sono caratterizzati da stile di pensiero e comportamento rigido e pervasivo. Tale pensiero invade completamente e in maniera ossessiva il soggetto, annullando in lui la possibilità di una relazione sana e basata su una comunicazione funzionale.  Questo “stile” impatta in maniera significativa anche nella vita di coppia estremizzando ogni percezione con conseguenti atti estremi.

Come influisce la gelosia nelle relazioni interpersonali di una persona con DBP? 

Il problema di partenza è la “percezione offuscata”. Sul “come” influisce la gelosia, certamente dipende dal partner,  dal generale contesto familiare creatosi, dai ruoli e dall’“accettazione”, più o meno consapevole, di tali ruoli da parte dei membri del nucleo familiare. La rigidità dei pensieri può influire negativamente tanto sulla coppia quanto sulla famiglia. La partner – e non solo – potrebbe “accettare” il ruolo di vittima, condannandosi ad una eterna infelicità per paura di comportamenti estremi.

La gelosia associata al DBP può essere correlata a comportamenti pericolosi o distruttivi? In che modo? Quali sono i comportamenti tipici che una persona con DBP può manifestare quando sperimenta gelosia?

Le persone affette da DBP possono essere caratterizzate da paura intensa dell’abbandono o, in generale, del rifiuto con estreme difficoltà ad accettare le ferite da ciò determinate. Possono conseguentemente reagire con modalità eccessive. La reazione si manifesta in maniera aggressiva oppure, in taluni casi, anche autolesionistica.

La distruzione, l’aggressività o la frustrazione poste in essere, potrebbero quindi essere rivolte contro l’altro, oppure contro se stessi. Occorre altresì specificare che oltre ai tipici agiti di rabbia, possono essere posti in essere dei comportamenti di tipo manipolatorio, con lo scopo di ricercare l’attenzione dell’altro e tenerlo a se, privandolo della propria indipendenza, attraverso, ad esempio, comportamenti parasuicidari (minaccia del suicidio).

In che modo la gelosia e la paura dell’abbandono influenzano il percorso terapeutico di una persona con DBP? 

Gli stessi sintomi che caratterizzano la patologia possono divenire ostacolo della terapia. Faccio riferimento ai comportamenti impulsivi e all’instabilità emotiva, ad esempio, che potrebbero determinare l’abbandono del percorso terapico prima della sua utile conclusione.

Inoltre, tali fattori potrebbero influire anche e direttamente sul cosiddetto transfert con il terapeuta, ovvero la tendenza del paziente a proiettare sul terapeuta aspettative, rappresentazioni, derivanti dalle interazioni con i propri genitori o figure di accudimento dell’infanzia.

Quali approcci terapeutici si rivelano più efficaci per aiutare i pazienti borderline a gestire la gelosia?

Credo che l’approccio terapeutico sia sempre connesso con l’imprescindibile unicità e soggettività del singolo individuo. Potremmo comunque ipotizzare valido l’approccio psicoanalitico ma ogni percorso psicoterapico ha la sua validità, purché si garantisca una valida relazione terapeutica. Se necessario, ovviamente, va anche valutata la terapia farmacologica, secondo una logica di intervento multidisciplinare ed integrata funzionale ad intervenire efficacemente  e nel minor tempo possibile  in favore del soggetto e di chi lo circonda.

Esistono indicatori specifici di gelosia patologica che un clinico dovrebbe osservare per diagnosticare il DBP?

Premetto che la formale diagnosi psicologica del disturbo borderline va posta in essere attraverso test psicologici, puntualmente standardizzati e validati, come ad esempio, la Diagnostic Interview for DSM–IV Personality Disorders (DIPD–IV),  l’International Personality Disorder Examination (IPDE),la Personality Assessment Schedule (PAS), il Minnesota Multiphasic Personality Inventory (MMPI).

Dobbiamo inoltre specificare che il DBP potrebbe anche essere in comorbilità con altri disturbi di personalità, quale, ad esempio quello narcisista oppure quello istrionico.

Detto ciò, la paura dell’abbandono, che si manifesta come gelosia ossessiva può essere un interessante indicatore, ancor più se palesa particolare angoscia per la solitudine ed ovviamente, dei continui ed ossessivi riferimenti alla paura di essere trascurato, nonché tradito, ovvero, abbandonato. In generale, quando si ravvisano comportamenti estremi nella vita di coppia, un consulto con uno specialista è da prendere in considerazione prima possibile.

Il contesto culturale o sociale può influenzare il modo in cui la gelosia si manifesta nel DBP?

Più che di contesto culturale e sociale, per chi ha un disturbo borderline di personalità, occorre fare riferimento al fattore ambientale. È frequente ravvisare nel passato di tali soggetti possibili traumi infantili, abusi, esperienze di abbandono traumatiche o esperienze avverse (Adverse Childhood Experiences). A riguardo faccio riferimento alla violenza domestica assistita, all’abuso di sostanze da parte dei genitori, sino a possibili maltrattamenti fisici o psicologici. Diciamo quindi che il contesto sociale potrebbe incidere sul disturbo stesso a causa delle forme di deprivazione emotiva e la tipologia di stile di attaccamento che si è determinato all’interno di tale contesto ambientale vissuto dal soggetto.

Quando la gelosia rimane entro determinati confini è, per definizione, sana. Quando diventa patologica?

Sulle note di un cantautore che apprezzo, Daniele Silvestri, direi che la sana gelosia è: “un po’ di gelosia, quella sana, quella semplice. La paura che si possa facilmente andare via”. Questo tipo di gelosia diventa funzionale per mettersi in discussione e relazionarsi correttamente con l’Altro da noi, all’interno di una relazione affettiva, tra la consapevolezza del rischio di “abbandono” e la capacità di accettarlo. Accettare quindi la volontà dell’Altro, facendo un passo indietro in favore della libertà dell’Altro.

La gelosia patologica, invece, non punta alla relazione ma al mero possesso. La gelosia patologica non accetta il no, l’abbandono. Punta ad annientare l’esistenza, le scelte e la libertà dell’altro. L’altro non è più un “soggetto” ma un mero “oggetto” da possedere.


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Cosa sta accadendo oggi? Cosa non riusciamo a cogliere?

Probabilmente dovremmo lavorare di più sulle nostre emozioni. A partire dalle scuole, occorrerebbe puntare sullo sviluppo dell’ intelligenza emotiva. Questo ritengo sia un passo da fare, in generale, rispetto a quanto sta accadendo oggi, in virtù dei troppi atti di violenza estrema, spesso privi di un qualsivoglia “movente”.

Detto ciò, nello specifico di un eventuale disturbo, invece, come quello borderline, ritengo che non riusciamo a cogliere l’importanza di agire tempestivamente, rivolgendoci a dei professionisti al fine di avviare nel più breve tempo possibile un percorso individualizzato di cura. Dobbiamo accettare che la patologia esiste e che al contempo può essere curata.

Infine, vorrei specificare che gli atti di violenza contro le donne non sempre hanno una connessione con disturbi di personalità o con lo specifico DBP. Spesso, hanno cause ed origini diverse  e non vanno giustificate o erroneamente collegate con questo disturbo. Invito a denunciare sempre e comunque tali accadimenti evitando qualsivoglia forma di autodiagnosi atta a discolpare l’autore del gesto anche all’interno di una relazione di coppia.

L’impegno di Fondazione Patrizio Paoletti per lo sviluppo dell’intelligenza emotiva

Come testimoniato qui dal Dott. Baglieri, è importantissimo lo sviluppo dell’intelligenza emotiva, anche per poter sperimentare sane forme adattive e funzionali di gelosia, senza cadere in forme patologiche o disfunzionali della stessa, valorizzando sempre il rispetto della libertà dell’altro e la relazione, che non è mai possesso.

Fondazione Patrizio Paoletti è impegnata nella diffusione dell’educazione delle competenze emotive fin dall’infanzia, attraverso la progettazione didattica arricchita di Assisi International School e progetti nelle scuole, dedicati agli adolescenti, come Prefigurare il Futuro.

Per contribuire su larga scala all’alfabetizzazione emotiva, Fondazione Patrizio Paoletti quest’anno ha ideato una nuova collana di EduKit e Webinar interamente incentrata sulle emozioni, per imparare a riconoscerle, comprenderle e utilizzarle per il benessere della persona, della famiglia e della comunità. La collana approfondisce le emozioni durante tutto l’arco della vita, dai bambini agli anziani, per diffondere consapevolezza e strategie per un’autoregolazione emotiva efficace, volta alla felicità condivisa.

 

    Non temere mai di chiedere aiuto!

    Tutti i contenuti di divulgazione scientifica di Fondazione Patrizio Paoletti sono elaborati dalla nostra équipe interdisciplinare e non sostituiscono in alcun modo un intervento medico specialistico. Se pensi che tu o qualcuno a te vicino abbia bisogno dell'aiuto di un professionista della salute mentale, non esitare a rivolgerti ai centri territoriali e agli specialisti.

 


  • GLI ADOLESCENTI VANNO AIUTATI.
    PRIMA CHE SIA TROPPO TARDI.

 

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