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Come apprendere sempre, da ogni cosa

Cos’è l’agilità d’apprendimento? Secondo un team di ricercatori del Teachers College della Columbia University e del Centre for Creative Leadership del North Carolina è definita in questo modo: “un insieme di pratiche che permettono di migliorarsi continuamente, di crescere e utilizzare nuove strategie per far fronte ai problemi sempre più complessi che possono incontrarsi.”

Il gruppo di ricercatori non si è limitato alla sola definizione, ma come scritto dall’Harvard Business Review ha declinato anche le quattro caratteristiche che favoriscono l’acquisizione di questa capacità, indispensabile per il miglioramento personale e professionale:

– Innovazione: Cercare nuovi modi per portare a termine dei compiti, guardare il problema da punti di vista sempre diversi, allarga la base di esperienze e conoscenze a nostra disposizione e ci permette di concepire idee uniche e innovative.

– Performanza: Imparare dalle esperienze è molto più facile quando le sfide che affrontiamo non sono familiari per noi. Per riuscire a mettere in moto tale processo è necessario però che l’individuo sia centrato e focalizzato su se stesso e le proprie capacità. Solo in tal modo sarà pronto ad ascoltare e percepire ciò che gli sta accadendo attorno e reagire ed adattarsi prontamente agli stimoli che gli si presentano.

– Riflessione: Non sempre si impara dalle esperienze che si vivono. Le persone dotate di agilità d’apprendimento una volta ricevuto il feedback dall’ambiente esterno riescono a portarle al proprio interno per migliorare rivalutare le proprie convinzioni e i propri comportamenti.

– Rischio: Le persone con agilità d’apprendimento sono pionieri, si inoltrano verso territori fuori dalla propria “comfort zone” in vista di un’opportunità di vantaggio. Quest’abitudine innesca un processo di costruzione di fiducia in se stessi che nel tempo può portare verso il successo.

Scorrendo nella lettura delle caratteristiche dell’agilità d’apprendimento si può notare come molte delle dinamiche innescate da tale processo di crescita e miglioramento siano strettamente connesse all’idea di intelligenza emotiva.

Seguendo infatti la definizione di intelligenza emotiva data dai ricercatori Peter Salovey e John D. Meyer in un articolo del 1990 possiamo trovare il punto di contatto: “il substrato di intelligenza sociale che coinvolge l’abilità di comprendere e gestire le proprie e le altrui emozioni al fine di orientare le proprie azioni e i propri pensieri.” Nella prima parte della definizione, infatti, possiamo trovare il punto centrale dell’agilità d’apprendimento, ovvero la capacità di gestire le proprie e altrui emozioni.

Non a caso negli ultimi anni anche nel mondo lavorativo e del managment le caratteristiche più ricercate in un individuo sono quelle rappresentate dalle emotional skills. In un mondo del lavoro sempre più affollato e competitivo sono proprio le competenze e le abilità di tipo relazionale ed emotivo, come le capacità di gestire le dinamiche di gruppo, le criticità e lo stress, a rappresentare quel plus ricercato dalle aziende.

Da questo punto di vista le emozioni diventano centrali all’interno dell’affascinante percorso di lavoro su se stessi che ha come obiettivi la crescita e il miglioramento personale e professionale, perché rappresentano la base sulla quale lavorare per sviluppare le capacità di concentrazione, di resilienza, di sviluppo della creatività e dell’ingegno che ci permettono di entrare in un processo di lifelong learningimparare ogni giorno da ogni situazione.

BIBLIOGRAFIA

Flaum J.P., Winkler B., Improve your ability to learn, Harvard Business Review, June 2015.
Mayer J.D., Salovey P., Emotional Intelligence, University of New Hampshire, 1990.
Goleman D., Intelligenza emotiva, Milano, Rizzoli, 1997.

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