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“Di’ grazie… e ascolta cosa provi”

3 consigli per aiutare i bambini a sviluppare le competenze della gratitudine

Come ci ha insegnato Maria Montessori, il cervello dei bambini è una spugna affamata di esperienze e apprendimento. Mentre crescono e si sviluppano, l’ambiente che li circonda gioca un ruolo fondamentale nella formazione del loro cervello alle prese con velocissime trasformazioni. Uno degli insegnamenti più essenziali che possiamo dare ai nostri bambini è la gratitudine. La gratitudine può anche avere un profondo impatto sulla struttura e sul funzionamento del loro cervello, rendendo le loro vite più felici e soddisfacenti. In questo articolo, esploreremo come l’insegnamento della gratitudine può cambiare il cervello dei bambini e perché è così importante.

Il Cervello dei Bambini: Una Tavola Imbandita per l’Apprendimento

Prima di immergerci nell’importanza della gratitudine, è essenziale comprendere come funziona il cervello dei bambini. Durante i primi anni di vita, il cervello dei bambini è incredibilmente plastico, il che significa che è altamente adattabile e suscettibile all’apprendimento. Le connessioni neurali si formano e si rafforzano in risposta all’esperienza, creando una base per il futuro sviluppo cognitivo ed emotivo. Durante i primi anni di vita, si verificano picchi di plasticità, con il cervello di un neonato che raggiunge circa 2.500 connessioni sinaptiche per neurone, rispetto alle 1.000 connessioni nei cervelli adulti.

In effetti, entro i primi anni di vita, il cervello di un bambino ha raggiunto circa l’80% delle dimensioni del cervello adulto. Questa plasticità consente al cervello dei bambini di adattarsi rapidamente all’apprendimento, alle esperienze e all’ambiente circostante. Ciò evidenzia il valore di fornire un ambiente stimolante e ricco di opportunità di apprendimento durante questa fase critica dello sviluppo. Ma quali aree cerebrali sono direttamente connesse alla gratitudine?

La Gratitudine nel cervello

Diversi studi si sono occupati di indagare sia i correlati neurali sia gli effetti della gratitudine. In particolare, Fox e colleghi hanno ipotizzato che i giudizi di gratitudine fossero correlati all’’attività nelle regioni cerebrali associate alla cognizione morale, al giudizio di valore e alla teoria della mente. I risultati di questo studio hanno rivelato che le valutazioni della gratitudine erano correlate con l’attività cerebrale nella corteccia cingolata anteriore e nella corteccia prefrontale mediale. Questi risultati ci forniscono una finestra sul circuito cerebrale della cognizione morale e dell’emozione positiva che accompagna l’esperienza della benevolenza altrui.

Un altro studio ha dimostrato che dopo lo scambio di doni si verificava un aumento delle prestazioni cognitive, con una migliore accuratezza e tempi di risposta inferiori nell’esecuzione del compito. Per quanto riguarda le risposte emodinamiche, è stato rilevato un aumento dell’emoglobina ossigenata, soprattutto nella corteccia prefrontale dorsolaterale, dopo lo scambio di doni. Infine è stato osservato che lo scambio di doni prima dell’inizio del compito ha aumentato il livello di prestazione allo stesso.

La Gratitudine come Abitudine Salutare

Dunque, la gratitudine è una qualità umana fondamentale che riguarda il riconoscimento e l’apprezzamento delle cose buone nella vita che ha il suo fondamento in specifiche funzioni cerebrali che possono essere allenate. Insegnare ai bambini a essere grati li aiuta a sviluppare una prospettiva positiva sulla vita fin dalla tenera età. Allora, quali sono gli effetti della gratitudine sul cervello dei bambini?

  1. Riduce lo stress e l’ansia

Insegnare ai bambini a praticare la gratitudine li aiuta a sviluppare una maggiore resilienza emotiva. Riconoscendo le cose positive nelle loro vite, sono più in grado di affrontare lo stress e l’ansia in modo costruttivo. Studi scientifici hanno dimostrato che la gratitudine stimola la produzione di neurotrasmettitori come la dopamina e la serotonina, che sono associati alla sensazione di benessere e felicità.

  1. Favorisce l’empatia e le relazioni positive

Quando i bambini imparano a essere grati, sviluppano una maggiore empatia verso gli altri. Sono più inclini a riconoscere gli sforzi e le gentilezze degli altri e ad esprimere gratitudine nei loro confronti. Questo contribuisce a creare relazioni positive e durature con gli amici, la famiglia e gli altri.

  1. Migliora l’autostima e l’ottimismo

La gratitudine promuove una prospettiva ottimistica sulla vita. I bambini che praticano la gratitudine tendono a vedere il bicchiere mezzo pieno anziché mezzo vuoto, il che li aiuta a superare le sfide con una mentalità positiva. Questa prospettiva ottimistica può avere un impatto positivo sulla loro autostima e sulla loro capacità di affrontare le sfide.

  1. Potenzia l’area del cervello legata alla gratitudine

La pratica regolare della gratitudine può effettivamente cambiare il cervello dei bambini. Studi scientifici hanno dimostrato che l’attività nella corteccia prefrontale mediale, l’area del cervello associata alla gratitudine, aumenta nei bambini che tengono un diario della gratitudine o partecipano a esercizi di gratitudine. Questa crescita nell’attività cerebrale riflette una maggiore sensibilità alla gratitudine.


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Le competenze della gratitudine

Il progetto “Raising Grateful Children” della University of North Carolina, Chapel Hill propone un modello per la gratitudine che si compone di 4 competenze:

  1. Riconoscere le cose per cui si è grati
  2. Esaminare il motivo per cui si sono ricevute quelle cose
  3. Sentire le emozioni provate in relazione alle cose che ci sono state date
  4. Agire la gratitudine, esprimendola con gesti concreti

I ricercatori hanno scoperto che la maggior parte dei genitori si è concentrata su ciò che i bambini fanno per dimostrare gratitudine. Mentre l’85% dei genitori ha dichiarato di aver spinto i figli a dire “grazie”, solo il 39% ha incoraggiato i bambini a mostrare gratitudine in un modo che andasse oltre le buone maniere. Inoltre, solo un terzo dei genitori ha chiesto ai propri figli come si sono sentiti in seguito a un regalo e solo il 22% ha chiesto perché pensavano che qualcuno avesse fatto loro un regalo.

I ricercatori della University of North Carolina incoraggiano i genitori a porre domande ai bambini per favorire lo sviluppo delle competenze della gratitudine. Ecco alcune domande che possono aiutare i bambini a sperimentare tutte e quattro le competenze della gratitudine:

  1. OsservarePer che cosa sei grata/grato nella tua vita? Ci sono cose per cui essere grati al di là dei doni che qualcuno ti ha fatto? Sei grata/grato a qualche persona della tua vita?
  2. PensareCosa pensi di questo regalo? Pensi di dover dare qualcosa alla persona che te lo ha regalato? Pensi di esserti meritato il regalo? Pensi che la persona ti abbia fatto un regalo perché pensava di doverlo fare o perché lo desiderava?
  3. SentireTi fa sentire felice ricevere questo regalo? Come ti senti dentro? Che cosa ti fa sentire felice di questo regalo?
  4. FareC’è un modo per mostrare ciò che provi per questo regalo? Il sentimento che provi per questo regalo ti fa venire voglia di condividerlo, donandolo a qualcun altro?
  • Primo consiglio: insegnare al bambino a dire grazie

Incoraggiate il bambino a dire regolarmente “grazie”. Anche se può sembrare che imporre un “grazie” non susciti una vera gratitudine, consideratelo un primo passo nel processo. Può aiutare i bambini a riconoscere quando gli altri hanno dato loro qualcosa, che sia tangibile come un regalo o intangibile come il tempo.

Quindi, anche se non sembra un vero apprezzamento quando il bambino ha bisogno di un promemoria, incoraggiarlo a esprimere verbalmente il proprio apprezzamento può essere un importante strumento di apprendimento per una vera gratitudine in futuro.

Non limitarsi, quindi, a sollecitare un’abitudine comportamentale, ma associarla all’esercizio delle 4 competenze della gratitudine. Questo favorirà il consolidamento di quelle competenze nel cervello e creerà le condizioni per una maggiore crescita.

  • Secondo consiglio: utilizzare il rinforzo positivo

Assicuratevi di evidenziare i momenti in cui i vostri figli dimostrano gratitudine senza bisogno che siate voi a ricordarglielo. Apprezzate il comportamento prosociale, dicendo cose come: “Mi è piaciuto molto il modo in cui hai ringraziato il tuo amico per aver condiviso con te la giornata” o “Sei stato bravo a ricordarti di dire ‘grazie’ alla tua insegnante quando ti ha ricordato di prendere lo zaino”. L’attenzione positiva rafforzerà l’importanza di mostrare gratitudine e sarà un modo in cui voi stessi la esprimete nella relazione con i vostri figli. È essenziale, infatti, ricordare a sé stessi che, come adulti, siamo il primo modello per i piccoli.

  • Terzo consiglio: essere modello

Uno studio del 2016 pubblicato su Applied Developmental Science ha rilevato che i genitori grati tendono a crescere figli grati. È molto probabile che questo sia dovuto al fatto che i bambini imparano a essere grati sentendo e vedendo i loro genitori provare gratitudine. Ecco alcuni modi in cui potete modellare la gratitudine per i vostri figli:

  • Dite “grazie”. Sia che ringraziate il commesso del negozio, sia che ringraziate vostro figlio per aver sparecchiato la tavola, assicuratevi di ringraziare spesso le persone.
  • Parlate della gratitudine. Fate in modo di condividere ciò per cui siete grati. Invece di lamentarvi per la pioggia, dite di essere grati che le piante vengano annaffiate per avere cibo da mangiare.
  • Esprimere gratitudine. Quando vostro figlio vi vedrà scrivere messaggi di ringraziamento o inviare un segno di apprezzamento a qualcuno, avrete l’occasione di insegnargli a fare lo stesso.
  • Create un progetto di gratitudine in famiglia: ad esempio, potreste creare una bacheca familiare in cui ognuno possa aggiungere note su ciò per cui è grato. Che si usino foglietti adesivi, una lavagna dove tutti scrivono con un pennarello o pagine colorate da attaccare, in ogni caso si tratta di un grande progetto familiare.

In conclusione, insegnare la gratitudine ai bambini è un regalo che può durare tutta la vita. Non solo migliora la loro felicità e benessere emotivo, ma può anche modellare positivamente il loro cervello e il modo in cui affrontano le sfide future. Come genitori, educatori e membri della comunità, possiamo giocare un ruolo cruciale nell’inculcare questa importante qualità nei giovani, aiutandoli a crescere come individui più consapevoli, empatici e felici.


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Bibliografia
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