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Una chat AI può essere terapeutica?

Rischi e benefici dell’intelligenza artificiale per la salute mentale

L’intelligenza artificiale (AI) sta rivoluzionando le nostre vite. Recentemente, al Forum OCSE sul Benessere, la sua invenzione è stata paragonata a quella della scrittura, per la portata innovativa, i cui sviluppi sono ancora difficili da immaginare. Gli strumenti dell’informatica generativa stanno cambiando il mondo del lavoro, dell’insegnamento, ma anche della vita privata. Molte persone cominciano a sperimentare le chat terapeutiche basate sull’AI, mentre i giovani cercano supporto psicologico nei normali chatbot. Ma quali sono i rischi e i benefici di queste tecnologie?

La preoccupazione dell’Ordine degli Psicologi

Il Presidente Nazionale dell’Ordine degli Psicologi David Lazzari ha espresso una profonda preoccupazione in merito al diffondersi dell’abitudine di chiedere aiuto a una chat, invece che a uno psicologo. Secondo una stima di Mattia Della Rocca, docente di Psicologia degli Ambienti Digitali all’Università di Tor Vergata, almeno il 20% della Generazione Z potrebbe aver usato almeno una volta l’AI come sostituto della terapia.

“Oggi molti giovani sono smarriti e disorientati e hanno bisogno di ascolto, dichiara Lazzari. “Serve una rete pubblica di psicologia accessibile, come lo psicologo scolastico o lo psicologo di base. Senza un servizio pubblico diffuso, il primo ascolto spesso non è garantito e non tutti possono permettersi un aiuto privato a pagamento. C’è un bisogno insoddisfatto”. Questo può portare all’uso dell’intelligenza artificiale per chiedere un supporto psicologico, anche quando questa non è stata programmata a tale scopo.

Lazzari mette in guardia anche da una psicoterapia simulata dall’algoritmo, in primis per l’assenza di comunicazione non verbale, fatta di gesti, pause, espressioni del volto e tono di voce. L’intelligenza artificiale non può basarsi sull’esperienza corporea della vita, che caratterizza l’essere umano, né sperimentare l’equilibrio tra cognizione ed emozione tipico della nostra specie. Inoltre, l’AI tende a dare risposte standardizzate, senza riconoscere l’unicità di ogni persona, per la quale un comportamento o una stessa parola può avere diversi e infiniti significati.

“È fondamentale introdurre normative che garantiscano maggiore trasparenza nell’utilizzo di questi strumenti”, dichiara Lazzari. Il Presidente ha partecipato all’assemblea delle Professioni Italiane, che riunisce gli Ordini professionali nazionali. Nell’occasione, è stato attivato un apposito gruppo di lavoro, con l’obiettivo di definire ordinamenti pubblici e deontologici che tengano conto della realtà dell’intelligenza artificiale, sempre più impattante nella nostra vita.

Qual è il ruolo della scuola e dell’educazione?

Lazzari sottolinea anche l’importanza della scuola, su questo tema: “Uno dei ruoli chiave della scuola dovrebbe essere quello di educare i ragazzi a un uso consapevole dell’intelligenza artificiale. Dobbiamo sviluppare una cultura in cui la tecnologia sia uno strumento utilizzato con estrema consapevolezza”.

Per un uso equilibrato, etico e orientato al bene comune della tecnologia, l’educazione si conferma la prima forma di consapevolezza e prevenzione. Di fronte alle potenzialità e rischi dell’intelligenza artificiale, è necessario rafforzare soprattutto l’intelligenza emotiva di giovani e adolescenti, potenziando le competenze interiori, come la resilienza e l’autoregolazione, centrali per esempio nel programma psicopedagogico di Prefigurare il Futuro di Fondazione Patrizio Paoletti. Il progetto diffonde strumenti teorici e pratici per favorire l’alfabetizzazione emotiva e rafforzare le risorse interiori. Prefigurare il Futuro entra nelle scuole proponendo un percorso formativo dedicato a tutta la comunità educante, compresi studenti, genitori e personale docente.

Un uso consapevole e ragionato dell’intelligenza artificiale ci permette di disinnescare il pericoloso pilota automatico dei facili entusiasmi o condanne. “Dobbiamo essere noi a utilizzarla per i nostri scopi e non possiamo lasciare che sia lei a utilizzarci per i suoi. Dobbiamo tenere bene a mente questo principio”, commenta Lazzari.

 


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Quali sono i limiti e i benefici dell’AI per il benessere psicologico?

Uno studio pubblicato su Frontiers in digital health sottolinea i limiti e le potenzialità dell’intelligenza artificiale per supportare la salute mentale. I chatbot sono disponibili 24 ore su 24, 7 giorni su 7, e accessibili tramite telefono cellulare. Questo consente alle persone di ottenere veloce assistenza, superando le barriere finanziarie e logistiche. La ricerca sottolinea tuttavia la limitata relazione terapeutica di queste tecnologie, che può portare a un malinteso, con una sovrastima delle effettive capacità di supporto. Il rischio sarebbe addirittura di esacerbare il disagio psicologico e contribuire alla crisi globale di salute mentale.

Dall’altra parte, l’intelligenza artificiale ha la possibilità di raccogliere e processare un’enorme quantità di dati in brevissimo tempo. Nel discernimento e uso di quei dati è fondamentale il ruolo della mente umana, col suo pensiero critico ed empatia, in grado di cogliere eventuali errori o bias algoritmici e orientare l’uso dell’AI verso un fine utile ed etico.

Il veloce accesso a una quantità ingente di dati e le possibilità generative dell’intelligenza artificiale possono perfino aiutarci ad approfondire il mondo delle emozioni, attraverso immagini e video realizzati con avatar, come nelle voci del Glossario di Intelligenza Emotiva di Fondazione Patrizio Paoletti. L’intelligenza artificiale può essere quindi a supporto dell’intelligenza emotiva, ma (almeno per ora) non può farne esperienza diretta. Ne deriva che non può sostituire la relazione umana, un dialogo pieno e completo, né il sostegno professionale di uno psicologo.

Seppure l’intelligenza artificiale rappresenti uno strumento che offrirà orizzonti di evoluzione tuttora inimmaginabili per la nostra vita quotidiana, è necessario ricordare che essa deve restare a servizio dell’umanità, in uno sviluppo tecnologico che mette al centro l’essere umano e il Pianeta.

    Non temere mai di chiedere aiuto!

    Tutti i contenuti di divulgazione scientifica di Fondazione Patrizio Paoletti sono elaborati dalla nostra équipe interdisciplinare e non sostituiscono in alcun modo un intervento medico specialistico. Se pensi che tu o qualcuno a te vicino abbia bisogno dell'aiuto di un professionista della salute mentale, non esitare a rivolgerti ai centri territoriali e agli specialisti.


  • GLI ADOLESCENTI VANNO AIUTATI.
    PRIMA CHE SIA TROPPO TARDI.

Bibliografia
  • Khawaja, Z., & Bélisle-Pipon, J. C. (2023). Your robot therapist is not your therapist: understanding the role of AI-powered mental health chatbots. Frontiers in digital health5, 1278186. https://doi.org/10.3389/fdgth.2023.1278186
Sitografia
  • https://www.facebook.com/OrdinedegliPsicologi/posts/il-presidente-nazionale-dellordine-degli-psicologi-david-lazzari-denuncia-un-fen/1026301116198346/
  • https://www.ilmessaggero.it/tecnologia/news/david_lazzari_ordine_degli_psicologi_le_macchine_tutti_uguali_ecco_perche_non_ci_capiranno_mai-8632312.html?fbclid=IwY2xjawIb8_JleHRuA2FlbQIxMAABHQYNRzx-OFOzLOmpI-qTu4ix63VakBvmn55a4hACTHUWBNV8eChGocSong_aem_azL70wm6pIyF7AZzJap78w
  • https://www.ilmessaggero.it/italia/chatgpt_psicologo_giovani_rischi_allarme_psicologi-8640463.html
  • https://www.psy.it/17454-2/
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