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Ansia da intelligenza artificiale

L’ombra delle nuove tecnologie sulla nostra salute mentale

Mentre l’intelligenza artificiale entra sempre più nella nostra realtà quotidiana, crescono le preoccupazioni per il suo sviluppo e diffusione capillare, fra implicazioni di privacy e interazioni con il mondo del lavoro.

Pillola blu o pillola rossa: l’enigma dell’intelligenza artificiale

Nel 1999, il film “Matrix” delle sorelle Wachowski ci proiettava in un mondo virtuale dove la realtà era un’illusione e gli umani avevano accettato passivamente i progressi tecnologici. Neo, il protagonista, di fronte a una scelta cruciale, deve decidere quale pillola ingoiare: la blu, per rimanere nell’illusione della realtà, o la rossa, per scoprire la verità e liberarsi. Oggi, con l’avvento dell’intelligenza artificiale, ci troviamo di fronte ad un contesto simile e la scelta tra le due pillole non è solo una metafora cinematografica, ma una decisione che ciascuno di noi è chiamato a prendere ogni giorno.

La pillola rossa ci invita a riflettere sul nostro rapporto con l’intelligenza artificiale e le nuove tecnologie, a comprenderne i benefici e i rischi, e a costruire un futuro digitale più sano e consapevole. La pillola blu, invece, ci promette un mondo connesso, sempre raggiungibile, ma nasconde i pericoli dell’isolamento, della dipendenza, ma soprattutto di quella che viene chiamata comunemente “ansia da intelligenza artificiale”.

In crescita la preoccupazione sul ruolo dell’intelligenza artificiale nella vita quotidiana

Un sondaggio del Pew Research Center ha rivelato un crescente timore nei confronti dell’intelligenza artificiale. Sembra infatti che le paure legate all’intelligenza artificiale stiano prendendo il sopravvento sull’entusiasmo iniziale. Secondo l’indagine, condotta su oltre undicimila americani, la maggioranza degli intervistati ha ammesso di provare più preoccupazione che eccitazione di fronte all’avanzare di questa tecnologia. Un dato che non sorprende, se consideriamo l’impatto sempre più profondo dell’AI sulla nostra quotidianità.

È interessante notare come questa tendenza sia in costante crescita. Già precedenti sondaggi del Pew Research Center avevano rilevato una certa diffidenza nei confronti dell’intelligenza artificiale, ma è evidente come negli ultimi anni questa sensazione si sia notevolmente intensificata, passando dal 37% al 52% degli intervistati.

 


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Diverse preoccupazioni alla radice dell’ansia da AI

Questa preoccupazione nei confronti dell’AI nasce dalla sua forte presenza nella nostra vita quotidiana, in modo sempre più pervasivo e che solleva diversi interrogativi. Una delle principali preoccupazioni legate all’intelligenza artificiale riguarda il suo impatto sul mondo del lavoro. L’AI Anxiety, termine coniato da Scientific American, non è un fenomeno isolato e ha ormai assunto le proporzioni di un’epidemia globale.

Negli Stati Uniti, epicentro dell’innovazione tecnologica, la paura di essere sostituiti dalle macchine è particolarmente diffusa. Ma il fenomeno non si limita alle coste americane: in Europa, secondo un sondaggio di The Independent, il 32% dei lavoratori britannici è afflitto da questa ansia. Anche in Germania, soprattutto tra le giovani generazioni, l’AI incute timore. L’Italia non fa eccezione: un recente studio del Politecnico di Milano rivela che ben il 77% dei lavoratori italiani è preoccupato dalla diffusione dell’intelligenza artificiale.

Un’altra preoccupazione diffusa è legata alla privacy. L’idea che i nostri dati personali possano essere raccolti, analizzati e utilizzati da algoritmi senza il nostro consenso ci può spaventare. La sorveglianza digitale, sempre più pervasiva, alimenta il timore di essere costantemente monitorati, controllati e giudicati.

Inoltre, la nostra crescente dipendenza dalla tecnologia ci rende vulnerabili. La paura di non riuscire a tenere il passo con i rapidi cambiamenti tecnologici e di essere esclusi dalla società digitale alimenta un senso di alienazione e isolamento.

L’intelligenza artificiale: un alleato, non un nemico

È comprensibile che l’avanzamento dell’intelligenza artificiale susciti preoccupazioni, soprattutto nel mondo del lavoro. La pillola blu delle sorelle Wachowski ci offre la tentazione di ignorare questi problemi, la pillola rossa, invece, ci invita a confrontarci con essi, a cercare soluzioni per costruire un futuro più consapevole.

Proprio la ricerca di soluzioni per costruire un futuro più consapevole sta alla base dei progetti di Fondazione Patrizio Paoletti, che da quasi 25 anni si occupa di formazione ed educazione e oggi contribuisce ad assicurare l’aggiornamento di insegnanti ed educatori in tutto il mondo anche con l’intelligenza artificiale, attraverso il progetto Teachers Outreach, e integra tecniche di informatica generativa nel suo Glossario di Intelligenza Emotiva, con immagini e video realizzati col supporto dell’AI.

L’intelligenza artificiale è un’invenzione umana e, come tale, può essere plasmata dai nostri valori e dalle nostre scelte. Ognuno di noi, quindi, può contribuire a plasmare un futuro in cui l’AI sia un alleato e non un nemico, investendo nella propria formazione, coltivando la curiosità, mantenendo un atteggiamento proattivo e, guardando oltre le paure immediate, cogliendo le opportunità che questa rivoluzione tecnologica ci offre.

Pillola blu o pillola rossa? A noi la scelta.

 


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    PRIMA CHE SIA TROPPO TARDI.

 

Sitografia
  • Etica dell’intelligenza artificiale: http://concorsoeconomia.it/wp-content/uploads/2024/01/Floridi.pdf (Consultato a ottobre 2024)
  • Growing public concern about the role of artificial intelligence in daily life: https://www.pewresearch.org/short-reads/2023/08/28/growing-public-concern-about-the-role-of-artificial-intelligence-in-daily-life/
  • ‘AI Anxiety’ is on the rise, here’s how to manage it: https://www.scientificamerican.com/article/ai-anxiety-is-on-the-rise-heres-how-to-manage-it/
  • L’ansia da intelligenza artificiale è in crescita: https://www.wired.it/article/intelligenza-artificiale-ansia-in-crescita/
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