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Diventare padre tra sfide e cambiamenti

Un viaggio alla scoperta di sé

Diventare genitori comporta un grande cambiamento nella vita che porta con sé gioie, ma anche sfide. Se da tempo la figura materna è al centro dell’attenzione per i cambiamenti cerebrali e ormonali che la coinvolgono fin dai primi mesi di gravidanza, si parla ancora poco della figura paterna. Concentrarsi sulla paternità è fondamentale per lo sviluppo di interventi che supportino efficacemente i papà. Questi hanno un delicato ruolo durante la gestazione delle partner e nei primi anni di vita dei figli. Quali sono i cambiamenti che entrano in gioco nell’uomo nel momento in cui diventa padre?

Genitori a confronto: come la genitorialità trasforma donne e uomini

La genitorialità è un’esperienza profonda e complessa, scandita da trasformazioni emotive e nuove responsabilità. “Non è difficile diventare padre – affermava Wilhelm Busch – Essere un padre: questo è difficile”. Proprio come le madri, anche i padri potrebbero sperimentare dei sentimenti di confusione e paura, con implicazioni negative sul rapporto che si instaurerà col figlio. La scienza ha indagato ampiamente la relazione fra modifiche cerebrali materne e la manifestazione di comportamenti caratteristici. Il lobo frontale, la regione cerebrale che regola l’empatia, aumenta la propria attività durante la gestazione, predisponendo le future mamme a comprendere i bisogni del nascituro. Inoltre, grazie a una riorganizzazione delle connessioni cerebrali, nell’immediato post-parto la donna sviluppa capacità fisiche e mentali simili a “superpoteri”. Con questi, migliora le proprie capacità organizzative.

Biologia della genitorialità nei padri

I cambiamenti biologici che interessano i padri, invece, sono ancora poco attenzionati. A far luce sul tema è una meta-analisi su Child Development Perspectives. Questa indaga i fattori che influenzano il modo di interagire del padre col figlio nei primi 1.000 giorni dopo la sua nascita. Le modifiche comportamentali che preparano l’uomo al ruolo di padre avvengono ancora prima del parto. I cambiamenti ormonali della donna possono influenzare anche il futuro papà, rendendolo più empatico e sensibile. Si è osservato lo sviluppo di una maggiore protettività nei confronti della donna in attesa. Il padre tende a tutelarla da fattori di rischio come, ad esempio, l’esposizione al fumo e al sovraccarico fisico. Dal periodo pre fino a quello post-natale il padre sperimenta una variazione ormonale. La riduzione dei livelli di testosterone, ad esempio, si traduce in un maggiore coinvolgimento nella cura del bambino e nel riconoscimento delle sue esigenze. In parallelo, nell’uomo aumenta la produzione di ossitocina, l’ormone dell’amore, con conseguente incremento della motivazione nel prendersi cura del figlio. Questa comprende l’alimentazione e il cambio del pannolino, il conforto e il gioco. L’ossitocina ha anche un ruolo calmante, aiutando i neopapà a gestire la pressione dei primi tempi. A livello neurale si manifestano ingenti cambiamenti nei neopapà, funzionali al ruolo a cui si approcciano. Lo sviluppo di nuove abilità, necessarie nell’interazione con il figlio, è attribuito all’aumento del volume di materia grigia dei circuiti corticali. Questi sono reti complesse di neuroni, connesse a funzioni cognitive superiori come pianificare, prendere decisioni, risolvere problemi. Inoltre, si è evidenziato che, di fronte all’input di un bambino che piange, aumenta l’attività della circonvoluzione frontale inferiore. Si tratta di un’area cerebrale coinvolta nel processamento del linguaggio, con implicazioni positive sia sulla comunicazione che sul pensiero interiore.

 



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Salute mentale dei neo papà: consigli per la prevenzione

La paternità implica un impegno significativo, basato sul comprendere le necessità del figlio e rimodulare il rapporto di coppia. L’individuazione dei fattori di rischio per la salute mentale paterna è un passo importante verso la prevenzione. La depressione perinatale nei padri è del 4-10% ed è spesso accompagnata da squilibri ormonali simili a quelli riportati nella donna. Ai fini della prevenzione dalla depressione, la flessibilità lavorativa emerge come elemento chiave per il benessere dei papà. Offrire ai lavoratori la possibilità di modulare i propri orari, lavorare da remoto o usufruire di congedi parentali più lunghi apporta dei vantaggi. Tra questi annoveriamo la riduzione dei livelli di stress e un maggiore coinvolgimento nell’accudimento dei figli. Le attuali politiche sociali in Italia sono volte a garantire un buon equilibrio famiglia-lavoro. Un passo avanti è stato il passaggio nel 2022 da due a dieci giorni retribuiti al 100% del congedo di paternità obbligatorio.

Aiutare i neopapà: la Pedagogia per il Terzo Millennio

I neopapà di oggi possono usufruire anche di altre risorse a tutela della propria salute psicofisica, come la possibilità di chiedere aiuto a gruppi di supporto. La Fondazione Patrizio Paoletti diffonde la Pedagogia per il Terzo Millennio (PTM), un metodo interdisciplinare educativo creato dall’omonimo fondatore e dal suo team di neuroscienziati. L’approccio della PTM invita i neopapà a prendere consapevolezza della paternità attraverso l’osservazione neutra degli stimoli esterni e la comprensione di come questi influenzino la routine. È importante incoraggiare i padri ad affrontare la delicata esperienza della genitorialità con la self compassion. L’autocompassione, che si concretizza nel mostrarsi comprensivi e gentili verso se stessi, ormai non è più vista come un atto di debolezza, nella società odierna. Diventare padre è a tutti gli effetti un percorso di crescita anche personale, che segue una nuova fase di vita, in cui si impara a definire il proprio ruolo e ci si pone come obiettivo il benessere collettivo della famiglia. Per aiutare i padri a prendersi cura delle priorità del proprio nucleo famigliare, Fondazione Patrizio Paoletti mette a disposizione gratuitamente l’Agenda del Papà. Con piccoli passi, possiamo imparare a programmare impegni e propositi, per diventare i padri che vorremmo essere. Perché si cresce sempre, anche da genitori, scoprendo sempre nuove e migliori versioni di noi.

 


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Bibliografia
  • Paoletti, P., & Selvaggio, A. (2010). Osservazione. Quaderni di Pedagogia per il terzo Millennio. Perugia: Edizioni 3P.
  • Bakermans‐Kranenburg, M. J., Lotz, A., Alyousefi‐van Dijk, K., & van IJzendoorn, M. (2019). Birth of a father: Fathering in the first 1,000 days. Child Development Perspectives, 13(4), 247-253.
  • Kim, P., Rigo, P., Mayes, L. C., Feldman, R., Leckman, J. F., & Swain, J. E. (2014). Neural plasticity in fathers of human infants. Social neuroscience, 9(5), 522-535.
  • Paulson, J. F., Bazemore, S. D., Goodman, J. H., & Leiferman, J. A. (2016). The course and interrelationship of maternal and paternal perinatal depression. Archives of women’s mental health, 19, 655-663.
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