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Senza tabacco si vive meglio e più a lungo

31 maggio 2023, Giornata mondiale senza tabacco: un’occasione importante per riconsiderare la qualità della salute e della salute mentale di tutti i fumatori e di coloro che stanno approcciando questa pratica altamente nociva, soprattutto i più giovani. La Fondazione Patrizio Paoletti ne ha parlato con il professore Francesco Fedele, docente presso l’Università La Sapienza di Roma e presidente dell’Istituto Nazionale per le Ricerche Cardiovascolari.

La Fondazione Paoletti, che da oltre 20 anni studia il funzionamento dell’uomo con una ricerca interdisciplinare: neuroscientifica, psicologica, educativa, didattica e sociale, vuole ricordare – nella giornata mondiale senza tabacco – i fattori di rischio comunitari e individuali legati all’uso di sostanze nocive, come la nicotina.

La Giornata mondiale senza tabacco è stata istituita per la prima volta nel 1988 e da allora, una volta all’anno, i rappresentati di diverse istituzioni, insieme all’Organizzazione Mondiale di Sanità (OMS), si riuniscono sotto la stessa egida per la lotta contro il fumo. Nel 2023 il focus mondiale si rivolge specificatamente al settore dell’agricoltura con il claim: “abbiamo bisogno di cibo, non di tabacco”.

In un mondo stravolto dalle guerre e dalla crisi ambientale, la Giornata mondiale senza tabacco vuole incoraggiare, a livello internazionale, pratiche agricole di abbandono delle coltivazioni di tabacco e spingere i Governi a supportare gli agricoltori attraverso la creazione di colture alternative adatte ai nuovi standard di mercato.

I dati internazionali sul consumo di tabacco

Le stime dell’OMS sui danni del fumo registrano che, nel mondo, ogni anno, più di 8 milioni di persone muoiono a causa del consumo di tabacco. Il tabagismo rappresenta uno dei più grandi problemi di sanità pubblica a livello mondiale ed è uno dei maggiori fattori di rischio nello sviluppo di patologie neoplastiche, cardiovascolari e respiratorie. Anche il fumo passivo nuoce alla salute di chi lo subisce: 600.000 persone muoiono ogni anno a causa di questo fattore inquinante.

Secondo i dati dell’Istituto Superiore di Sanità relativi al 2022, un italiano su quattro (il 24,2% della popolazione) è un fumatore: una percentuale che non era stata mai più registrata dal 2009, anno in cui abbiamo assistito a un incremento nella percentuale dei fumatori che riguarda entrambi i sessi. Una delle cause può riscontrarsi nella sedentarietà obbligata durante la pandemia da Covid-19. Sempre in aumento i minori fumatori, soprattutto le femmine: sono il 13,3% le quindicenni che fumano, e circa il 50% quelle che hanno provato almeno una volta. Dal 2021 si è visto anche l’incremento dell’uso della sigaretta elettronica (dati Istat 2023), molto popolare tra i più giovani.

Il rischio di danni cardiovascolari è più alto per i fumatori

Sempre secondo l’OMS il 50% dei fumatori nel mondo muoiono per cause legate al fumo. “Il fumo è un fattore di rischio importante per le malattie cardiovascolari e respiratorie. Nessuno dovrebbe fumare. Ritengo, però, molto importante considerare le diverse tipologie di fumatori, l’età e la motivazione. Se un fumatore di lungo periodo non vuole smettere di fumare è bene che quella persona possa provare delle alternative per ridurre il rischio di danni alla salute; perché chi non vuole smettere di fumare non lo farà comunque. E i divieti assoluti spesso sono controproducenti”, dichiara a Fondazione Patrizio Paoletti il professore Francesco Fedele. La più diffusa alternativa al fumo di sigaretta è la sigaretta elettronica (spesso abbreviata in e-cig, dall’inglese). Si intende un dispositivo che permette di inalare vapore, in genere aromatizzato, contenente quantità variabili di nicotina (in genere, tra 6 e 20 mg), in una miscela composta da acqua, glicole propilenico, glicerolo e altre sostanze, tra cui gli aromatizzanti.

Anche le sigarette elettroniche sono nocive per la salute e la salute mentale

Nei fumatori la pratica di aspirare dal cilindretto a forma di sigaretta, per la quale è stato coniato il neologismo ‘svapare’, fornisce non solo la nicotina di cui sente il bisogno l’organismo che ha sviluppato dipendenza, ma anche un’esperienza tattile, olfattiva e gustativa che richiama quella della sigaretta. Secondo la ricerca di SCHEER – Scientific Committee on Health, Environmental and Emerging Risks – sugli effetti sulla salute e la dimensione di salute pubblica delle sigarette elettroniche, vi sono scarse prove a sostegno dell’efficacia delle sigarette elettroniche nell’aiutare i fumatori a smettere di fumare e i dati sulla riduzione del fumo sono giudicati da deboli a moderati.  Risultano moderati anche i rischi di danni irritativi locali alle vie respiratorie e un livello moderato, ma in crescita, di evidenze che indicano che le sigarette elettroniche hanno effetti nocivi sulla salute, in particolare, ma non solo, sul sistema cardiovascolare. Anche il dispositivo a tabacco riscaldato non bruciato non ha dato sinora prove certe di provocare meno danni rispetto alle sigarette a tabacco bruciato (dati OMS). Mentre le ricerche svolte su questi prodotti (come l’IQOS) da Istituti indipendenti hanno dato risultati discordanti. Il fatto rilevante è che ogni tipo di prodotto da tabacco nuoce gravemente alla salute. Il tabacco è ritenuto responsabile del 20% dei decessi per malattie coronariche. In generale, il legame tra la sigaretta e i rischi per il sistema cardiovascolare e quello polmonare si estende anche ai rischi per la salute mentale. L’uso prolungato di nicotina crea dipendenza come le droghe, inoltre riduce l’effetto di alcuni farmaci per la salute mentale. Secondo uno studio recente della World Health Organization chi soffre di disturbi mentali è più propenso al fumo. D’altra parte, il tabacco aumenta i sintomi della malattia mentale, come i livelli di depressione, ansia e stress.

Educare alla cura di se stessi con la prevenzione

È vero oggi, purtroppo, sono sempre più i giovani e giovanissimi a provare la cosiddetta ‘e-cigarette’” – spiega Fedele – “Il fumo è dannoso in tutte le sue forme; quindi, bisogna continuare a informare dei rischi alla salute, soprattutto le nuove generazioni. Quei ragazzi e ragazze che provano a 14/15 anni lo ‘svapo’ per atteggiamenti emulativi o per fragilità emotive. Noi, come Istituto Nazionale per le Ricerche Cardiovascolari continuiamo a fare campagne di informazione su tutti i rischi per la salute del cuore. Parteciperemo in estate e in autunno a diverse manifestazioni per diffondere l’importanza dei controlli periodici, come l’elettrocardiogramma. Ad esempio, saremo al ‘The Reb Concours’ 2023 il 7 e 8 giugno a Villa Alberico a Roma, un concorso di auto d’epoca, presenti vetture prodotte dagli inizi del ’900 agli anni ’70. Noi offriremo uno screening cardiovascolare gratuito a tutti i partecipanti per ricordare che il corpo umano ha bisogno di effettuare il tagliando periodico come le automobili”. Informazione e prevenzione possono fare la differenza. L’uso di qualsiasi tipo di tabacco è nocivo e crea dipendenza, in tutto il mondo almeno 14 milioni di giovani di età compresa tra i 13 e i 15 anni usano prodotti legati al tabacco. I sapori diversi che oggi le industrie del tabacco utilizzano per rendere sempre più appetibili i propri prodotti sono un fattore di attrazione verso la sigaretta elettronica soprattutto nei giovanissimi. In Italia ci sono circa 11,7 milioni di fumatori, che rappresentano il 22,3% della popolazione. L’Italia è anche il paese europeo con la percentuale più alta di adolescenti fumatori (21%), quasi il doppio della media degli altri paesi dell’Unione.

I giovani, il disagio e il fumo

Secondo l’OMS le motivazioni che spingono i giovani a fumare dipendono da un processo multifattoriale complesso che è originato da fattori di rischio ambientali (come la troppo facile accessibilità al prodotto); disagi familiari e accettazione del tabacco nel contesto sociale in cui vivono; basso livello socioeconomico e di scolarità; bassi livelli di autostima e autoefficacia. Per contrastare questo fenomeno sempre più diffuso la comunità scientifica raccomanda programmi di prevenzione ambientale (della comunità) e individuale (prevenzione selettiva e indicata). In linea generale l’obiettivo degli interventi di prevenzione è quello di contrastare l’uso di sostanze nella comunità e tra i giovani, attraverso la riduzione dei fattori di rischio e l’acquisizione di competenze e abilità personali (life skills), che vadano a influenzare i fattori di protezione. Quindi attivando non solo l’autoefficacia e la resilienza ma anche la rete familiare e sociale di aiuto; la possibilità di poter contare almeno su una persona di fiducia alla quale il giovane si possa affidare, nel contesto sociale di appartenenza, qualunque esso sia. Per approfondimenti: “Prefigurare il futuro: metodi e tecniche per potenziare speranza e progettualità” è un progetto ideato da Patrizio Paoletti e realizzato dall’equipe psico-pedagogica della Fondazione in tutta l’Italia.

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