Skip to main content

Intelligenza emotiva

Fiducia

Definizione neuroscientifica e psicologica

La fiducia è un’emozione che coinvolge aspetti cognitivi, affettivi e motivazionali. Dal punto di vista neuroscientifico, si tratta di un meccanismo adattivo che consente agli esseri umani di cooperare, prendere decisioni e costruire relazioni sociali. La fiducia si basa sulla previsione di comportamenti altrui e sull’aspettativa che l’altro agirà in modo coerente con i propri interessi e valori. In psicologia, la fiducia è definita come la convinzione nella credibilità, nell’affidabilità e nella benevolenza di una persona, di un’istituzione o di sé stessi.

Le neuroscienze hanno identificato il ruolo chiave dell’ossitocina, un neuropeptide che modula la propensione a fidarsi. Studi con risonanza magnetica funzionale (fMRI) mostrano che la fiducia attiva regioni come la corteccia prefrontale mediale, implicata nella valutazione sociale, e il nucleo accumbens, responsabile della percezione della ricompensa. La mancanza di fiducia, invece, stimola l’amigdala, che innesca risposte di paura e diffidenza.

Nelle relazioni interpersonali, la fiducia è essenziale per la costruzione di legami duraturi e per il funzionamento delle società. È alla base della cooperazione economica, della gestione delle istituzioni e del senso di sicurezza individuale e collettivo.

Come il nostro cervello sperimenta la fiducia

Quando proviamo fiducia, il nostro cervello attiva specifiche reti neurali che regolano l’elaborazione delle esperienze sociali e la valutazione del rischio. I principali meccanismi coinvolti sono:

  • Ossitocina e vasopressina: favoriscono l’attaccamento e il comportamento prosociale, riducendo l’ansia sociale e aumentando la predisposizione a fidarsi.
  • Corteccia prefrontale dorsolaterale: valuta l’affidabilità altrui e sopprime risposte impulsive di diffidenza.
  • Striato ventrale e dopamina: creano una sensazione di gratificazione associata alla fiducia, rinforzando esperienze positive con gli altri.
  • Amigdala: analizza le intenzioni altrui e segnala situazioni di potenziale pericolo o tradimento.

Esperimenti di neuroeconomia, come il “Trust Game”, dimostrano che le persone tendono a fidarsi di più dopo la somministrazione di ossitocina. Tuttavia, la fiducia non è cieca: il nostro cervello bilancia il rischio attraverso processi di apprendimento, basati su esperienze pregresse e segnali sociali. Se la fiducia viene violata, le regioni cerebrali associate al dolore sociale si attivano, inducendo emozioni di delusione e diffidenza futura. Questo meccanismo ci aiuta a proteggere le nostre risorse emotive e a selezionare con maggiore attenzione le persone di cui fidarci.

La componente cognitiva e psicologica della fiducia

La fiducia si basa su processi cognitivi complessi, che includono la valutazione delle intenzioni altrui e la capacità di regolazione emotiva. Dal punto di vista psicologico, essa emerge dall’interazione tra esperienza, intuizione e logica.

Gli elementi chiave della fiducia includono:

  • Affidabilità percepita: valutazione della coerenza e delle azioni passate di una persona o di un’istituzione.
  • Empatia e teoria della mente: capacità di comprendere le emozioni e le intenzioni altrui, facilitando il senso di connessione.
  • Controllo cognitivo: regolazione della diffidenza e capacità di dare seconde possibilità basate su nuove informazioni.
  • Fiducia in sé stessi: componente metacognitiva che influenza il modo in cui percepiamo le nostre capacità e decisioni.

A livello evolutivo, la fiducia ha permesso la sopravvivenza delle comunità, favorendo la divisione del lavoro e lo sviluppo della cultura. Tuttavia, è anche soggetta a bias cognitivi, come l’effetto alone (tendenza a fidarsi di chi possiede una qualità positiva evidente) e l’euristica dell’affidabilità (basata su segnali esterni come il tono di voce o l’espressione facciale).

La componente di attivazione fisiologica della fiducia

La fiducia non è solo un processo mentale, ma ha effetti fisiologici misurabili. Alcuni dei principali cambiamenti corporei associati alla fiducia includono:

  • Riduzione del cortisolo: l’ormone dello stress diminuisce quando ci sentiamo al sicuro in una relazione di fiducia.
  • Aumento dell’ossitocina: rilasciata durante momenti di intimità, cooperazione o gratitudine, favorisce il legame interpersonale.
  • Frequenza cardiaca stabile: la fiducia promuove uno stato di calma, riducendo la reattività del sistema nervoso simpatico.
  • Espressione rilassata del volto: la muscolatura facciale si distende, trasmettendo un segnale di apertura e disponibilità.

Il sistema nervoso autonomo regola queste risposte attraverso l’interazione tra il sistema parasimpatico (che favorisce il rilassamento) e il sistema simpatico (che modula la risposta al rischio). Quando la fiducia viene tradita, si attivano invece il sistema adrenergico e la risposta di stress, preparando il corpo alla difesa o al distacco emotivo.

La tonalità edonica della fiducia

La fiducia è associata a un’esperienza soggettiva di benessere e sicurezza. A livello edonico, rientra tra le emozioni positive e pro-sociali, poiché favorisce la connessione con gli altri e la riduzione dell’incertezza.

Quando ci fidiamo, sperimentiamo:

  • Senso di sicurezza e riduzione dell’ansia
  • Piacere sociale derivante dall’interazione con gli altri
  • Soddisfazione derivante dall’assenza di minacce percepite
  • Incremento della motivazione a collaborare e condividere esperienze

L’assenza di fiducia, invece, genera emozioni negative come paura, sospetto e isolamento, che possono impattare negativamente sulla salute mentale e il benessere complessivo.

I sistemi motivazionali della fiducia

La fiducia è guidata da specifici sistemi motivazionali che regolano il comportamento umano in contesti sociali. Tra i più importanti troviamo:

  • Sistema di attaccamento: regola la fiducia nelle relazioni affettive, a partire dall’infanzia.
  • Sistema della ricompensa: associa la fiducia a esperienze gratificanti, incentivando la cooperazione.
  • Sistema della regolazione del rischio: bilancia fiducia e diffidenza per proteggere da potenziali danni.

Questi sistemi si intrecciano con la memoria e l’apprendimento, influenzando il modo in cui sviluppiamo fiducia nel tempo.

Le micro-espressioni facciali associate alla fiducia

Le micro-espressioni facciali sono segnali sottili ma rivelatori dello stato emotivo di una persona. Quando una persona prova fiducia, il viso mostra:

  • Sopracciglia leggermente sollevate in segno di apertura
  • Sorriso naturale con contrazione del muscolo orbicolare intorno agli occhi
  • Espressione rilassata della bocca e della mascella
  • Contatto visivo prolungato ma non minaccioso

Questi segnali aiutano a comunicare autenticità e affidabilità, facilitando le interazioni sociali.

Fiducia

Micro-espressioni facciali associate alla fiducia – immagine a scopo illustrativo generata con l’IA.

Bibliografia
  • Declerck, C. H., Boone, C., Pauwels, L., Vogt, B., & Fehr, E. (2020). A registered replication study on oxytocin and trust. Nature Human Behaviour, 4(6), 646-655.
  • Dirks, K. T., & de Jong, B. (2022). Trust within the workplace: A review of two waves of research and a glimpse of the third. Annual Review of Organizational Psychology and Organizational Behavior, 9(1), 247-276.
  • Farolfi, F., Chang, L. A., & Engelmann, J. B. (2021). Trust and emotion. The neurobiology of trust.
  • Kosfeld, M., Heinrichs, M., Zak, P. J., Fischbacher, U., & Fehr, E. (2005). Oxytocin increases trust in humans. Nature, 435(7042), 673-676.
  • Krueger, F., & Meyer-Lindenberg, A. (2019). Toward a model of interpersonal trust drawn from neuroscience, psychology, and economics. Trends in neurosciences, 42(2), 92-101.
  • Lăzăroiu, G., Neguriţă, O., Grecu, I., Grecu, G., & Mitran, P. C. (2020). Consumers’ decision-making process on social commerce platforms: Online trust, perceived risk, and purchase intentions. Frontiers in psychology, 11, 890.
  • Mikolajczak, M., Gross, J. J., Lane, A., Corneille, O., de Timary, P., & Luminet, O. (2010). Oxytocin makes people trusting, not gullible. Psychological science, 21(8), 1072-1074.
  • Spadaro, G., Gangl, K., Van Prooijen, J. W., Van Lange, P. A., & Mosso, C. O. (2020). Enhancing feelings of security: How institutional trust promotes interpersonal trust. PloS one, 15(9), e0237934.
Sitografia
  • https://www.umana-analytics.com/neuroscienze-della-fiducia-le-otto-chiavi-del-successo/ Consultato a marzo 2025
  • https://psicologinews.it/fiducia-come-impariamo-a-fidarci/Consultato a marzo 2025
  • https://www.psychologytoday.com/us/basics/trust Consultato a marzo 2025

Sii parte del cambiamento. Condividere responsabilmente contenuti è un gesto che significa sostenibilità


Potrebbe interessarti

Come la meditazione aiuta l'apprendimento

La meditazione può favorire l’apprendimento?

La meditazione ha radici storiche remote: le prime tracce documentate risalgono all’India del 150…
Allenamento alla creatività

Allenamento alla creatività

Torniamo a parlare di neuroscienza della creatività, un’area di studio sempre più esplorata dal m…

    Iscriviti alla newsletter

    NEWSLETTER GEN

    Modulo per l'iscrizione alla newsletter FPP

    Nome(Obbligatorio)
    Email(Obbligatorio)
    Privacy Policy(Obbligatorio)
    Questo campo serve per la convalida e dovrebbe essere lasciato inalterato.