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Storie ispiranti di resilienza e successo

Sei personaggi che hanno superato le avversità in modo creativo e positivo

Possiamo vedere la resilienza come la capacità di creare una meravigliosa opera d’arte, anche con una ridotta disponibilità di materiali. O di suonare una splendida melodia, persino con un pianoforte con molti tasti fuori uso. La resilienza unisce la flessibilità alla capacità di riorganizzarsi al meglio e focalizzarsi sul positivo e, sì, è una chiave del successo. Scopriamo le storie di alcuni personaggi famosi che hanno davvero fatto sbocciare dal fango il fiore di loto.

La flessibilità della resilienza

La resilienza è quella forza flessibile che ci permette di adattarci all’ambiente e alle circostanze, anche quando difficili o impegnative. Attraverso la resilienza, anche l’avversità diventa un’occasione per divenire consapevoli del proprio potenziale e per fiorire.

Il termine deriva dalla fisica dei materiali, similmente al concetto di stress. Quest’ultimo indica lo sforzo o la tensione che si genera in un materiale rigido, se sottoposto a una sollecitazione, mentre la resilienza descrive la capacità di un materiale di ritornare allo stato precedente alla sollecitazione (come una molla). L’origine fisica dei due termini ci offre l’immagine simbolica di come la resilienza trovi nella flessibilità l’antidoto a quella tensione rigida che si sviluppa in situazioni di stress.

Resilienza e successo

La resilienza è uno strumento evolutivo, che ci permette di adattarci all’ambiente e migliorare, con positive ripercussioni anche sul raggiungimento di risultati o sulla sfera personale. Per esempio, uno studio del 2014 dimostra che le tre dimensioni della resilienza (resistenza, intraprendenza e ottimismo) aiutano a prevedere il successo imprenditoriale.

Un atteggiamento e un’ottica resiliente riescono a trasformare le situazioni apparentemente più ardue o aride in terreni da coltivare e le cadute in una sorta di “fallimento di successo”, dove anche l’errore o la prova concorrono all’autorealizzazione. Dietro celebri personaggi di successo, spesso ci sono storie straordinarie di resilienza, che testimoniano la forza della flessibilità. Ricordiamone qualcuna insieme, tratte dal mondo della scienza, dell’arte, dello sport e della letteratura.


Joanne Rowling, la scrittura come riscatto

La scrittrice britannica, nota in tutto il mondo soprattutto per la sua saga di Harry Potter, ha affrontato un lungo periodo di difficoltà e precarietà, depressione, crisi familiari e profonde difficoltà economiche. Scrivere è stata per lei una forma di cura. Con il suo romanzo Harry Potter e la pietra filosofale  bussò a molte case editrici, senza ottenere un contratto, prima di riuscire a pubblicarlo, finalmente, nel 1997. Il successo superò le aspettative e seguirono altri sei romanzi, a completare la saga. Oggi è una delle donne più ricche del Regno Unito.

Beethoven e il suono della resilienza

La Nona Sinfonia, inserita dall’Unesco fra le opere memorabili dell’uomo, al pari dell’Odissea, è stata composta nel 1824, quando ormai il celebre Beethoven era quasi sordo. La malattia lo aveva colpito già prima di aver compiuto trent’anni, ma non gli impedì di continuare a comporre: il grande musicista riusciva a sentire meccanicamente le vibrazioni della musica e aveva, inoltre, il ricordo indelebile dell’armonia, che continuò a diffondere per tutta la sua vita.

 



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Frida Khalo, l’incidente che scatena l’arte

Le magnifiche opere di Frida Khalo nascono dopo il grave incidente che la coinvolse a soli 18 anni, costringendola a letto. Il riposo forzato, col busto ingessato, diviene uno stimolo a dipingere inizialmente una serie di autoritratti, guardandosi riflessa in uno specchio. Il suo stile inconfondibile emerge tra il forte impatto cromatico, il simbolismo, la valorizzazione delle radici tradizionali e la rappresentazione della propria realtà intima e interiore. Diverrà la pittrice messicana più influente del XX Secolo.

Bebe Vio, compionessa di resilienza

La famosa atleta di scherma italiana, campionessa paralimpica mondiale ed europea, è uno degli esempi più efficaci e ispiranti di resilienza del nostro Paese. All’età di 5 anni inizia a praticare scherma, che diventerà la sua grande passione. Tuttavia, a 11 anni, viene colpita da una meningite che le procura un’ampia infezione, che si estende al corpo, tanto da richiedere l’amputazione degli arti e un ricovero di 100 giorni in ospedale. Invece che rinunciare alla pratica sportiva, dopo solo un anno dalla malattia Bebe ricomincia l’allenamento, grazie a una speciale protesi. Fino ad oggi, ha già collezionato 6 medaglie ai Giochi paralimpici e la salita sul podio di 36 competizioni internazionali di Coppa del Mondo.

Jim Carrey, il sorriso per contrastare la dipendenza

L’attore comico canadese, divenuto famoso grazie alla sua straordinaria mimica facciale, ha avuto un’infanzia difficile, dovendo affrontare le difficoltà economiche della famiglia e la dipendenza da farmaci della madre. Ha scoperto una spiccata predisposizione per l’umorismo e la comicità, prima nel tentativo di chiedere attenzione ai genitori, dai quali si sentiva in qualche modo abbandonato, e poi per cercare di sostenerli emotivamente. Per i problemi finanziari della famiglia, si è trovato a vivere anche in campeggi o nel giardino della sorella, ma il potere del sorriso ha cominciato a produrre frutti, fino a portarlo fra le stelle della Canada’s Walk of Fame.

Stephen William Hawking, tra scienza e resilienza

Il celebre fisico e divulgatore scientifico britannico è stato colpito dai primi sintomi di una malattia degenerativa dei motoneuroni a soli ventun anni. Nonostante il trauma della diagnosi, con un’iniziale prospettiva di pochissimi anni di vita, si sposò, ebbe tre figli, fu titolare della cattedra lucasiana di matematica all’Università di Cambridge per trent’anni e divenne uno dei più autorevoli fisici teorici del mondo, noto soprattutto per le teorie sui buchi neri e sulla cosmologia quantistica. Si è spento a 76 anni compiuti, nel 2018, con alle spalle una vita da protagonista, fra successi e riconoscimenti a livello mondiale.

Fondazione Patrizio Paoletti: a scuola di resilienza

Fondazione Patrizio Paoletti investe sulla formazione delle competenze emotive e relazionali fin da giovanissimi, per esempio attraverso il programma formativo Prefigurare il Futuro, all’interno del quale gli adolescenti imparano a scuola anche la resilienza, come ingrediente di salute globale e chiave per una crescita consapevole, sostenibile, integrata e completa. Il progetto coinvolge genitori, insegnanti ed educatori per sostenere il benessere psicologico dei ragazzi e insegnare loro a riconoscere il dolore, accettare le difficoltà e le sfide, per trasformarle in forza e determinazione, per scoprire versioni sempre migliori di sé e fiorire al massimo potenziale.

 


  • GLI ADOLESCENTI VANNO AIUTATI.
    PRIMA CHE SIA TROPPO TARDI.

 

Bibliografia
  • Ayala, J. C., & Manzano, G. (2014). The resilience of the entrepreneur. Influence on the success of the business. A longitudinal analysis. Journal of economic psychology42, 126-135.
Sitografia
  • stories.jkrowling.com/my-story/
  • people.com/movies/jim-carrey-mom-addicted-to-pain-mediation-during-his-childhood/
  • www.bebevio.com/
  • www.nuovicittadini-prefto.it/images/materiali/Vite_straordinarie_-_Storie_di_donne_e_uomini_che_hanno_fatto_la_differenza.pdf
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