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L’intuizione

Che cos’è un’intuizione?

È la classica lampadina che si accende: siamo di fronte a un problema ostico, un rompicapo che non abbiamo mai sperimentato, quando ci appare all’improvviso in mente una possibile soluzione. Non ci abbiamo ragionato su e non possediamo conoscenze pregresse sulla questione, eppure il nostro cervello è stato lo stesso in grado di elaborare una risposta. Come ci è riuscito in così poco tempo e con così pochi elementi? E quanto possiamo fare affidamento sul nostro intuito naturale, per prendere decisioni importanti?

Un pensiero pre-formato

Come la coscienza o il ragionamento, quando parliamo di intuizione, ci viene in mente subito a cosa ci stiamo riferendo. È molto meno facile, tuttavia, offrire una definizione univoca. A livello neurologico potremmo definire l’intuizione come un insieme di processi cerebrali spontanei, improvvisi. Questo meccanismo sembra avvenire in modo quasi del tutto inconscio, senza la necessità di aver acquisito conoscenze pregresse. Si presenta alla nostra mente cosciente già pre-formato, pronto a essere messo alla prova. La soluzione elaborata è a volte approssimativa e poco affidabile, ma ci permette di averne una a disposizione in tempi brevi. Per questa ragione, molto probabilmente, questo tipo di processo si è evoluto molto presto. In alcune professioni, in particolare quelle sportive, l’intuizione diventa parte fondante dell’attività. Gli atleti si allenano proprio per raggiungere uno stato in cui non hanno bisogno di riflettere sulle proprie decisioni in maniera cosciente.

Le aree coinvolte nell’intuizione

Per capirci di più, aiuta monitorare quali aree del cervello si attivano quando sperimentiamo un’intuizione. Trattandosi di un processo improvviso e spontaneo, è difficile tenere sotto controllo i partecipanti a uno studio e aspettare che si verifichi da sé. Per questo motivo, la maggior parte degli studi scientifici sull’intuizione cerca di stimolarla in qualche modo, tramite rompicapi o giochi. Uno studio svolto dal RIKEN Brain Science Institute in Giappone, ad esempio, ha studiato il cervello di giocatori di shogi, una versione giapponese degli scacchi. Nell’esperimento, i giocatori dovevano analizzare lo stato di una scacchiera e, facendo riferimento alla loro esperienza e calcolando possibili scenari, stabilire la mossa vincente. Nel secondo tentativo, avevano appena un secondo per fare la stessa cosa. Non avendo a disposizione abbastanza tempo per fare calcoli o ricordare partite precedenti, potevano quindi basarsi solo sul proprio intuito.

Come imparare a gestire le nostre risposte intuitive

Le scansioni di risonanza magnetica dei partecipanti hanno mostrato una maggiore attivazione del nucleo caudato rispetto al normale. Quest’area è attivata da stimoli associati alla ricompensa, ma anche a quelli nuovi e inaspettati. Studi neurologici paragonabili hanno fatto emergere un quadro complesso. Le aree che si attivano nell’elaborazione di risposte rapide e precise comprendono la corteccia orbitofrontale, i gangli basali, parte dell’amigdala, la zona anteriore dell’insula e altro. Tutte zone coinvolte sia nell’apprendimento che nella gestione rapida delle risposte emotive, come ad esempio della rabbia o della paura. Questa corrispondenza di aree permette di praticare tecniche di autoregolazione emotiva, per massimizzare le chance che la nostra intuizione ci porti sulla giusta strada. Eccone alcune:

  • Tieni d’occhio le tue emozioni. Stai sperimentando rabbia o ansia? In quel caso, meglio non fidarsi di quello che suggerisce l’intuito. Diversi studi hanno mostrato che emozioni forti o depressione impattano negativamente sulla performance intuitiva delle persone. Il nostro cervello è già sovraccarico emotivamente. Chi riesce a mantenere la calma, invece, ha migliori risultati.
  • Allena la tua l’interocezione per cogliere i segnali mandati dal corpo. A volte il nostro intuito ci sta suggerendo una risposta, ma non ce ne accorgiamo, perché non siamo in grado di cogliere questi consigli. L’interocezione, ovvero il senso che rivela le sensazioni “interne” del nostro corpo (battito cardiaco o sistema digerente, per esempio) può essere potenziata tramite pratiche di meditazione e di mindfulness.
  • Riconosci quando è il momento di improvvisare e quando invece di ragionare. Il nostro intuito ci è molto d’aiuto nelle situazioni in cui abbiamo un qualche tipo di competenza pregressa. Lo è molto meno in quelle a noi completamente nuove. Meglio affidarsi, in questo caso, al ragionamento logico, prendendosi tutto il tempo necessario.
Bibliografia
  • Experts, G. (2009). The Neural Basis of Intuitive Best Next-Move Generation in Board. Am. J. Respir. Crit. Care Med179, 186.
  • Volz, K. G., & Von Cramon, D. Y. (2006). What neuroscience can tell about intuitive processes in the context of perceptual discovery. Journal of Cognitive Neuroscience18(12), 2077-2087.
  • Remmers, C., & Michalak, J. (2016). Losing your gut feelings. Intuition in depression. Frontiers in Psychology7, 207790.
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