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Gli effetti del caldo sul nostro cervello

Temperatura e salute cognitiva

Il gran caldo è arrivato: la stagione estiva si prospetta come una delle più torride degli ultimi anni. Con i record di temperatura destinati a essere infranti anno dopo anno, i rischi per la salute riguardano anche il nostro cervello, un organo particolarmente suscettibile agli sbalzi di temperatura. Cosa succede al nostro cervello quando aumenta la temperatura, quali sono le conseguenze per le nostre capacità cognitive e salute mentale? Quali sono le categorie più a rischio, e ci sono dei metodi per potersi cautelare?

Come il caldo scompensa il cervello

Il cervello ha una temperatura ottimale in media superiore a quella del resto del corpo umano (37°C). La sua temperatura media raggiunge infatti i 38.5°C, con le regioni più interne che arrivano a sfiorare i 40°C. Il cervello è una macchina di elevata complessità e variazioni anche minime di temperatura possono andare a intaccare il delicato equilibrio chimico tra le parti coinvolte. Un esperimento dell’Università di Yale ha mostrato come neuroni stimolati tramite la tecnica della Deep Brain Stimulation avessero una ridotta funzionalità. Questa tecnica applica energia alla materia grigia tramite elettrodi, causando un innalzamento di temperatura, i cui effetti si fanno sentire anche dopo l’aumento di un solo grado.

Il cambiamento andrebbe infatti a influenzare le pompe molecolari sulle membrane dei neuroni, compromettendo il corretto uso dei neurotrasmettitori. Questo effetto sparisce solo dopo che il neurone ha avuto modo di raffreddarsi e tornare allo stato iniziale. Oltre che i neurotrasmettitori, il caldo va anche a scompensare la quantità di elettroliti necessari al nostro cervello per l’attività neurale e che andiamo a perdere con un’eccessiva sudorazione. L’afa porta a difficoltà respiratorie e affanno, che si traduce in un minore apporto d’ossigeno a tutto il corpo, cervello compreso. Il caldo aumenta anche il flusso di sangue al cervello, dilatando i vasi sanguigni e provocando mal di testa, emicranie e nei casi più gravi anche una risposta infiammatoria. Per riassumere, un cervello accaldato è un cervello stressato

Rischi e conseguenze del caldo sul cervello

Le conseguenze di questo stress cerebrale possono essere sia cognitive che emotive. Non è un caso che, statisticamente, le verifiche scolastiche fatte durante le giornate più calde producano risultati peggiori. Un esperimento dell’Università di Harvard ha messo a confronto due gruppi di studenti di un dormitorio: il primo ha dormito in stanze con aria condizionata a temperatura di 21°C, il secondo in stanze senza condizionata con una media di 27°C. Dopo 12 giorni, i ricercatori hanno riscontrato un notevole calo nella performance accademica e nei test cognitivi di associazione del secondo gruppo. Superati i 27 gradi, le nostre capacità di concentrazione calano a dismisura. Ne risente anche l’umore: subentrano irritabilità, ansia, aggressività, mancanza di motivazione. Inoltre, i meccanismi cerebrali deputati a farci rilassare non riescono a funzionare in maniera efficiente perché troppo occupati a compensare lo sbilancio termico. Alla lunga, questi effetti possono esacerbare condizioni mentali patologiche. Diversi studi hanno riscontrato un collegamento tra ondate di calore e un incremento di ricoveri legati a depressione, schizofrenia e abuso di sostanze.

Queste ondate  possono provocare rischi anche più gravi e potenzialmente letali, tra i quali un vero e proprio stato confusionale, svenimento, oppure il proverbiale colpo di calore. Quando la temperatura corporea raggiunge i 40°C, la barriera emato-encefalica, che separa il tessuto cerebrale dal flusso sanguigno, smette di funzionare correttamente. Batteri e particelle nocive, prima tenute separate, sono libere di circolare nel tessuto cerebrale, causando una risposta infiammatoria che alla lunga può provocare danni permanenti. A queste temperature le proteine si denaturano e si verifica anche morte cellulare, in primis delle cellule del cervelletto, area che governa l’equilibrio e il coordinamento dei movimenti. Il colpo di calore, per questo motivo, è considerato molto pericoloso, soprattutto per i più anziani. 

 


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Cambiamento climatico e salute del cervello

Le problematiche legate al caldo sono purtroppo destinate a aumentare: con il cambiamento climatico e relativo riscaldamento globale, il nostro cervello sarà sempre più esposto a questi rischi. Le statistiche mostrano un incremento del numero di ricoveri e decessi causati dal caldo, nel corso degli ultimi anni, corrispondente all’incremento di temperatura. L’Italia è un paese molto suscettibile, al primo posto in Europa, con 18mila decessi all’anno. Non solo, inquinamento e disastri ambientali quali allagamenti, incendi e siccità impattano sulla salute del cervello sia in maniera diretta che in maniera indiretta.

L’ansia climatica, preponderante tra gli adolescenti, è una risposta psicologica alle sfide e incertezze del mondo futuro e contribuisce a un peggioramento diffuso della salute mentale. Ma può anche essere una spinta all’azione: è proprio nell’impegno attivo per il clima che le nuove generazioni stanno trovando un modo per mantenere la speranza, tessere contatti e costruire progetti condivisi. Nel frattempo, si può continuare a difendere il nostro cervello dal caldo con dei semplici consigli: stare lontani dalla luce diretta del sole, riposare quanto più possibile in posti freschi e bere molta acqua. Per chi assume farmaci o è in trattamento psicologico, è utile consultare il proprio specialista sui rischi aggiuntivi del caldo e su ulteriori salutari precauzioni.

 


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Bibliografia
  • Kim T et al, (2022), Thermal effects on neurons during stimulation of the brain. Journal of Neural Engineering, PMID 36126646 DOI: 10.1088/1741-2552/ac9339T
  • hompson R. et al, (2018), Associations between high ambient temperatures and heat waves with mental health outcomes: a systematic review, Public Health, 161, 171-191, doi.org/10.1016/j.puhe.2018.06.008.
  • Doell, K.C.. et al. (2023),Leveraging neuroscience for climate change research. Nature. Climate. Change. 13, 1288–1297 (2023). https://doi.org/10.1038/s41558-023-01857-4.
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