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Alle radici dell’Alzheimer

Cosa dice la scienza e il ruolo di Fondazione Patrizio Paoletti

In occasione del mese dell’Alzheimer, approfondiamo uno dei mali più importanti della nostra epoca. La patologia è stata scoperta nel 1906 dal neuropatologo Alois Alzheimer e rappresenta una delle forme più diffuse e critiche di demenza. A causa di questo male, le cellule nervose del cervello vengono distrutte nel tempo, andando ad inficiare le abilità della memoria e dell’apprendimento. I danni provocati non si riducono al già grave deterioramento neuronale, ma impattano sulla salute fisica, poiché anche i vasi sanguigni vengono danneggiati. Sopraggiunge uno stato di infiammazione cerebrale continuo che comporta malessere e l’incapacità, per chi ne viene colpito, di svolgere semplici azioni quotidiane.

L’aspetto più grave della patologia è la sua capacità di deteriorare.  Può far regredire la persona fino a renderla quasi irriconoscibile per i suoi familiari, annullando parte della sua personalità individuale. Le cause dell’Alzheimer sono ancora incerte e molteplici fattori sono rilevati come dannosi, integrandosi a livello genetico, ambientale e di stili di vita. A questi fattori si sommano anche il fumo, l’inquinamento e l’isolamento sociale.

L’Alzheimer, qualche dato

L’Alzheimer, oltre ad essere una malattia, è una grave problematica sociale. L’Organizzazione Mondiale della Sanità asserisce che l’Alzheimer si posiziona al settimo posto come causa di morte nel mondo.  Le previsioni dell’OMS sono abbastanza chiare su quanto ci si aspetta dall’Alzheimer nei prossimi anni. Attualmente, nel mondo, i casi di demenza sono 55 milioni e saliranno a 78 milioni nel 2030, conseguentemente all’aumento dell’età media della popolazione. Si stima che l’Alzheimer ricopra tra il 60 e l’80% di questi casi di demenza.

In Europa, la popolazione che va dai sessantacinque anni a salire è quella più colpita. Inoltre, le stime raccontano che il sesso femminile è più predisposto rispetto a quello maschile a incorrere nella malattia. Infatti, nel mondo, 11,4 milioni di persone con Alzheimer sono uomini mentre 21 milioni sono le donne (stime dell’Istituto IRCCS). In Italia, i numeri rimangono allarmanti: secondo il Ministero della Salute, ammonta ad 1 milione il numero di persone che soffre di demenza. Almeno 600mila italiani, tra questi, soffrono specificatamente di Alzheimer.

 


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Il ruolo di Fondazione Patrizio Paoletti

Da sempre, Fondazione Patrizio Paoletti ha a cuore la tematica dell’Alzheimer e le sue difficili conseguenze, divulgando e sensibilizzando l’opinione pubblica relativamente a questa malattia. Attraverso il progetto Erasmus+ AIDA, Fondazione Patrizio Paoletti e il suo partenariato hanno implementato nuove metodologie per alleviare le condizioni dei malati. L’iniziativa progettuale AIDA persegue il miglioramento della qualità della vita dei pazienti con Alzheimer, grazie all’integrazione dei progressi in ambito museale, artistico e digitale, e ha ricevuto il Premio Inclusione 3.0 dell’Università di Macerata.

La questione dell’Alzheimer rimane di vitale importanza per Fondazione Patrizio Paoletti anche a livello di ricerca, attraverso il suo Dipartimento di Neuroscienze RINED. Questo Istituto si impegna a migliorare la qualità della vita delle persone, realizzando ricerche e studi in ambito neuroscientifico e psicopedagogico. I pilastri della sua azione sono il benessere psico-cognitivo e lo sviluppo di un sistema formativo all’avanguardia per la salute globale di pazienti e familiari.

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Sitografia
  • https://www.hsr.it/news/2023/settembre/alzheimer-sintomi-diagnosi-terapie
  • https://www.marionegri.it/magazine/alzheimer
  • https://www.salute.gov.it/portale/demenze/dettaglioContenutiDemenze.jsp?lingua=italiano&id=2402&area=demenze&menu=vuoto
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