
Lo spirito critico dei giovani, una risorsa da coltivare per il futuro
Giovani che pensano: la vera rivoluzione parte da qui
Viviamo in un’epoca storica segnata da contrasti profondi: da una parte, l’accesso alle informazioni non è mai stato così ampio e rapido, dall’altra, la capacità di discernere, selezionare e interpretare correttamente ciò che leggiamo o ascoltiamo sembra spesso venir meno, soprattutto tra i più giovani. In un mondo dominato dai social media, dalle notizie lampo, dall’infotainmentCos’è l’infotainment e perché è diventato così perva... Leggi, che spazio rimane per la riflessione, la verifica delle fonti, il dubbio costruttivo? Stiamo aiutando le nuove generazioni a diventare cittadini consapevoli e capaci di pensare con la propria testa? Lo sviluppo dello spirito critico nei giovani non è un lusso per pochi, ma una necessità collettiva, in un’epoca in cui la democrazia, la coesione sociale e persino il benessere dipendono sempre più dalla capacità di pensare in modo autonomo, approfondito e responsabile.
Il contesto attuale: dati e sfide
I dati ci parlano chiaro. Secondo l’Education and Training Monitor 2024 della Commissione Europea, una percentuale preoccupante di studenti non raggiunge livelli soddisfacenti nelle competenze fondamentali: il 29,5% non ha un’adeguata preparazione in matematica, il 26,2% è carente in lettura e il 24,2% in scienze. In altre parole, quasi un terzo dei nostri giovani non possiede gli strumenti di base per analizzare e comprendere criticamente ciò che li circonda.
In Italia la situazione appare ancora più critica. I dati Istat del 2023 indicano che il 13,6% dei giovani tra i 18 e i 24 anni ha scelto di abbandonare prematuramente gli studi. Inoltre, il nostro Paese registra uno dei tassi più alti di giovani NEET (Not in Education, Employment or Training), ovvero ragazzi che non studiano e non lavorano: una condizione che spesso comporta disorientamento, sfiducia e mancanza di strumenti per orientarsi nel mondo.
Contemporaneamente, cresce l’esposizione a contenuti digitali: secondo Eurostat, il 96% dei giovani europei tra i 16 e i 24 anni accede quotidianamente a Internet, con una media di ore sempre più elevata dedicata ai social. L’informazione, però, non è conoscenza: senza una guida, il rischio della disinformazione è quello di scambiare opinioni per fatti, meme per notizie, suggestioni per verità.
Perché lo spirito critico è fondamentale?
Ma che cos’è, in fondo, lo spirito critico? È la capacità di analizzare, interpretare e valutare le informazioni in modo autonomo, riflessivo e responsabile. È ciò che ci consente di non accettare tutto ciò che ci viene detto, ma di porci domande, accrescere la capacità di giudizio, senso del giusto e dell’ingiusto, sviluppare discernimento tra vero e falso, cercare conferme, mettere in discussione, argomentare le nostre idee, nutrire la nostra curiositàLa curiosità è un'emozione fondamentale che si manifesta c... Leggi e anche l’immaginazione. Lo spirito critico è ciò che ci rende profondamente umani ed è uno degli strumenti fondamentali per vivere in una società complessa e democratica.
Avere spirito e pensiero critico significa essere capaci di leggere tra le righe, di distinguere ciò che è opinione da ciò che è dato di fatto, di esercitare un pensiero indipendente, che non si piega né alla propaganda né all’algoritmo. In un’epoca segnata dalla disinformazione e dalla polarizzazione del dibattito, questa competenza diventa vitale.
Ma lo spirito critico non nasce da solo: va coltivato, educato, stimolato. Ed è qui che entra in giocoIl gioco non è solo un'attività di svago, ma un elemento f... Leggi l’apprendimentoIl termine apprendimento - con i sinonimi imparare, assimila... Leggi.
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Educare allo spirito critico: la scuola e oltre
La scuola è, o dovrebbe essere, il primo terreno fertile in cui seminare spirito critico. Non si tratta solo di insegnare nozioni, ma di offrire agli studenti occasioni per ragionare, discutere, dubitare, costruire un’opinione informata.
Progetti come A Scuola di Open Coesione, promosso dall’Istat, o la European Statistics Competition, organizzata da Eurostat, rappresentano esempi virtuosi: gli studenti vengono coinvolti in ricerche concrete, imparano a leggere dati, a comprendere statistiche, a raccontare in modo consapevole ciò che osservano nel mondo che li circonda.
Ma servono interventi più strutturati: una riforma dei curricula scolastici che inserisca il dibattito, la retorica, la logica, l’educazione civica non come materie accessorie, ma come elementi centrali. La scuola, se vuole formare cittadini, deve insegnare a pensare.
Le voci degli educatori
Sono molti gli scrittori ed educatori che, negli ultimi anni, hanno lanciato un allarme sulla povertà di spirito critico tra i giovani, ma anche sulla potenza trasformativa dell’educazione.
Alessandro D’Avenia, scrittore e docente, nei suoi libri come “L’arte di essere fragili” e “L’appello”, ribadisce l’importanza di un’educazione che non si limiti a fornire risposte, ma che insegni a porre domande. Secondo D’Avenia, la fragilità non è una debolezza, ma un modo per stare al mondo con apertura e consapevolezza: qualità fondamentali per sviluppare spirito critico.
Enrico Galiano, insegnante e autore di romanzi come “L’arte di sbagliare alla grande”, pone l’accento sul valore dell’errore e del dubbio come strumenti di crescita. Galiano scrive:
Un ragazzo che ha pauraLa paura è un’emozione primaria che si attiva in risposta... Leggi di sbagliare è un ragazzo che non rischia, che non prova, che non pensa in autonomia.
Solo in un ambiente che valorizza il percorso, e non solo il risultato, può nascere il vero pensiero critico.
Marco Benini, pedagogista e responsabile dei programmi educativi di Fondazione Patrizio Paoletti, come Oltre le Periferie, per sostenere l’educazione di qualità in contesti fragili e vulnerabili, afferma:
Lo spirito critico non è solo una competenza cognitiva: è una leva fondamentale per costruire l’identità e sviluppare un senso di responsabilità verso se stessi e verso l’insieme — inteso come corpo sociale ma anche come pianeta. Soprattutto in adolescenza, non si tratta quindi di una funzione esclusivamente logico-razionale. Come evidenzia Antonio Damasio (1994), le emozioni sono parte integrante dei processi decisionali e valutativi. Su questa linea si muove anche il nostro fondatore, Patrizio Paoletti: pensare in modo critico significa saper comprendere le proprie emozioni e quelle degli altri, sapersi autoregolare, motivarsi e motivare, provare empatiaL'empatia è un'abilità fondamentale che ci consente di ent... Leggi e sviluppare abilità sociali attraverso l’incontro con l’altro. Integrare il pensiero con l’esperienza affettiva e sociale è, in definitiva, la base del nostro benessere. Un pensiero critico autentico si nutre di empatia, consapevolezza emotiva e apertura alla complessità dell’esperienza umana. Ecco perché esercitarlo è anche un atto di cura: verso se stessi, verso gli altri, verso il mondo.
Costruire il cambiamento: proposte concrete
Sviluppare lo spirito e il pensiero critico nei giovani non è un obiettivo astratto, ma un compito concreto che coinvolge scuola, famiglie, media e società. Tra le strategie più efficaci si possono citare l’adozione di una didattica attiva e partecipativa, capace di stimolare la riflessione attraverso lavori di gruppo, dibattiti, analisi di fonti diverse, laboratori di scrittura e ricerca, come quelli che caratterizzano la progettazione didattica di AIS Assisi International School, la scuola bilingue di Fondazione Patrizio Paoletti, che coniuga il Metodo Montessori alla Pedagogia per il Terzo MillennioPedagogia per il Terzo Millennio (PTM) è un metodo interdis... Leggi.
Fondamentale è anche la formazione degli insegnanti, che devono essere preparati non solo nelle loro discipline, ma anche nell’uso di metodologie didattiche innovative. Un altro elemento chiave è l’educazione ai media, da introdurre già nella scuola secondaria di primo grado, per aiutare gli studenti a riconoscere le fonti affidabili e a difendersi dalla disinformazione. È importante, inoltre, creare spazi, sia fisici che virtuali, in cui i giovani possano confrontarsi liberamente, crescere e mettere in discussione le proprie convinzioni.
La costruzione di una società più giusta, equa e solidale passa dalla capacità dei suoi cittadini di esercitare un pensiero libero, critico e responsabile. E questa capacità va coltivata fin dalla giovane età.
Investire nello spirito critico dei giovani significa investire nel futuro del Paese. Significa formare individui che non solo “sanno”, ma soprattutto “pensano”. Ed è questa, forse, la prima vera libertà da ricercare.
- A Scuola di OpenCoesione | Open Data, Monitoraggio civico, Data Journalism nelle Scuole Italiane, https://www.ascuoladiopencoesione.it/it. Accessed 4 June 2025.
- ESC_2025, https://www.esc2025.eu/. Accessed 4 June 2025.
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