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La storia di Giuseppe, un padre. Un detenuto.

Introduzione

Da inizio 2024 si contano più di 60.000 persone ristrette nelle circa 200 carceri italiane. Di queste, quasi 25.000 sono le persone recluse con figli fuori dal carcere. E si stima, inoltre, che sono circa 60.000 coloro che hanno un genitore in carcere.

FOCUS ON

La formazione in carcere: l’esperienza di “Prefigurare il futuro”

Il progetto “Prefigurare il Futuro: metodi e tecniche per potenziare speranza e progettualità”, ideato dalla Fondazione Patrizio Paoletti e realizzato in collaborazione con l’Università di Padova, è un intervento socio-educativo, promosso e realizzato in svariati contesti per rispondere ai diversi tipi di emergenza sociale odierni. Nel contesto carcerario si rivolge ai detenuti, agli operatori, agli educatori, ai volontari e a tutta la comunità carceraria. L’obiettivo in questo contesto complesso e pieno di contraddizioni è di portare una domanda semplice: è possibile rendere il carcere un luogo migliore? L’intervento formativo rivolto ai detenuti si articola in incontri in presenza e on-line. Il percorso di 10 video-lezioni “Le 10 chiavi della Resilienza” rappresenta il cuore del programma. I destinatari dell’intervento ricevono idee e tecniche neuro-psico-pedagogiche per vivere il carcere come un luogo in cui possono riprendere in mano la loro vita, imparare dal passato per proiettarsi nel presente e nel futuro.

Il percorso prevede momenti sia teorici che pratici, soprattutto esperienziali con i detenuti che ricevono strumenti per promuovere e rafforzare le loro:

-strategie di coping, cioè di fronteggiamento degli eventi stressanti;

-strategie di regolazione emotiva, cioè di autoefficacia nella gestione delle emozioni positive e negative;

– risorse per la pianificazione del futuro.

La storia di Giuseppe

Sono Giuseppe e sono il padre di Marta. Tra pochi giorni compirà 18 anni e la cosa che mi manca di più della vita di prima è proprio lei e vederla crescere. Io sono in carcere da tre anni. Pensare a lei è sia gioia che dolore: mi dà dolore, perché siamo divisi. Mi dà speranza di poter un giorno essere presente nella sua vita. Devo dire la verità, io presente non lo sono mai stato, anche prima quando ero fuori. Quando sono diventato padre vivevo la vita senza farmi tante domande. Ora dopo tutto quello che mi è successo è tutto diverso e nei pochi momenti in cui la vedo ce la metto tutta a farle sentire che ci sono per lei.

Mi chiamo Giuseppe e non sono solo un padre in carcere. Sono anche una persona profondamente sola, in carcere. Non sono in cella di isolamento anzi siamo sempre in compagnia. Il fatto è che non è facile creare dei rapporti qui, l’unica cosa che abbiamo in comune tra di noi è quella di dover scontare una pena. I sentimenti che si provano di più sono disprezzo, sdegno o semplice indifferenza. Partono insulti per delle motivazioni piccole, si arriva alle mani per risolvere il minimo problema. Bisogna guardarsi sempre le spalle.

Anche con le guardie e gli educatori, soprattutto i primi tempi, mi chiedevo sempre se vedevano me come persona o solo qualcuno che aveva qualcosa da scontare. Gli spazi sono ristretti, c’è rumore a tutte le ore. Rumore di chiavi, di sbarre, di passi, di voci. Metallo su metallo. Grida, a volte. Anche la notte. Quando esco all’aria aperta, quei pochi momenti sì, respiro un po’ e trovo un po’ di pace. Ma sono pochi, sempre troppo pochi.

FOCUS ON

Emergenza carceri oggi

Il forte impatto della pandemia da COVID-19 sul benessere psico-fisico percepito dai detenuti ha fatto rilevare l’aumento di comportamenti di tipo autolesivo, suicidario o aumento dell’aggressività. Il vissuto legato all’emergenza pandemica soprattutto nelle popolazioni più fragili ed emarginate, sembra aver esacerbato il senso di incertezza rispetto al futuro e la percezione di isolamento sociale. Per chi è recluso sono previsti 4 colloqui al mese per un massimo di 6 ore. Durante questi colloqui la possibilità di creare un tempo e uno spazio di vera condivisione degli affetti, anche con i familiari più stretti, è molto complesso per l’assenza di privacy e del costante controllo del personale in divisa.

La formazione della Fondazione Patrizio Paoletti

La formazione della Fondazione Patrizio Paoletti “Prefigurare il Futuro” mi è stata utile per capire come posso prendermi del tempo per me, anche qui. Mi ha aiutato a calmarmi e a iniziare a guardare con più serenità al mio al futuro e al mio ruolo di genitore. Infatti, quando ho una preoccupazione provo a fare uno degli esercizi del percorso. Mi fa bene per gestire momenti di ansia e di tristezza. Le cose che ho imparato le porterò nel mio cuore anche quando uscirò di qua. La formazione l’ho trovata utile anche perché tante cose prima non le conoscevo. Tante cose di come funzioniamo e faccio le scelte.

Ho pensato che avrei voluto saperle prima, quando ero fuori ed ero con mia figlia, per farle conoscere pure a lei. Perché sapere queste cose ti aiuta, ti protegge, ti fa crescere meglio, più forte. Ti fa conoscere e gestire questa parte più istintiva, più animale come dico io. Ho riflettuto su cosa è veramente importante per me oggi e ho capito che devo tornare a volermi bene come persona, a fidarmi io per primo di me e di chi sono, per poi fidarmi degli altri e far tornare gli altri a fidarsi di me.

FOCUS ON

Praticare il silenzio in carcere: l’esperienza attraverso la tecnica neuropsicopedagogica del “dispositivo della pratica del silenzio”

Tra gli strumenti e le tecniche messe a disposizione dei partecipanti al percorso formativo “Prefigurare il Futuro” c’è la pratica del silenzio. Tra le tante tecniche, proprio quella del “dispositivo della pratica del silenzio” è risultata essere una delle più efficaci e potenti pur essendo molto semplice da attuare anche in contesti sfidanti come quello carcerario. Nella recente pubblicazione internazionale dal titolo “Practice of silence to promote coping, emotion regulation, and future planning of imprisoned individuals during the COVID-19 pandemic: a qualitative study” pubblicata sul Journal of Offender Rehabilitation (Paoletti, Perasso, Lillo, Serantoni, Maculan, Vianello, & Di Giuseppe, 2023) si possono approfondire i risultati della sperimentazione a cui hanno partecipato detenuti come Giuseppe.

La meditazione

La meditazione non sapevo cos’era e quando hanno parlato di rilassamento e di silenzio ho pensato che qua, nelle nostre condizioni, era impossibile. Ho pensato: “Parlano bene, loro! Loro vengono da fuori!”. Però quando l’abbiamo fatta insieme mi ha stupito perché mi sono calmato e mi sono sentito per la prima volta in grado di allontanarmi dai brutti pensieri che avevo nella testa, per qualche momento. Anche la sera prima di dormire, prima di mettere la testa sulla branda, ci provo da solo e devo dire che poi dormo meglio. Oppure lo faccio quando ho un problema o una preoccupazione. Mi ricorda che devo respirare, respirare profondamente, perché mi aiuta. Mi fa sentire che sono libero! Posso riuscire anche a parlare con gli altri.

Grazie alla formazione “Prefigurare il futuro” ho riflettuto anche sul fatto che da soli non si vince, bisogna lavorare insieme, come una squadra, per vincere. Oggi me ne rendo conto. Fuori non cercavo nessuno, lottavo da solo. Oggi voglio cercare aiuto, persone amiche. Cerco di parlare quando ho un problema. Bisogna avere la mano dell’altro e assieme ci si può rialzare. Ora, con questa mia mano ho tanto desiderio di prendere quella di mia figlia perché ho capito che padre voglio essere per lei.

Sosteniamo tutti i papà

Come la storia di Giuseppe, tantissime altre, raccolte nei nostri progetti formativi rivolti alla genitorialità, testimoniano che essere padri oggi è diventata una grandissima sfida, che rischia – se vissuta in modo isolato – di creare frustrazione, senso di impotenza, solitudine, soprattutto nei contesti sociali più fragili. Il legame genitoriale è uno dei più importanti fattori protettivi per bambini e adolescenti, per fronteggiare i continui cambiamenti e l’incertezza dei nostri tempi.

Il ruolo della ricerca

Attraverso la Ricerca della Fondazione Patrizio Paoletti a servizio dell’umanità assicuriamo a tutti i papà come Giuseppe di non esser lasciati soli e di ricevere strumenti scientifici, concreti e applicabili per diventare i genitori che vogliono e possono essere, capaci di vivere una nuova vita e di guardare al futuro con speranza.

Per aiutare tutti i papà come Giuseppe sostieni la “ricerca che cambia la vita”.


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Bibliografia

https://www.giustizia.it/giustizia/page/it/statistiche

https://www.rapportoantigone.it/diciannovesimo-rapporto-sulle-condizioni-di-detenzione/

Di Giuseppe, T., Perasso, G., Mazzeo, C., Maculan, A., Vianello, F., & Paoletti, P. (2022). Envisioning the future: A neuropsycho-pedagogical intervention on resilience predictors among inmates during the pandemic. Ricerche Di Psicologia. OpenAccess. Doi: https://doi.org/10.3280/rip2022oa14724 Link: https://journals.francoangeli.it/index.php/ripoa/article/view/14724

Maculan, M., Di Giuseppe, T., Vianello, F., Vivaldi, S. (2022) Narrazioni e risorse. Gli operatori del sistema penale minorile al tempo del Covid-19. Autonomie locali e servizi sociali, Quadrimestrale di studi e ricerche sul welfare. 2/2022, 349-365. Doi: https://doi.org/10.1447/105089 Link: https://www.rivisteweb.it/issn/0392-2278

Paoletti, P., Di Giuseppe, T., Lillo, C., Serantoni, G., Perasso, G., Maculan, A.,   & Vianello, (2022). La resilienza nel circuito penale minorile in tempi di pandemia: un’esperienza di studio e formazione basata sul modello sferico della coscienza su un gruppo di educatori. Narrare i Gruppi. Open Access. Link: https://www.narrareigruppi.it/index.php?journal=narrareigruppi&page=article&op=view&path%5B%5D=07.07.2022&path%5B%5D=pdf_214

Paoletti, P., Di Giuseppe, T., Lillo, C., Serantoni, G., Perasso, G., Maculan, A., & Vianello, F. (2023). Training spherical resilience in educators of the juvenile justice system during pandemic. World Futures, 1-18. Doi: https://doi.org/10.1080/02604027.2023.2169569 Link: https://www.tandfonline.com/doi/full/10.1080/02604027.2023.2169569

Paoletti, P., Perasso, G., Lillo, C., Serantoni, G., Maculan, A., Vianello, F., & Di Giuseppe, T. (2023). Practice of Silence to Promote Coping, Emotion Regulation, and Future Planning of Inmates During the COVID-19 Pandemic: A Qualitative Study. Journal of Offender Rehabilitation, manuscript ID 227310496. Doi: https://doi.org/10.1080/10509674.2023.2246449 Link:https://www.tandfonline.com/doi/full/10.1080/10509674.2023.2246449

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