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Stili di vita per il cervello

Invecchiare in salute e prevenire la demenza

L’invecchiamento della popolazione trascina con sé l’aumento della prevalenza delle malattie croniche, tra le quali un peso notevole rivestono le malattie neurologiche, che compromettono il movimento e le funzioni cognitive. Parliamo naturalmente di parkinsonismi e di demenze, che possono essere su base degenerativa, vascolare o mista.

Se i parkinsonismi compromettono il movimento, non è così per le demenze: solitamente intaccano da subito le abilità cognitive e compromettono la vita di relazione e le autonomie. In questo articolo scopriamo come contrastare la demenza.

Dottore, ho l’Alzheimer?

Quante volte mi sono sentita fare questa domanda! Si tratta di pazienti, a volte anche giovani, ma per lo più all’esordio dell’età anziana, se non addirittura novantenni, che si rendono conto che non “funzionano” più come prima: non ricordano nomi o dove ripongono gli oggetti, iniziano a fare qualcosa e si distraggono, così non ricordano più cosa si stessero accingendo a fare.

La chiave: saltuariamente

La chiave di lettura di questi fatti sta proprio nell’avverbio “saltuariamente”. Se è qualcosa che accade in misura non frequente e non compromette l’attività quotidiana, rientra nella perdita di performance che accompagna l’invecchiamento. L’anziano ha più difficoltà nel multitasking, nel ricordare nomi e soprattutto nel porre attenzione nelle azioni banali che ripete tutti i giorni, in modo da poterle poi ricordare: ho già preso oggi la pastiglia o era ieri? Ho già messo il sale nell’acqua? Oggi ho già messo il deodorante?

Rallentare e decongestionare

A questi piccoli, inevitabili fallimenti bisogna rispondere rallentando e decongestionando l’attività quotidiana, in modo da “vivere l’attimo” e riuscire a porre maggior attenzione ad ogni singola azione, svolgendone una alla volta. Oppure si può ricorrere a strategie banali, come tenere traccia di quel che si fa (è raccomandabile per l’assunzione di farmaci, viste anche le conseguenze di eventuali errori). Una cosa è certa: se questa situazione rimane relativamente stabile nel tempo non si tratta di Alzheimer o di altre forme di demenza. Il fatto stesso di rendersi conto di avere delle piccole difficoltà è un indicatore di buona capacità di giudizio e critica, che invece nelle demenze viene perduta. È semplicemente la conseguenza del cervello che invecchia.

La riserva cognitiva

Quel che però può fare la differenza sull’evoluzione della compromissione delle funzioni cognitive è la riserva cognitiva, che si sviluppa nel corso della vita grazie all’istruzione ma anche alla curiosità. Infatti, alcuni soggetti all’autopsia possono presentare segni avanzati di Alzheimer, pur non avendo manifestato durante la vita segni clinici di demenza. Grazie all’ampia riserva cognitiva e la plasticità cerebrale, sono stati in grado di contrastare il danno e continuare a funzionare adeguatamente. Infatti, la riserva cognitiva assicura al cervello la capacità di trovare soluzioni e circuiti di connessione alternativi di fronte a un ostacolo, in modo da poter risolvere di volta in volta ogni problema.


  • LA PLASTICITÀ CEREBRALE

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Mantenere un cervello performante dipende anche da te

Nonostante l’inevitabile perdita di cellule e connessioni, che si verifica a causa dell’invecchiamento del nostro cervello, lo stile di vita è importante nell’assicurare che il nostro cervello si mantenga ben funzionante. I ricercatori della Harvard Medical School hanno identificato le abitudini dello stile di vita più importanti da rispettare, e che tipicamente ritroviamo nelle culture dei centenari (per esempio, gli abitanti di Okinawa, gli Avventisti):

  • Consumare prevalentemente o esclusivamente cibi vegetali: cereali, legumi, verdura, frutta e frutta secca-semi oleaginosi.
  • Svolgere regolare attività fisica, come passeggiate, yoga e tai-chi.
  • Dormire a sufficienza: la quantità di sonno è individuale, ed è quella che permette di sentirsi riposati e attivi durante la giornata.
  • Mantenere relazioni sociali.
  • Ridurre lo stress: con metodi naturali, come la meditazione e il contatto con la natura.
  • Mantenere attivo il cervello, stimolandolo con le attività preferite: lettura, cruciverba, studio, conversazioni, hobbies, ascoltare musica, suonare uno strumento, dipingere.

La qualità della vita, in tutta la sua durata, è fortemente dipendente dalle nostre funzioni mentali. Se invecchiare è inevitabile, contrastare gli effetti dell’invecchiamento sul nostro cervello è assolutamente possibile, iniziando da subito con uno stile di vita sano che favorisca la salute globale e la miglior funzionalità di tutti i nostri organi.

Luciana BaroniLuciana Baroni è Neurologo, Geriatra, Fisiatra, Nutrizionista esperta in alimentazione a base vegetale. Socio fondatore e Presidente in carica di S.S.N.V. Ideatrice del metodo del PiattoVeg.
IG @dr_luciana.baroni

 

 


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Sitografia
  • https://www.health.harvard.edu/mind-and-mood/building-a-cognitive-reserve-offers-brain-protection-in-old-age
  • https://www.health.harvard.edu/mind-and-mood/what-is-cognitive-reserve
  • https://www.health.harvard.edu/mind-and-mood/protecting-against-cognitive-decline
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