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Amigdala

Che cos’è e che funzione ha l’amigdala?

L’amigdala è una formazione di sostanza grigia che prende il suo nome dalla forma ovale che la caratterizza: amygdalē significa mandorla in greco antico. L’amigdala è parte del sistema limbico e riveste un ruolo determinante nella nostra psicologia per quanto riguarda la gestione delle emozioni, avendo la funzione di memoria emozionale e di valutazione emotiva delle situazioni. Gli input sensoriali raggiungono dapprima il talamo e, da qui, una biforcazione li porta da un lato all’amigdala e dall’altro alla neocorteccia. Grazie a questo percorso cerebrale, è possibile per l’amigdala rispondere agli impulsi prima ancora della neocorteccia.

Quando l’amigdala valuta una situazione come pericolosa può, quindi, inviare segnali di allarme alle principali aree del cervello, scatenando le così dette “reazioni di combattimento o fuga”, che portano a comportamenti impulsivi, tipicamente i casi in cui abbiamo l’impressione di “agire senza pensare”. Se queste reazioni sono indispensabili in situazioni di effettivo pericolo, esse diventano problematiche quando si verificano in modo sproporzionato rispetto a ciò che si sta vivendo.

Le reazioni sproporzionate dell’amigdala sono di fatto molto frequenti per noi esseri umani che viviamo una vita moderna con un cervello evoluto in relazione ad ambienti ben più pericolosi. Ciò rende più che mai necessario l’educazione dell’Intelligenza Emotiva.

Dove si trova l’amigdala?

Negli esseri umani l’amigdala si trova sopra il tronco cerebrale, nella parte inferiore del sistema limbico. Si tratta, in effetti, di due strutture, una per ciascun emisfero. Rispetto a tutti gli altri primati, l’amigdala è particolarmente voluminosa negli esseri umani. Come abbiamo visto, l’amigdala è specializzata nelle questioni emozionali: quando viene resecata dal resto del cervello o danneggiata, il risultato è una chiara incapacità di valutare il significato emozionale degli eventi.

È possibile educare l’amigdala?

Il funzionamento dell’amigdala dipende in gran parte dalla sua relazioni con altre parti del cervello, specialmente la corteccia prefrontale e, nello specifico, il lobo prefrontale sinistro, nel quale si trova una sorta di “interruttore” in grado di smorzare le reazioni di allarme. Ciò indica la necessità di educare sé stessi all’armonizzazione tra la mente e il cuore, attraverso lo sviluppo di quella che viene chiamata Intelligenza del cuore, ovvero capacità di autoconsapevolezza e gestione delle emozioni.

Il punto di vista di Pedagogia per il Terzo Millennio

In Pedagogia per il Terzo Millennio molta attenzione viene dedicata all’educazione delle emozioni e alla loro regolazione, che risulta tanto più efficace quanto più precocemente viene intrapresa. In questo metodo pedagogico si pone l’accento sullo sviluppo armonico delle tre parti principali dell’uomo: istintiva, emotiva e razionale, che corrispondono anche ai così detti cervello rettile, limbico e corticale. Un processo educativo globale, che tenga conto delle diverse parti del cervello e delle loro interazioni reciproche, favorirà maggiore equilibrio e integrazione tra mente ed emozioni.

Per approfondire: Patrizio Paoletti, Crescere nell’eccellenza, Armando Editore, 2008

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