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Consapevolezza: allenare l’osservazione di sé, l’attesa e l’attenzione

L’intervento di Patrizio Paoletti ad I.C.O.N.S.

Rivediamo l’intervento di Patrizio Paoletti ad I.C.O.N.S. Conferenza Internazionale sulla Neurofisiologia del Silenzio, dal titolo “Silenzio e sé osservante alla luce del Modello Sferico della Coscienza”, che si sofferma sull’importanza della consapevolezza, attenzione, attesa e auto-osservazione, anche in relazione allo strumento del Quadrato Motor Training (QMT).

L’allenamento della consapevolezza

In questo intervento ad I.C.O.N.S. Conferenza Internazionale sulla Neurofisiologia del Silenzio (2021), Patrizio Paoletti spiega come possiamo osservare il funzionamento della nostra mente dall’esterno e scoprire di possedere un Sé Osservante, in grado di non essere identificato con il Sé Minimo o il Sé Narrativo, garantendoci una neutralità che permette di rispondere agli stimoli della vita quotidiana in maniera più attenta e adattiva. Questa consapevolezza ci aiuta a fare chiarezza nella confusione e imparare ad eliminare la sensazione di tensione, che può portare a risposte automatiche, anche violente.

Il QMT nel Modello Sferico della Coscienza

Patrizio Paoletti approfondisce l’importanza del Quadrato Motor Training, come:

  • esercizio per interfacciarsi al meglio alla relazione con “qualcuno che mi chiede di fare qualcosa al di fuori di me”, che descrive la condizione basilare e quotidiana della nostra vita;
  • allenamento all’attesa, come rivoluzione della nostra consapevolezza, che supera il rapporto diretto e automatico fra sollecitazione e risposta, permettendo un più completo ed efficace percorso sollecitazione-pausa-comprensione-risposta.

Paoletti presenta il QMT nella cornice teorica del Modello Sferico della Coscienza, una mappa per la consapevolezza che descrive l’elaborazione umana degli elementi tempo, spazio ed emozioni e della relazione fra questi. Paoletti spiega la percezione delle varie direzioni del movimento nello specifico training, compresa quella della diagonale, che stimola un dialogo molto particolare e intenso fra gli emisferi cerebrali. Illustra anche i benefici scientificamente provati del QMT in termini di sviluppo del tessuto cerebrale, dopo un periodo di 90 giorni di pratica, grazie alle straordinarie capacità plastiche del cervello.

L’importanza dell’attesa e dell’attenzione 

Nel suo intervento, Patrizio Paoletti descrive l’importanza dell’attesa come sfida personale e collettiva, nel particolare allenamento del Quadrato Motor Training. L’attesa diventa capacità di resistere allo stimolo di fare per forza qualcosa, anche se questa non è davvero utile ai nostri obiettivi.

Il Quadrato Motor Training, nella sua semplicità, garantisce la sperimentazione di quello stress necessario per innescare un livello di attenzione dinamico e proattivo, per un proficuo allenamento cognitivo. Paoletti introduce ai quattro livelli dell’attenzione: automatica, identificata, focalizzata e divisa. I primi due livelli risultano connessi all’asse del tempo, all’etichettatura degli eventi e alle nostre azioni reattive, rispondendo alle domande: Che cos’è? Cosa devo fare? Cos’è questa situazione? L’attenzione focalizzata invece ribalta la prospettiva, rispondendo alla domanda: Che cosa voglio da questa situazione? Un ulteriore passaggio di consapevolezza permette di trasformare la domanda in: Qual è la situazione che voglio?

L’auto-osservazione per una salute globale

Il QMT facilita le capacità di osservazione di sé, all’interno della teoria del Sé Osservante, proposta da Deikman nel 1982, che descrive l’indipendenza metacognitiva tra contenuti e processi della coscienza. Il Sé Osservante è in grado di essere testimone neutro di pensieri, emozioni ed esperienze, ovvero sia della narrazione costante del Sé Narrativo, con il suo bisogno di interpretare gli eventi e codificarli in maniera coerente, sia della sensazione che abbiamo di noi stessi, nel qui e ora. Il Sé Osservante ci permette una distanza da condizionamenti, pensieri, emozioni e sensazioni del corpo. Ci allena alla flessibilità, permette di affrontare meglio le difficoltà e di non imprigionarci in un’autodefinizione statica, dandoci invece l’opportunità di un sano continuo cambiamento.

Nel video, Patrizio Paoletti descrive anche la mindfulness come un allenamento a un’auto-osservazione senza reazione, attaccamento o giudizio, in grado di ridurre la reattività negativa quotidiana, anche all’interno della triade distacco-distanza-determinazione. Un profondo stato di rilassamento, supportato dal silenzio, porta i praticanti a una benefica distanza dal Sé Minimo e dal Sé Narrativo, permettendo una capacità nuova di autodeterminarsi e la risoluzione di alcuni “nodi neurali”.

Patrizio Paoletti ci ricorda come, sviluppando il Sé Osservante, diveniamo consapevoli di “non poter fare molto, ma di poter fare quel poco che diventa tutto per noi”, in un sentiero cosciente verso una salute globale.

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