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La gentilezza per la creatività

La gentilezza come capacità di accogliere è un ingrediente prezioso

La gentilezza come capacità di accogliere è un ingrediente prezioso per il benessere psicofisico, che crea le condizioni positive per favorire la creatività e il cambiamento. Qual è la forza dolce della gentilezza e come può aiutare gli adolescenti a crescere in serenità?

1. La gentilezza per il cambiamento e la creatività

Quando siamo gentili, il nostro cervello rilascia endorfine e ossitocina, facendoci sentire bene. La gentilezza è correlata a un’elevata attività della corteccia temporale superiore, dove favorisce nuove connessioni neuronali, promuovendo la neuroplasticità. Essere accoglienti e gentili, verso noi stessi e gli altri, diminuisce lo stress, favorendo la calma, la percezione di felicità e la gratitudine. Riservarci una flessibilità accogliente è fondamentale soprattutto nei momenti di transizione, in cui il cambiamento, esteriore e interiore, è massimo. Ogni trasformazione è sempre un periodo di grandi sfide e, parallelamente, di opportunità, che mescolano paure e speranze. Accogliere entrambe, sviluppando tolleranza e resilienza, è essenziale per affrontarla in modo positivo.

2. Adolescenza, creatività e gentilezza

Il momento di transizione per eccellenza, nella nostra vita, è l’adolescenza, in cui la personalità si struttura nell’esplorazione e nella sperimentazione, ma l’autostima e l’autoefficacia sono spesso fragili. Per rafforzarle, l’accoglienza gentile è un potente alleato. L’adolescenza è anche la stagione della creatività, in cui ci si crea in una maniera nuova, rinascendo come adulti. La spinta e il pensiero creativo sono massimi, riflettendosi in uno spiccato coinvolgimento della corteccia prefrontale nella risoluzione dei problemi. L’espressione creativa è favorita dalla gentilezza, che crea un ambiente adatto all’esplorazione, accogliente e disteso. Se la gentilezza favorisce la creatività, è vero anche il contrario: la creatività può essere un’occasione di gentilezza. Quando siamo gentili verso noi stessi, ci permettiamo di essere creativi, e così fiorire e sviluppare i talenti, e diveniamo più accoglienti verso gli altri, più disponibili a coltivare collaborazioni e relazioni autentiche e positive.

 


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3. Il silenzio come spazio creativo

Come allenarsi all’accoglienza gentile? Per creare qualcosa di nuovo ci vuole uno spazio vuoto e accogliente, come una tela bianca per il pittore ispirato. Lo spazio più prezioso è quello interiore, dove la miccia della creatività può accendersi, indisturbata dall’iperstimolazione esterna. Questo spazio vuoto interiore, che si riempie di possibilità, si apre nel silenzio. Nel brusio di notifiche, iperconnessione e stress, il silenzio è un’occasione per rigenerarsi e tornare al proprio centro, consapevoli. Nel silenzio possiamo ascoltarci, con gentilezza, accogliendo i messaggi profondi di pensieri, emozioni e sensazioni corporee.

Possiamo prenderci cura di noi, spostando l’attenzione dal mondo, coi suoi molti richiami, verso l’interno, ai nostri sogni e bisogni. Il silenzio consapevole non è una fuga ma un incontro, con la parte più intima e vera di noi stessi. Puoi ascoltare qui l’intervista a Tania Di Giuseppe dell’Istituto RINED della Fondazione Patrizio Paoletti, sull’importanza della scelta intenzionale del silenzio. Il suo ruolo è importante a tutte le età, dal gioco solitario del bambino alla meditazione nell’adulto. Nell’adolescenza, il silenzio può essere un efficace strumento che partecipa al necessario equilibrio tra esplorazione e introspezione, permettendo la crescita.

4. Come fare per educare gli adolescenti alla via gentile del silenzio?

La migliore educazione passa sempre tramite l’esempio. Il primo passo che possiamo fare per educare un adolescente alla gentilezza è quindi essere gentili, noi per primi. Lo stesso vale per la creatività e il silenzio consapevole: praticarli ci aiuta a trasmetterli e condividerli. Ci sono varie strategie per favorire la creatività con gentilezza, come passeggiare o modulare restrizioni e ricompense. Una via per potenziarla è proprio la meditazione e il silenzio. Possiamo provare a fare qualche semplice esercizio di mindfulness e creatività, insieme ai ragazzi. Si può proporre un’attività a tre step, perfetta anche per un lavoro di gruppo con adolescenti:

  1. Pratica meditativa: possiamo scegliere di stare in semplice silenzio, ascoltando i suoni vicini e lontani, con l’attenzione al respiro. Oppure possiamo seguire, per esempio, le meditazioni guidate gratuite di Fondazione Patrizio Paoletti.
  2. Momento creativo, dopo la meditazione. Scriviamo una piccola poesia per elaborare l’esperienza tramite la scrittura. Oppure possiamo fare un disegno, prediligendo i colori e le linee spontanee, per la libera espressione delle emozioni.
  3. Condivisione: possiamo infine leggere la poesia o mostrarci vicendevolmente il disegno, per scambiarci impressioni ed esperienze.

In questo tipo di attività meditativa e creativa, la gentilezza è essenziale e si traduce in accoglienza e non giudizio. Aiuta vivere l’esperienza con la giusta leggerezza (che non è superficialità) e con un approccio piacevole e ludico. Nel buon gioco, infatti, tutti impariamo: bambini, adulti e adolescenti. Qualsiasi poesia o disegno nasca è una preziosa e unica espressione del mondo interiore e, come tale, da apprezzare e valorizzare. Anche ogni singola “distrazione” nella fase meditativa è da accogliere. Il pensiero che passa, distogliendoci dall’ascolto dei suoni o dal respiro, spesso diventa più costruttivo, influenzato dalla modalità meditativa.

La meditazione non è vedere un cielo limpido, senza macchia di nuvole: è, piuttosto, scorgere sempre quel cielo azzurro e tranquillo, tra le nuvole. Guardandolo con uno sguardo gentile, potremo forse scoprire che quelle nubi suggeriscono nuove possibili forme per ciò che desideriamo, se le lasciamo scorrere al vento del cambiamento. Quel vento soffia forte per i ragazzi: ogni nuvola è transitoria e a suo modo preziosa, mentre nel loro cielo brillano costellazioni uniche.

Coltivare gentilezza dentro, permetterà di esprimerla smepre più anche fuori, nelle relazioni con gli altri. L’orientamento sarà alla scoperta di quelle costellazioni uniche che sono le aspirazioni più autentiche dell’individuo e degli insiemi. Scoprirle, a tutte le età, è la grande avventura del crescere e vivere, che Fondazione Patrizio Paoletti sostiene. Se vuoi contribuire anche tu alla ricerca neuropsicopedagogica e ai progetti per la salute globale, puoi donare il 5×1000 per la ricerca a servizio dell’umanità. Spesso la gentilezza non costa nulla, ma il suo impatto va oltre il raggio diretto dello sguardo ed è potenzialmente infinito.

 


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Bibliografia
  • Dambrun M., Ricard M. (2011). Self-centeredness and selflessness: A theory of self-based psychological functioning and its consequences for happiness. Review of General Psychology, 15, 138–157. doi:10.1037/a0023059
  • Fryburg, D. A. (2022). Kindness as a stress reduction–health promotion intervention: a review of the psychobiology of caring. American journal of lifestyle medicine16(1), 89-100.
  • Kleibeuker, S. W., Koolschijn, P. C. M., Jolles, D. D., Schel, M. A., De Dreu, C. K., & Crone, E. A. (2013). Prefrontal cortex involvement in creative problem solving in middle adolescence and adulthood. Developmental cognitive neuroscience5, 197-206.
  • Mathers, N. (2016). Compassion and the science of kindness: Harvard Davis Lecture 2015. British Journal of General Practice66(648), e525-e527.
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