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I segni epigenetici della violenza sulle donne

Epigenetica, la ricerca scientifica per una medicina personalizzata e di precisione

La violenza contro le donne è un problema sociale pervasivo e allarmante, con profonde ripercussioni sul benessere delle vittime. Nel contesto dell’Unione Europea è sconcertante come una significativa percentuale di donne, almeno una su tre, facciano esperienza di tale violenza. Gli studi in campo scientifico relativamente a questo tema includono nel concetto di violenza contro le donne sia abusi sessuali, sia violenza domestica da parte del partner. Di questo argomento, così come di altri, si è occupato il convegno Women Minding Their Own Business, evento finale del Gender Equality Plan, progetto dell’Università della Tuscia di Viterbo. Al convegno ha partecipato Fondazione Patrizio Paoletti con un intervento incentrato sulle conseguenze della violenza sulla salute femminile. Il tema dell’intervento si è focalizzato sugli studi relativi agli effetti epigenetici della violenza contro le donne.

L’impatto psicofisico della violenza sulle donne

Le donne che sperimentano tale violenza e sopravvivono sviluppano nel tempo patologie di vario tipo sia a breve e a lungo termine. Dal punto di vista fisico sono frequenti casi di patologie cardiologiche, malattie infiammatorie, autoimmuni e sindrome del dolore cronico. Al tempo stesso le donne soggette a violenza sviluppano aumento dell’ansia e dello stress, sindrome da stress post-traumatico e depressione. Fino a sviluppare comportamenti nocivi come l’abuso di sostanze e l’autolesionismo.

Alcuni studi incentrati sul tema del trauma e dell’abuso in generale stanno iniziando a dare risultati anche nel campo della violenza di genere. Le patologie osservate sembrano essere legate a mutamenti delle funzioni del genoma, che viene profondamente influenzato dall’evento violento attraverso alterazioni epigenetiche. Gli studi specifici in questo campo sulla violenza di genere sono ancora un numero esiguo ma tutti tendono a mostrare cambiamenti nella metilazione del DNA.

Il ruolo fondamentale dell’epigenetica

Come è ormai noto, fattori ambientali come le abitudini e gli stili di vita possono influenzare i meccanismi epigenetici, alterando l’attività di molti geni. Nel caso della violenza contro le donne, i cambiamenti nella metilazione del DNA in molte regioni genomiche possono essere considerati delle vere e proprie cicatrici. Gli studi sottolineano, dunque, l’importanza di indagare l’epigenetica al fine di identificare “marcatori epigenetici” che possano essere tradotti in farmacologia di precisione e pratiche cliniche idonee.

Alterazioni epigenetiche sono state riscontrate, ad esempio, in molti geni legati alla risposta allo stress, come ADCYAP1, che regola l’asse HPA e la produzione di cortisolo. L’aumento di quest’ultimo è fortemente collegato a diverse patologie di tipo cardiovascolare e metabolico.

Geni coinvolti nelle funzioni immunitarie mostrano alterazioni della metilazione del DNA, che determinano un’eccessiva produzione di fattori infiammatori, come le citochine pro-infiammatorie.

Anche diversi geni legati a funzioni cerebrali hanno mostrato differenze nella metilazione del DNA, tra cui BDNF, DRD2 e MAOA. BDNF, come noto, è uno dei fattori più importanti nello sviluppo neuronale e nella plasticità sinaptica, processo fondamentale per l’adattamento a condizioni ambientali mutevoli. DRD2 e MAOA codificano, rispettivamente, un recettore per la dopamina e un enzima metabolico coinvolto nell’inattivazione di molecole come dopamina e serotonina, tra i principali neurotrasmettitori. È concepibile, dunque, che questi cambiamenti possano spiegare anche i disordini mentali e comportamentali delle donne soggette a violenza e abusi.

Perché gli studi di epigenetica nel caso della violenza sulle donne sono importanti?

Innanzi tutto, sappiamo che l’epigenetica è reversibile e i segni lasciati sul DNA possono essere cancellati. Ad esempio, la moderna farmacologia ha già sviluppato in passato alcuni cosiddetti “epi-farmaci” nel caso di patologie gravi come il cancro. Inoltre, sono sempre più numerose le indicazioni di cambiamenti epigenetici positivi in seguito a trattamenti non farmacologici come le psicoterapie e le pratiche mente-corpo. La seconda caratteristica dell’epigenetica è che essa conferisce un’impronta unica all’individuo per cui parliamo non di un epigenoma ma di “n” epigenomi, aprendo la strada alla medicina di precisione. Qualunque tipo di intervento potrebbe, perciò, essere potenzialmente personalizzato sulla strada della resilienza e della guarigione.

Nonostante queste importanti implicazioni, gli studi sull’epigenetica nelle donne vittime di violenza continuano ad essere molto difficili da condurre. Queste donne sono spesso traumatizzate e vulnerabili, fisicamente e psicologicamente, per cui accettano con difficoltà di entrare a far parte di un gruppo oggetto di ricerca. L’abbandono del gruppo è, inoltre, molto frequente ed è molto difficile convincerle a tornare con regolarità nei centri che effettuano le ricerche.

Lo scopo della ricerca epigenetica nel caso della violenza di genere

È importante, dunque, augurarsi che in futuro sia possibile incrementare gli studi di epigenetica, il cui scopo sarebbe anche di individuare marcatori specifici di questo tipo di trauma. Questo permetterebbe di rafforzare le pratiche di cura per promuovere terapie più empatiche e personalizzate e un supporto a lungo termine al processo di guarigione. Tenere conto delle diversità di ogni donna e ogni situazione aiuterebbe a realizzare il pieno benessere olistico e la salute globale di ogni donna vittima di violenza.

Sabrina Venditti, ricercatrice presso il Dipartimento di Biologia e Biotecnologie Charles Darwin della Sapienza Università di Roma.

Bibliografia
  • Bailo P. et al. (2024) Epigenetics of violence against women: a systematic review of the literature. Environ Epigenet. 10(1):dvae012.
  • Gonzáles-Martínez C. et al. (2024) Epigenetic changes produced in women victims of intimate partner violence: a systematic review. Women’s Health 20, 1-12.
  • Piccinini A. et al. (2023) Violence against Women and Stress-Related Disorders: Seeking for Associated Epigenetic Signatures, a Pilot Study. Healthcare 11(2):173.

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