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Neurobiologia della Bellezza

Neuroscienze, estetica e prevenzione

Le neuroscienze evidenziano l’importanza della partecipazione culturale per il benessere individuale, mostrando come eventi culturali influenzino l’attività, la struttura e la biochimica cerebrale, in particolare le aree del piacere e della ricompensa. La neuroestetica studia l’attivazione di specifiche strutture neurali e la regolazione dei neurotrasmettitori legati alla bellezza e al benessere. Sebbene la bellezza resti un’esperienza soggettiva, le neuroscienze investigano i meccanismi neurali coinvolti nell’esperienza estetica. Le tecniche di brain imaging rivelano l’attivazione della corteccia orbitofrontale e del nucleo caudato durante l’elaborazione di stimoli piacevoli, collegando la bellezza all’amore romantico. Inoltre, i neuroni specchio nel lobo frontale permettono empatia e apprendimento osservazionale, contribuendo all’interazione sociale e alla comprensione delle emozioni altrui. Queste scoperte ampliano la comprensione dei processi cerebrali legati all’esperienza estetica e al comportamento sociale.

Il contributo delle neuroscienze per il welfare culturale

Il ruolo delle neuroscienze è molto importante per sensibilizzare verso le tematiche inerenti all’importanza della partecipazione culturale per il benessere di un individuo. Gli studi scientifici possono dimostrare come prendere regolarmente parte ad eventi culturali possa influenzare l’attività, la struttura e la biochimica delle strutture celebrali responsabili del piacere e della sensazione di ricompensa. L’indagine dei dati neurali permette di accertare se la ripetuta esposizione a stimoli artistici abbia particolari effetti sul cervello. Se attivi delle particolari strutture nervose o ne aumenti la connettività, regoli il rilascio di neurotrasmettitori o indichi un aumento del volume della corteccia celebrale in specifici settori.

La neuroestetica

Ad oggi, i neuroscienziati sono riusciti ad approfondire solo alcuni aspetti riguardanti le strutture neurali dedicate alla bellezza e alla percezione di benessere. Questi ambiti sono alla base della disciplina nota come neuroestetica, che

nasce per capire qualcosa di più su come funziona il cervello, non per dire che cosa sia la bellezza, che è un’esperienza astratta, non dimentichiamolo. La neurobiologia permette di indagare i meccanismi cerebrali responsabili di ciò che proviamo osservando uno splendido quadro, ascoltando una musica appassionante o anche in situazioni più raffinate, come succede ai matematici, davanti al piacere estetico di formule e teoremi. Come ricercatori in neurobiologia non possiamo definire la bellezza, poiché essa non è qualcosa che si possa formalizzare facendo degli esperimenti e osservandone i risultati, come il metodo scientifico richiede. Tuttavia, possiamo porci una semplice domanda: quali sono i meccanismi neurali che sono coinvolti nell’esperienza della bellezza. Così facendo si aprono nuovi orizzonti nella comprensione dei meccanismi neuronali implicati in un’esperienza che ha un’enorme importanza per gli esseri umani. Per noi, è questo l’importante. Allo stesso tempo, però non si può escludere che i risultati che otteniamo ci dicano anche qualcosa sulla bellezza, per chi ha orecchi per sentire[1].

Neuro-anatomia del godimento della bellezza

Quando un soggetto partecipa ad un evento culturale, o gode di un’opera d’arte, si attivano una serie di stimoli. A questi stimoli corrispondono precise attività cerebrali, variazione delle loro connettività e rilascio di sostanze neurochimiche. È possibile analizzare ciò che accade nel cervello grazie a delle tecniche generalmente utilizzate per la diagnostica clinica.

Grazie a queste strumentazioni, si è osservato come la valutazione, l’elaborazione e la scelta di un qualcosa che piace, stimolano i centri cerebrali del piacere e della ricompensa, come la corteccia orbitofrontale e il nucleo caudato. Quando l’attività neuronale in un’area cerebrale è particolarmente alta, aumentano in essa la circolazione del sangue e il metabolismo. Pertanto le tecniche di brain imaging ci forniscono un’indicazione delle aree cerebrali che si attivano quando il soggetto compie una certa azione o è esposto ad un determinato stimolo. La corteccia orbitofrontale è situata nella parte frontale del cervello ed è molto importante poiché è la zona relazionata alla personalità, alle emozioni ed alla condotta sociale.

Essendo connessa al sistema limbico e all’amigdala, la corteccia orbitofrontale articola le emozioni relative alle condotte sociali quali, ad esempio: aggressività, mancanza di rispetto, saper convivere favorendo adeguate interazioni con gli altri. Qui sembra si possa localizzare anche una sorta di “sistema di sorveglianza”. Grazie a questo il soggetto cerca di comportarsi nel modo giusto in base al contesto in cui si trova. Dalla corteccia orbitofrontale dipendono anche le condotte che si mettono in atto in base alle ricompense o alle punizioni che si ricevono. Il nucleo caudato, invece, si trova vicino al centro del cervello e le sue funzioni sono correlate all’apprendimento, alla memoria e al controllo motorio. Durante le analisi, i ricercatori hanno osservato che il nucleo caudato aumentava la propria attività in proporzione alla bellezza visiva percepita di un dipinto.

I ricercatori in passato avevano scoperto che il nucleo caudato era collegato all’amore romantico, suggerendo che esiste un collegamento neurale per il rapporto tra bellezza e amore. Da menzionare è anche l’attività dei neuroni specchio, situati per buona parte nel lobo frontale. Questi si attivano involontariamente sia quando un individuo esegue un’azione finalizzata, sia quando lo stesso individuo osserva la medesima azione finalizzata compiuta da un altro soggetto. I neuroni specchio permettono di entrare in empatia con la persona che svolge l’azione, ma anche imparare quell’azione per poi imitarla.

 


  • LA PLASTICITÀ CEREBRALE

    Una nuova visione del cervello


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Neuro-estetica e Prevenzione della Neurodegenerazione

Nel progetto AIDA – Alzheimer patients Interactions through Digital and Arts, finanziato dall’Unione Europea, Fondazione Patrizio Paoletti è impegnata nell’applicazione sociale della ricerca neuroscientifica. L’iniziativa mira a indagare come la fruizione di esperienze di bellezza agisca da fattore protettivo e preventivo rispetto alla neurodegenerazione. Maggiori informazioni sono offerte qui: https://fondazionepatriziopaoletti.org/i-video-sulla-neurodegenerazione/presentazione-progetto-aida/

 

[1] DA ROLD, C., Cervello e bellezza. Intervista a Semir Zeki, Scienzainrete. Il gruppo 2003 per la ricerca scientifica, https://www.scienzainrete.it/articolo/cervello-e-bellezza-intervista-semir-zeki/cristina-darold/2017-12-04

 


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Bibliografia
  • Tom Blackwell, https://flic.kr/p/88vUCB

 

Giorgia Marchionni - European Grants International Academy | LinkedIn

Giorgia Marchionni è Coordinatrice e Project Manager del CRHACK LAB. Dopo la laurea triennale in Beni e Attività Culturali (Università degli Studi di Perugia), ha conseguito la laurea magistrale in Management dei Beni culturali (Università degli Studi di Macerata) e il diploma presso la Scuola di Specializzazione in Beni Storico Artistici (Università degli Studi di Macerata). Lavora a progetti nazionali ed internazionali nell’ambito del Patrimonio Culturale, accessibilità e inclusione, come ACCEASY-Easy to Read, Easy to Access che che mira ad aprire il patrimonio culturale alle persone con disabilità intellettiva e di usare il patrimonio culturale come strumento per promuovere l’inclusione sociale.

AIDA- Alzheimer patients Interaction through digital and Art, che mira a creare una metodologia per aiutare le persone con Alzheimer e i loro caregiver, utilizzando l’arte e il digitale.ArteMIA-L’Arte come Mezzo per l’Inclusione e l’Accessibilità, che ha l’obiettivo di creare una guida museale realizzata da persone con disabilità cognitive. Inoltre è attivamente coinvolta in attività incentrate sulla promozione del Patrimonio Culturale.

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