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Insieme per maturare un’ottica multidisciplinare

Intervista a Giulia Perasso, Ricercatrice RINED – Dipartimento di Psicologia

Puoi dirci qualche parola su di te e il tuo percorso in Fondazione Patrizio Paoletti?

Collaboro con la Fondazione Patrizio Paoletti dal 2021. Sono una psicologa e una psicoterapeuta in formazione. Dopo aver conseguito il mio dottorato di ricerca, ho sentito la necessità di portare l’expertise maturato in università al di fuori dell’ambito accademico e di portare queste conoscenze nel mondo.

Con la Fondazione Patrizio Paoletti ho potuto affiancare la ricerca ad azioni volte al benessere degli individui e delle comunità, esplorando in modo diretto obiettivi e ipotesi e riscontrando in modo diretto quanto intervenire a sostegno di popolazioni che attraversano una crisi possa fare la differenza. In più, il percorso in Fondazione Patrizio Paoletti è stato per me fondamentale per maturare un’ottica multidisciplinare, dove la psicologia incontra le neuroscienze, la pedagogia e la sociologia, per generare ipotesi ed approcciare i fenomeni tenendo conto in modo olistico di diverse sfumature di comportamenti, pensieri, costrutti.

Sottolineo, inoltre, due particolari momenti salienti nel mio percorso con l’ente: lo svolgimento di una Round Table internazionale e lo svolgimento di un seminario di Studi presso l’Università di Genova (Dipartimento di Giurisprudenza) dove sono docente a contratto in psicologia dello sviluppo.

Il 19 Gennaio del 2022, abbiamo svolto una tavola rotonda internazionale online dal titolo “Resilience for the Future”, per la promozione della resilienza durante l’emergenza sanitaria globale. Qui ho avuto il piacere di fare da “chair” e condurre un interessante dibattito tra accademici ed esperti di resilienza di diverse parti del mondo: Canada, Kosovo, Francia, Kenya, Israele, Turchia, India e Stati Uniti. Ci siamo chiesti insieme “cos’è la resilienza e come è cambiato questo costrutto con la pandemia globale?”.

E’ stato un momento molto stimolante per la nostra equipe di ricerca, per confrontarci con università e laboratori di altre parti del mondo, e arricchirci attraverso il contributo di studiosi che, con il loro background teorico ed empirico, ci hanno aiutato a raggiungere 4 insight fondamentali sulla resilienza: la resilienza è influenzata dai nostri substrati neurali, è un processo legato all’interconnessione umana, dovrebbe essere insegnata nelle scuole di tutto il mondo e può essere allenata tramite specifiche tecniche (come Le Dieci Chiavi della Resilienza).

Le idee emerse da questa tavola rotonda sono state raccontate in un opinion paper, scritto in collaborazione con i partecipanti alla round table, che potete ritrovare su Frontiers in Psychology, con il titolo “What can we learn from the Covid-19 pandemic?”. Il 15 Marzo del 2023, invece, abbiamo svolto un seminario all’università di Genova, per gli studenti del corso triennale in Servizio Sociale, intitolato “PROMUOVERE LE RISORSE POSITIVE DELLA COMUNITÀ PENITENZIARIA”. In questa occasione abbiamo potuto condividere con i giovani assistenti sociali in formazione, i risultati delle nostre ricerche su resilienza, regolazione emotiva e meditazione silenziosa svolte presso il Carcere di Padova. Inoltre, durante l’evento abbiamo condiviso con i ragazzi “Le Dieci Chiavi della Resilienza, creando un’occasione non solo di esposizione dei risultati empirici ottenuti, ma anche un dialogo e un’esperienza diretta sulle pratiche connesse alla possibilità di trasformare in opportunità i momenti di avversità.

Quali sono i tuoi interessi di ricerca in generale?

I miei interessi di ricerca si inscrivono nella cornice della psicologia dello sviluppo. Durante il dottorato mi sono occupata dei dati internazionali del sondaggio Health Behavior in School Aged Children (promossi dall’OMS e dall’ISS), monitorando i comportamenti di rischio e prevaricazione tra gli adolescenti (fascia 11-15). Spesso nel mio percorso la psicologia dello sviluppo ha incontrato l’ambito healthcare. Ho collaborato anche ad alcuni progetti dell’Ospedale Gaslini, condotti tramite la Onlus Il Porto dei Piccoli di Genova, sull’ansia da ospedalizzazione infantile. Sempre in campo evolutivo e legato alla salute, ho collaborato con la Fondazione David Chiossone di Genova in un progetto di ricerca volto ad aumentare l’aderenza al trattamento nei bambini con disabilità visiva.

Tuttavia, è con la Fondazione Patrizio Paoletti che ho scoperto nuovi e stimolanti orizzonti di applicazione delle mie expertise, come ad esempio le popolazioni colpite da emergenze (sisma del Centro Italia, sisma della Turchia, la scuola durante la pandemia) o in situazioni di fragilità/crisi (il circuito penale, il circuito penale minorile, i genitori rifugiati dall’Ucraina).

Riassumendo dunque, tramite key words, i miei interessi di ricerca, i termini sarebbero i seguenti: adolescenza, età evolutiva, comportamenti di rischio, comportamenti legati alla salute, healthcare, resilienza, regolazione emotiva, auto-compassione, auto-determinazione, coping, stress, psicologia dell’emergenza.

Di cosa ti stai occupando in questo momento e perché è importante?

In questo momento sto seguendo diverse linee di ricerca:

La realizzazione e revisione di uno studio qualitativo relativo all’intervento a sostegno della popolazione terremotata della Turchia, in collaborazione con l’Anadolu University, attualmente inviato alla rivista peer-reviewed Social Development.

– La realizzazione di studi legati alle precedenti edizioni di Prefigurare il Futuro, concentrandomi non solo sulla popolazione degli adolescenti, ma analizzando anche quella degli insegnanti. In particolare, ho ottenuto interessanti risultati sulla relazione tra frequenza della meditazione, regolazione emotiva e coping negli insegnanti che hanno partecipato alle edizioni del 2022 e del 2023. I risultati offrono una prospettiva olistica sull’impatto del progetto non solo sui ragazzi ma anche sui docenti, sottolineando l’importanza del benessere degli insegnanti per garantire il benessere delle nuove generazioni, in quanto gli adolescenti apprendono imitativamente dai loro modelli educativi.

La realizzazione di una Round Table internazionale, che si svolgerà a Maggio del 2024, con 10-15 partecipanti da diverse parti del mondo per confrontarci sul tema della Resilienza in Tempi di Incertezza. Tramite questo momento di confronto, finalizzato alla pubblicazione di un opinion paper con i nostri collaboratori internazionali, sarà possibile ridiscutere il costrutto di resilienza nell’attualità, ponendoci domande sulla resilienza nei tempi futuri.

Saranno trattati in particolare i seguenti temi: l’innovazione nella ricerca sulla resilienza psicologica; i costrutti correlati alla resilienza psicologica;  le procedure di valutazione della resilienza psicologica e delle variabili correlate alla resilienza, le tecniche e interventi per la responsabilizzazione degli individui di fronte alle sfide del periodo post-pandemico, dei cambiamenti climatici, dei rischi naturali e dei conflitti diplomatici; la resilienza nel ciclo di vita e nuove concettualizzazioni della resilienza.

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