
Che cos’è il Coaching?
A servizio della persona, del potenziale umano e dello sport
Il coaching, oggi sempre più diffuso in ambiti come lo sportLo sport è un'attività fisica che coinvolge abilità fisic... Leggi, il business e la crescita personale, nasce da un’idea semplice ma potente: ogni persona ha dentro di sé le risorse per crescere, cambiare e migliorare.
Le origini del coaching: dalla performance al potenziale
Il termine “coach” veniva usato già nel XV secolo per indicare una carrozza: qualcosa che porta una persona da un punto A a un punto B.Nel XIX secolo il termine venne adottato nelle università inglesi per indicare i tutor che aiutavano gli studenti a superare gli esami.
Il coaching, come lo conosciamo oggi, ha radici profonde ma relativamente recenti. Non nasce dai manuali di management, ma da una nuova visione dell’essere umano: non come macchina da correggere, ma come potenziale da liberare.
Ecco una breve storia del coaching, con un focus particolare su Timothy Gallwey e John Whitmore, due figure fondamentali nella nascita del coaching moderno.
Il coaching: dallo sport alla crescita personale
Il termine “coaching” deriva originariamente dal mondo sportivo, dove il coach era colui che allenava un atleta non solo sul piano tecnico, ma anche mentale. Tuttavia, è solo negli anni ’70 che il coaching inizia a prendere forma come disciplina per lo sviluppo personale e professionale.Timothy Gallwey – Il gioco interiore
-
1974: Gallwey pubblica “The Inner Game of Tennis”, in cui introduce un concetto rivoluzionario:
il nemico principale dell’atleta non è l’avversario, ma la voce interiore che giudica, dubita, sabota. - Il “giocoIl gioco non è solo un'attività di svago, ma un elemento f... Leggi interiore” è la partita tra il Sé 1 (critico, razionale) e il Sé 2 (naturale, capace).
- Gallwey propone che il compito del coach non è insegnare, ma creare le condizioni affinché la persona impari da sé, liberando il potenziale spesso bloccato da ansiaL'ansia è una risposta emotiva caratterizzata da sentimenti... Leggi, giudizio e controllo eccessivo.
John Whitmore – Il coaching come leadership
- Anni ’80: L’inglese John Whitmore, ispirato dal lavoro di Gallwey, porta il coaching nel mondo aziendale.
- Nel suo libro “Coaching for Performance” (1992), elabora il celebre modello GROW (Goal, Reality, Options, Will), ancora oggi base di molti percorsi di coaching.
- Whitmore definisce il coaching come:
“Liberare il potenziale di una persona per massimizzare la sua performance. Aiutarla a imparare, piuttosto che insegnarle”.
Dal coaching sportivo al coaching evolutivo
Negli anni seguenti, il coaching si espande in molte direzioni:
- Executive Coaching nelle organizzazioni
- Life Coaching per il benessere personale
- Team Coaching per il lavoro di gruppo
- Coaching evolutivo, centrato sul cambiamento profondo di mindset, convinzioni, identità.
Un nuovo approccio allo sviluppo umano
Gallwey e Whitmore, da ambiti diversi, hanno acceso la stessa scintilla: il coaching è un processo che aiuta le persone a superare i propri blocchi interiori per esprimere il meglio di sé. Che si tratti di un campo da tennis o di una sala riunioni, il principio è lo stesso: le persone non hanno bisogno di più istruzioni. Hanno bisogno di più fiduciaLa fiducia, un'emozione cruciale nel tessuto delle relazioni... Leggi.E un coach cosa fa?
- Un coach non dà risposte, fa domande.
- Non giudica. Ascolta.
- Non guida. Accompagna.
Il coach è un allenatore del Potenziale della persona, in cui egli è l’esperto del processo, del metodo, ma è la persona (coachee) che attraverso i suoi contenuti, riflessioni e intuizioni è protagonista.
Il coaching si basa su alcuni pilastri fondamentali:
- Ascolto attivo: il coach crea uno spazio sicuro in cui la persona può riflettere liberamente.
- Domande: per stimolare nuove prospettive e consapevolezze.
- Obiettivi specifici e rilevanti: ogni percorso ha una direzione, ma è la persona a tracciarla.
- Responsabilità: il coach non risolve, ma stimola azione e autonomia.
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Il potenziale umano
Scoprire il potenziale: non è questione di aggiungere, ma di liberare. Dentro ognuno di noi c’è un potenziale spesso bloccato da convinzioni, paure, abitudini.Tutti abbiamo un potenziale, il problema è che spesso non lo vediamo, oppure non ci crediamo. Perché?
Perché siamo cresciuti più abituati a cercare di migliorare i nostri difetti e a correggerli, piuttosto che a riconoscere ciò che abbiamo e che ci caratterizza rendendoci unici.
Come riuscire a identificare il potenziale personale?
- Ascoltati senza filtri. Quando dimentico il tempo perché sono immerso in quello che faccio? Il potenziale si nasconde nei momenti in cui siamo autentici. Non perfetti, ma presenti al 100%.
- Osserva dove resisti e dove fluisci. Cosa ti richiede uno sforzo enorme? E cosa ti viene “facile”, naturale, anche se magari tu non lo consideri un talentoChe cos’è il talento Nell'antica Grecia, il talento era u... Leggi?
- Accogli l’imperfezione. Il potenziale è ciò che sai già fare bene e quello che potresti imparare a fare se avessi il coraggioIl coraggio è un'emozione che si manifesta quando una perso... Leggi di provarci accogliendo l’errore.
Come allenare il potenziale?
- Con piccoli step quotidiani, verso ciò che ti fa stare bene. Il potenziale cresce quando esci dalla confort-zone. Non pensare di fare salti enormi: basta fare un piccolo passo più in là di ieri.
- Con feedback, non con giudizi. Cerca chi ti osserva con uno sguardo costruttivo. Il potenziale si sviluppa dove c’è fiducia, non pauraLa paura è un’emozione primaria che si attiva in risposta... Leggi.
- Con la pratica costante. Il talento è una scintilla. Il potenziale è ciò che accade quando quella scintilla incontra disciplina e cura.
- Con l’errore. Sbaglia, poi chiediti: Cosa ho capito di me da questo errore? Il potenziale non cresce nell’evitare di cadere, ma nell’imparare a rialzarsi più lucidi, più forti, più consapevoli.
Il potenziale non si trova fuori. Si libera dentro. E allenarlo è un atto quotidiano di coraggio, ascolto e fiducia.
Luciano Sabbatini
Coach Professionista
Da anni Mental Coach del campione mondiale e olimpico Gianmarco Tamberi
e di altri atleti di livello nazionale e internazionale.
- Foto su Freepik
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