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Come supportare la salute cognitiva?

“Stare bene con la testa”: che cosa vuol dire? La cosiddetta salute cognitiva è cruciale per il benessere della persona, soprattutto con l’avanzare dell’età. Non esiste una definizione univoca da un punto di vista neurologico, ma un insieme di vari fattori: una buona memoria, un approccio mentale positivo, rapidità nel risolvere problemi, capacità di intrattenere relazioni sociali… Insomma il continuare ad essere “svegli”, anche quando sopraggiunge l’invecchiamento, che porta con sé problematiche di salute associate. 

I processi cognitivi richiedono sforzi non indifferenti. Secondo la teoria del carico cognitivo, le energie a disposizione del nostro cervello sono limitate: stress e problematiche psicologiche possono sovraccaricare il sistema e ridurre le sue capacità. Non solo, ma la densità delle nostre sinapsi, associata a tutti i processi cognitivi, dal linguaggio alla memoria, cala con l’andare del tempo. Il risultato è che il budget cognitivo a nostra disposizione è destinato a diminuire sempre più. Cosa si può fare per mantenere un cervello sveglio e in salute?

 

  • Brain training: i famosi giochi mentali (rompicapi, indovinelli matematici etc), che hanno raggiunto l’apice della popolarità una decina d’anni fa, sono stati spesso proposti come una possibile soluzione per mantenere la mente in allenamento. Oggi, molte app dichiarano di incrementare memoria, ragionamento e addirittura ritardare gli effetti di malattie neurodegenerative. Ma quanto c’è di vero? Anche se molti giochi sono stati esaminati (e in alcuni casi, addirittura progettati) da neuroscienziati, la loro efficacia rimane un argomento controverso in ambito scientifico. Se è vero che il brain training sviluppa capacità di ragionamento e calcolo, non è detto che questo si traduca in maggiori capacità cognitive da poter utilizzare nella vita di ogni giorno. Ad oggi, il brain training è soggetto di studi di massa, e i suoi benefici (soprattutto quelli a lungo termine) sono ancora da verificare.

 

  • Attività fisica: se il brain training è ancora controverso, pochi hanno dubbi sull’efficacia dell’esercizio fisico. Il cervello non è solo pensiero astratto, ma coordina il funzionamento dell’intero corpo, e da esso è influenzato. Attività moderata-intensa per 30 minuti al giorno, 5 giorni a settimana, ha dimostrato di essere sufficiente a ridurre, tra le varie cose, ansia e depressione. Ma anche i rischi associati al declino cognitivo. L’approccio integrato (esercizio + brain training) sembra essere quello che offre migliori risultati: è la strategia alla base, per esempio, del Quadrato Motor Training, sviluppato dalla Fondazione Paoletti. Associare una serie di istruzioni da eseguire a movimenti del corpo specifici si è dimostrato più efficace rispetto a una risposta solo verbale.


  • Alimentazione: spesso ignorata o considerata non rilevante per la salute del nostro cervello, una alimentazione corretta e mirata è in realtà fondamentale per la salute cognitiva. Specifici nutrienti come vitamina B, ferro, polifenoli (che si trovano in molta frutta e verdura ma anche nell’olio d’oliva extravergine o nel vino) sono molto importanti per rallentare il declino cognitivo. La dieta mediterranea e altre diete povere di grassi sono le più indicate. Ed esiste anche una dieta, chiamata MIND, progettata proprio con l’obiettivo di mantenere il nostro cervello più in salute possibile. 

 

Bibliografia
  • Centre for Disease Control and Prevention & Alzheimer Association, The Healthy Brain Initiative: A National Public Health Road Map to Maintaining Cognitive Health, 2007, cdc.gov/aging/pdf/thehealthybraininitiative.pdf
  • Mecca et al, Synaptic density and cognitive performance in Alzheimer’s disease: A PET imaging study with [11 C]UCB-J, Alzheimers Dementia, 2022,  doi: 10.1002/alz.12582
  • Giovanni Sabato, La verità sul brain training, Mente e Cervello, Settembre 2015
  • Puri et al, Nutrition and cognitive health: A life course approach, 2023, Frontiers of Public Health, doi: 10.3389/fpubh.2023.1023907
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